L’accanimento col quale Salvini e altri parlamentari combattono la proposta del carcere per gli evasori fiscali fa nascere il sospetto, naturalmente infondato, che temano di esserne colpiti.
In realtà, il grave difetto della proposta è costituito dalla sua applicazione pratica. Esistono nelle carceri italiane abbastanza capacità per accogliere tutti questi “inquilini”? Sarebbe troppo semplice e ingiusto punirli con la detenzione domiciliare!
E poi: chi paga le spese? Tutte le spese per vitto, alloggio, abbigliamento, sanità e sicurezza sono a carico del contribuente. Anche se i carcerati devono lavorare, quello che producono non copre le spese. E poi, potete immaginarvi che i grandi evasori fiscali eseguano lavori manuali? E quali altri, se no?
E.
1 commento
A mio avviso occorre fare una distinzione sostanziale tra gli evasori.Ci sono coloro che hanno accumulato e occultato danaro abusando della loro carica politica o della loro posizione chiave in qualche ufficio dello Stato e poi ci sono coloro che lavorano, che non dichiarano quanto effettivamente guadagnato per la semplice ragione che in ogni impresa privata lo Stato si è inserito come socio maggioritario al 57-60% degli utili,senza per altro dare nulla in cambio,anzi creando sempre nuove norme e leggi che complicano la vita a cittadini ed imprenditori.Per la prima categoria l’unica cosa che veramente li potrebbe colpire è la confisca di ogni bene per se e per i famigliari spesso intestatari di beni ottenuti non certo con il sudore della fronte,questa sarebbe cosa molto semplice attivando una indagine patrimoniale e chiedendo di dimostrare la provenienza effettiva del danaro occorso per l’acquisto di immobili ed altro.Per la seconda categoria invece ,basta citare una frase che disse in occasione di una sua visita in Italia Milton Friedman economista ,insignito nel 1976 del premio Nobel per le scienze economiche,”COLORO CHE IN ITALIA NON PAGANO LE TASSE,SONO DA CONSIDERARSI DEI PATRIOTI,DEGLI EROI,PERCHE’ SOTTRAGGONO AD UNO STATO PARASSITARIO DELLE RICCHEZZE CHE REINVESTONO NELL’ECONOMIA REALE” PG.