Tre fino adesso i casi di contagio accertati
In poco meno di un mese si è sentito di tutto, è stato smentito ciò che si è detto e si vorrebbe sentire qualcos’altro per capire come comportarsi nei confronti di questa nuova epidemia che deriva da un batterio dal nome tanto difficile quanto sconosciuto: Escherichia Coli.
Il temibile batterio che sta diffondendo morte e malattia nel nord della Germania, che sta facendo tremare gran parte dell’Europa, che ha messo in ginocchio l’esportazione spagnola, che ha messo sotto accusa i cetrioli e che resiste agli antibiotici è libero di agire indisturbato perché non si è ancora riusciti a capire di cosa si tratti!
E così, pare essere approdato anche in Svizzera dove si contano almeno 3 casi di morte provocati dal batterio killer. Il primo riguarda una donna tornata da un viaggio nel Nord della Germania, focolaio, a quanto pare, del batterio. La donna ha accusato i primi sintomi il 22 maggio quando, proprio mentre era di ritorno dal viaggio, è stata colpita da una forte diarrea, uno dei sintomi principali dell’infezione. Pare che la malcapitata abbia contratto il batterio dopo aver pranzato mangiando un’insalata presa da un buffet, ha indicato l’UFSP, precisando che anche altre persone rifocillatesi nello stesso posto si sono ammalate.
La modalità del contagio negli altri due casi è stata la medesima: pare, infatti, che si tratti ancora di persone che si erano recate in Germania.
Anche se le autorità sanitarie non vogliono gettare allarmismo sulla questione, il timore di un possibile contagio si è diffuso un po’ ovunque tanto che le vendite di cetrioli ne hanno risentito fortemente e sono addirittura dimezzate, interessando sia i prodotti bio, sia quelli convenzionali.
Questo è quanto ha affermato Simone Kamber, rappresentante dell’USPV, l’Unione svizzera produttori di verdura. La flessione riguarda anche altri ortaggi, in particolare i pomodori, ma i dati variano da regione a regione. I danni economici subiti dai produttori, ha affermato Kamber, per il momento sono difficilmente quantificabili.
Michael Beer, responsabile del settore derrate alimentari presso l’Ufficio federale della sanità pubblica, ha ribadito oggi che la verdura svizzera può essere consumata senza restrizioni. Ancora non si conosce l’origine del batterio E. Coli, che ha finora provocato 17 morti in Germania e uno in Svezia, ma sembra chiaro, secondo Beer, che i due pazienti registrati in Svizzera siano rimasti infettati durante un viaggio in Germania. Le autorità ritengono quindi che in Svizzera non vi siano fonti di contagio. I cetrioli invenduti, ha precisato Kamber, vengono riutilizzati come concime. In parte finiscono anche nei centri di produzione di biogas.
Le ultime notizie dalla Germania, però, indicano nei germogli di soia i maggiori indiziati ma le raccomandazioni che si stanno diffondendo, come prevenzione, sono da estendere a tutti gli ortaggi e le verdure che vengono consumate crude. Infatti, per evitare un’eventuale trasmissione del batterio è sufficiente rispettare alcune basilari regole igieniche, sottolineano le autorità. Frutta e verdura devono essere ben lavate o sbucciate prima di venir consumate crude. Carne macinata e pollame possono essere mangiati solo se ben cotti. Lavare regolarmente le mani ed evitare, in caso di diarrea, di toccare il cibo destinato ad altri.