Silvio Soldini è al cinema con il suo decimo lungometraggio che è un invito a guardare oltre gli stereotipi e le apparenze. Nel film, Emma, una forte e decisa donna non vedente, con fermezza e autenticità ci porta a scoprire il colore delle cose attraverso tutti i sensi… Interpretata da un’intensa Valeria Golino che ci ha parlato delle difficoltà di questo ruolo, della piacevole scoperta di una realtà sconosciuta e dell’incontro con il personaggio di Emma che “resta dentro”. “Emma” ci aspetta al cinema a partire dal 26 aprile
A cura di Eveline Bentivegna
“Emma” è l’ultimo lavoro cinematografico di Silvio Soldini. Il regista italo-ticinese, indagatore dei sentimenti profondi e osservatore dei dettagli più puri dell’animo umano, si mette alla prova con una realtà particolare, quella dei non vedenti, più volte osservata al cinema, ma mai scrutata così da vicino tanto da riuscire a proporre una nuova prospettiva, talvolta ironica, altre volte più intima, di questa disabilità. Seguendo la sua tipica poetica intrisa di leggerezza e ironia, Soldini riesce nell’impresa perché Emma, la protagonista del film, osteopata non vedente dall’età di 16 anni, è interpretata da una bravissima Valeria Golino. La incontro durante il Zürich Film Festival in un hotel del centro.
Qui, tra gli impegni per il festival zurighese, mi racconta di questo film che, confessa subito, le ha “rivelato un mondo che sconoscevo” e non solo a lei. Sì, in “Emma” è la storia d’amore tra Teo, un uomo vedente, ed Emma, cieca ma assolutamente indipendente ed autonoma, che coinvolge emotivamente lo spettatore, ma è soprattutto la dinamica giornaliera della protagonista, come si muove, come si veste, come mangia, come ama e si relaziona con gli altri, come convive con il nulla attorno a sé, con un mondo fatto di suoni e sensazioni, che appassiona lo spettatore perché proposto in una maniera assolutamente nuova. Non tutti siamo a stretto contatto con questa realtà e, per pudore, non curanza o disinteresse, non ci preoccupiamo di saperne di più. Anche Valeria Golino ha scoperto un nuovo modo di concepire la disabilità di Emma, ha conosciuto non vedenti, ha trascorso molto tempo con loro per capire, per scoprire questa realtà: “Sono stati molto pazienti e molto gentili con me, mi hanno aperto le porte di casa loro mentre mangiavano, mentre svolgevano le mansioni quotidiane” racconta. “Una delle difficoltà maggiori è stata proprio non poter usare gli occhi. Come attrice sono abituata ad usare le espressioni degli occhi per esprimere i sentimenti. Qui non lo potevo fare. La difficoltà è stata doppia: non vedere vedendoci, che è una difficoltà tecnica, e non poter esprimere la paura, la tristezza, la gioia con gli occhi, che poi è il contrario di quello che fa l’attore”.
Poi, tutto ad un tratto Valeria diventa Emma e con lo sguardo fisso nel nulla, cerca, esamina, esplora tra i bicchieri, le posate sul tavolo, le sue mani si scontrano con la ciotola di noccioline – è ora di pranzo e lei ha ordinato del pollo al curry verde che consuma mentre parliamo del film: “Puoi anche scriverlo, mi piacciono le interviste romanzate”. Veramente, anche a me, ma leggerle. Però è brava, talmente brava che a un certo punto sento quell’imbarazzo che si ha di fronte a certe situazioni: non so se aiutarla e passarle il bicchiere o lasciarla fare. Per fortuna torna a raccontare: “La prima volta che sono entrata in casa di Emma, nel set – svela l’attrice – l’ho fatto con una benda agli occhi. Non ricordo quanto tempo sono stata, ho scrutato la casa da cima a fondo, con le mani, con l’olfatto, con tutti gli altri sensi… che è quello che facciamo tutti, ma non in maniera totale”.
C’è stata una scrupolosa preparazione di circa due mesi dietro al lavoro che Valeria Golino ha svolto sul ruolo di Emma, che è un personaggio forte, risolto, deciso, nonostante la disabilità aiuta Teo a vedere “oltre le apparenze”… È il caso di dire che la ‘mancanza’ di uno colma le ‘mancanze’ dell’altro: Teo ritrova famiglia, amore, riesce a vedere cose che prima non vedeva proprio grazie all’aiuto di Emma. La personalità forte e determinata di Emma inciderà molto su quella indecisa di Teo, interpretato da Adriano Giannini, “un attore sorprendente”. Valeria ha già lavorato con lui in “Per amor vostro” e non nasconde un certo feeling con l’attore così attento e concentrato sulla scena. E ha avuto modo di lavorare in passato anche con Silvio Soldini (Le acrobate, 1997) costituendo una triade affiatata “ricca di grande intesa sul set”. Ma cosa rimane di Emma? “Io sono rimasta molto affascinata dal personaggio di Emma, è un personaggio che resta dentro per il suo modo di essere così forte, equilibrata, seducente senza eccesso, fragile, ma non debole, è stato molto bello conoscerla”. Il mondo di Emma e il suo modo di cogliere ‘i colori nascosti’ delle cose che la circondano sono la forza di questo film che ci fa guardare alla disabilità con una nuova consapevolezza. “Emma” di Silvio Soldini, con Valeria Golino e Adriano Giannini è in proiezione dal 26 aprile in tutta la Svizzera.