E’ accaduto l’estate scorsa a due studentesse presso l’Università di New Orleans
Nel 1961 in un film della Walt Disney due tredicenni s’incontrano per caso in un campus universitario negli Usa. Sono identiche e sono loro stesse, prima che gli altri, a notarlo, scoprono di avere gli stessi gusti e, parlando, di essere gemelle, figlie di genitori separati. Il loro incontro, già di per sé miracoloso, produce un effetto straordinario: fa rimettere insieme i genitori separati e la famiglia, prima dispersa, si riunisce.
L’estate scorsa Emily Nappi, 18 anni, studentessa universitaria, e Mikayla Stern-Ellis, 19, pure lei studentessa presso la Tulane University di New Orleans, Luisiana, cercano un alloggio. Entrambe lo trovano in luoghi separati. Partecipano a una ricerca su Facebook. Per farla breve, lo stesso lavoro le mette in contatto su Facebook. Le due ragazze si scambiano domande e risposte per ragioni professionali, ma finiscono poi per scambiarsi anche notizie riguardanti le loro persone, al punto che le due restano incuriosite del fatto che hanno pressoché gli stessi gusti e interessi in comune. Insomma, gli scambi di messaggi le fanno diventare amiche, seppure solo tramite computer.
Quando si vedono per la prima volta in autunno (provengono da città diverse) scoprono che la loro somiglianza è enorme. Non sono uguali, come le due ragazze del film citato, ma simili sì. Tutte e due sono un po’ rotondette, hanno capelli castani, lunghi e ricci e un’identica espressione del sorriso. Ovvio che cercano di approfondire la loro conoscenza reciproca, la loro storia familiare. All’inizio, però, l’unico fatto in comune è che hanno un padre colombiano. Troppo poco per trarre delle conseguenze, ma abbastanza per immaginare di poter essere sorelle. Ci scherzano sopra, ridono, fantasticano, ipotizzano, ma nulla più.
In inverno, durante la pausa universitaria, le due ragazze ritornano rispettivamente nelle loro case e nelle loro città, e ognuna di loro racconta alla madre l’incontro con l’amica. Mikayla mostra alla sua la foto di Emily e la madre si rende conto che la somiglianza è eccezionale. La donna, di nome Heidi, va a ripescare la lista di coloro che avevano dato il loro sperma a chi voleva fare l’inseminazione eterologa. Ovviamente, la lista dei “donatori” è senza i dati essenziali per garantire la privacy, ma viene fuori il profilo dell’uomo che è colombiano e che ama il teatro. La madre di Mikayla consiglia la figlia di fare la stessa ricerca e scoprono che si tratta della medesima persona, scelta come donatrice di sperma alle due donne che, ovviamente, non si conoscevano.
Insomma, Emily e Mikayla scoprono di essere sorelle per parte di padre, sconosciuto. Naturale che approfondiscano il loro passato. Non scovano molto, ma che il padre amava il teatro lo vedono scritto sulla scheda di presentazione dell’uomo. Guarda caso, anche loro erano amanti del teatro e guarda caso stavano per debuttare in un pezzo teatrale, seppure non nello stesso. La passione del padre si era trasmessa interamente nelle figlie per via genetica. Ormai sorelle certificate, si vedono spesso, vanno a fare compere, fanno vita in comune appena possono, e viene fuori che se comprano separatamente un capo d’abbigliamento, il più delle volte scelgono lo stesso, medesimi gusti nel cibo e stesse idee sulla vita.
La conclusione la lasciamo a Mikayla, che sul suo profilo Facebook ha scritto: “Un filo invisibile connette coloro che sono destinati a incontrarsi, indipendentemente dal tempo, dal luogo e dalle circostanze”.