Idati evidenziano la vittoria del Pdl che però frena rispetto alle precedenti elezioni del 2008; cala anche il Pd, bene Udc mentre volano IdV e Lega
Sull’Europa che conosce il suo record di diserzione del voto, con meno di un elettore su due alle urne, soffia vento da destra, ma si rivedono anche i Verdi.
E in Italia la nuova geografia dei partiti in corsa prende forma: il Pdl frena e sfiora il 35%, il Pd arretra al 26,5% sulle politiche (dove aveva il 33%) ma non crolla. Soprattutto crescono la Lega, che sfonda e supera quota 10%, arrivando a quasi l’11% e diventando così una forza a due cifre percentuali, e l’Idv di Antonio Di Pietro che vola ad oltre il 7,5%. Premiata anche l’Udc che si attesta quasi al 6,5%.
Il Pdl, che sperava di raggiungere e superare la quota-simbolo del 40%, cala di due punti e mezzo rispetto alle politiche di un anno fa, mentre sono circa sei i punti persi dal Pd rispetto alle politiche. Sempre nel campo del centrosinistra, l’Italia dei Valori per poco non raddoppia il 4,4% conquistato un anno fa.
La tagliola della quota di sbarramento del 4% fa strage dei partiti più piccoli: restano fuori dal Parlamento europeo sia la lista promossa da Prc e Pdci, sia Sinistra e Libertà, poiché entrambe si fermano a qualche decimale nei dintorni del 3%. Supera appena il 2% l’Mpa insieme alla Destra e ai Pensionati e ai Radicali non basta il 2,5%.
Il voto delle Europee permette al Pd di raggiungere i due obiettivi prefissati: “la conferma del progetto del partito” e quello di “fermare la destra italiana”. Lo ha dichiarato Dario Franceschini durante una conferenza stampa di commento dei dati elettorali. “Ho telefonato a Di Pietro per riconoscergli il risultato. Purtroppo sono voti che si spostano nel nostro campo ma io voglio sottolinearlo come dato positivo”.
“Nei comuni e nelle province le alleanze sono già in campo e vedremo tra poco come andrà. Il momento delle alleanze non è adesso ma si formeranno comunque sulla base di una reale condivisione dei programmi’’, ha detto ancora Franceschini rispondendo a chi gli chiede se, davanti al risultato del voto europeo, il Pd si appresterà a mettere in campo uno schema di alleanze. “Da questo voto gli avvoltoi che hanno girato per mesi sul Pd possono tornare a casa perché gli italiani hanno confermato il progetto del Partito Democratico”, avverte ancora Franceschini in conferenza stampa rivolto a chi, a suo avviso, aveva scommesso sullo sgretolamento del Pd alle elezioni Europee.
“Il governo è ben sotto il 50%. Oggi è minoranza nel Paese, visto che i voti del Pdl e della Lega messi insieme raggiungono il 45,2%”.
Ignazio La Russa ammette in qualche modo la sconfitta. “Il forte calo di votanti al sud, e in particolare nelle isole, per il Pdl significa due punti in meno”.
E su questo punto interviene anche il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo: “Il mancato sfondamento di Berlusconi è il dato più rilevante di queste elezioni”. Riferendosi in particolare ai risultati siciliani, Lombardo ha parlato di “troppa arroganza e di delirio di autosufficienza” del Pdl. Ma ha tirato in causa anche il governo e personalmente il premier: “Ci sono troppi cattivi consiglieri intorno al Cavaliere. Non concedere i fondi al sud è stata una scelta sbagliata che è stata sanzionata dai risultati elettorali”.
Lombardo chiude sulla Lega: “Inevitabile l’aumento del suo peso politico e alle regionali questo potrà portare a scenari del tutto diversi”.
Questo invece il commento di Umberto Bossi: “Ero cauto, ora sono soddisfatto”.
E Di Pietro: “Da domani non facciamo più parte dell’opposizione, ma dell’alternativa al governo Berlusconi che continuo a considerare fascista, razzista, e piduista”. “Siamo l’unico partito che cresce – aggiunge – e siamo già proiettati al domani. Noi siamo i co-fondatori di una nuova coalizione”.
Nel complesso, guardando ai risultati nei singoli Paesi europei, il Ppe si conferma come gruppo più consistente, mentre segna un netto arretramento il partito socialista con risultati deludenti in Francia, Spagna e Gran Bretagna. Forte, invece, l’affermazione della destra estrema e, a sorpresa, decisa affermazione dei Verdi e delle liste ambientaliste.
I dati europei fermano la percentuale dei votanti al 43,09: un record per l’astensionismo, fenomeno che in Italia inchioda al 66,5% l’affluenza alle urne (nel 2004 era del 72,9%). A L’Aquila, dove ad urne aperte c’è stata una nuova scossa di terremoto, ha votato il 27,9%, contro il 73,1 del 2004. In Italia però la percentuale di votanti è stata più alta rispetto a tutti gli altri paesi europei, come sottolineato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha aggiunto: “Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente, senza incidenti rilevanti di nessun tipo”.
Tra gli episodi e le curiosità c’è, tuttavia, qualcosa da sottolineare: il voto a Portici di Noemi Letizia, la ragazza al centro del caso scoppiato per l’amicizia con il premier. È stata polemica sulle procedure: le porte sono state chiuse per il tempo del voto e ci sono stati momenti di tensione perché è stata accolta la richiesta della giovane di farsi accompagnare fino all’urna dal padre.
In provincia di Latina, invece, a Santi Cosma e Damiano, un’elettrice ha sbagliato a votare, ha chiesto di poter ripetere il voto e, di fronte al no del presidente del seggio, lo ha aggredito. A Potenza e a Tarsia (Cosenza) due elettori sono stati sorpresi a fotografare la scheda con il cellulare: il rumore del telefonino li ha traditi e sono stati denunciati.