In Francia come in Russia i bimbi sono meno tutelati
In molti Paesi picchiare i minori, anche solamente con un ceffone o uno sculaccione, è considerato non educativo, ma soprattutto un abuso di violenza. Mentre ci sono alcuni stati che ancora stanno decidendo se far rientrare lo schiaffo o lo sculaccione tra i reati punibili dalla legge, in altri parti del mondo questo atto viene esonerato da questa valenza violenta. È il caso della Russia dove la violenza domestica su moglie e figli sarà un reato amministrativo. Il senato russo, infatti ha approvato la cosiddetta “legge del ceffone” secondo la quale i genitori potranno anche prendere a ceffoni il figlio maleducato o capriccioso a scopo educativo. Con la vecchia legge, spiega la presidente della commissione famiglia della Duma, Elena Misuvina, i genitori “temevano di infliggere una punizione ai figli per paura di essere condannati a due anni di carcere”. Con la nuova legge, invece, la Russia riconosce il valore educativo dello schiaffo.
Chi alza le mani in famiglia, sia sui figli sia sul coniuge, non rischia nulla se è la sua prima volta. Solo in caso di reiterazione dell’atto sullo stesso congiunto l’aggressore potrà essere processato in sede penale e punito con la galera. In ogni caso, la giustizia andrà avanti solo se la vittima riuscirà a dimostrare la violenza, perché le autorità non procederanno d’ufficio.
In questi giorni si è parlato anche in Francia di un tema simile, anzi si è preso in considerazione il classico sculaccione ai bimbi o ceffone educativo, messi al bando da un emendamento del progetto di legge che li proibiva anche all’interno della famiglia.
Ma, secondo quanto riferiscono i media, il Consiglio costituzionale ha definito che questo emendamento non aveva un legame con l’obiettivo principale della legge di Uguaglianza e cittadinanza. La disposizione scritta nel Codice civile ma non era accompagnata da alcuna multa, avendo un intento “pedagogico”. Il testo scritto da deputati socialisti, di sinistra ed ecologisti, precisava che i genitori devono astenersi da ogni comportamento “crudele, degradante o umiliante, compreso il ricorso alla violenza fisica”. Il Consiglio costituzionale è intervenuto dopo essere stato interpellato da 60 senatori dell’opposizione. In merito a questo, la ministra della Famiglia, Laurence Rossignol, si è detta risentita: “In un certo modo hanno rivendicato il diritto a picchiare i bambini”.