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5 May 2024
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Intelligenza Artificiale e Transumanesimo (Il feudalesimo digitale)

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Premesse Centocinquanta anni fa Nietzsche profetizzava che la nostra specie costituita da una massa di malriusciti e che una élite di “Übermenschen” (oltreuomini) avrebbe, per legge cosmica di potenza, compreso e realizzato su come trionfare sui primi. Prima di immergerci in questa mia dialettica, fatta di volenterose analisi filosofiche e divulgazione sul tema, ecco a voi Celestino il cameriere Robot. Ma entriamo senza titubanze in questa mia divulgazione, in modalità apparentemente futurista. Proiettandoci in un mondo seriamente reale e non più ignorabile, che includerà un dibattito sui risvolti etici-sociali e del lavoro, destinati a rincorrere la tecnologia ed i suoi continui sviluppi. Da anni la mappa cognitiva di centinaia di milioni di persone ha subito una costante interazione con i più svariati gadget digitali, che hanno sostituito molte attività svolte dalla nostra intelligenza naturale. Al punto che il vantaggio evidente di delegare gran parte delle attività giornaliere ad una app, ci ha proiettati in uno stato di comfort e dipendenza mentale patologica da cui difficilmente ne usciremo. Deleghiamo agli algoritmi le nostre decisioni e gli garantiamo implicitamente un grado di azione che non solo sottovaluta le nostre capacità, ma ci deruba la nostra autonomia. E qui entra in gioco l’Intelligenza artificiale (IA), che trasformerà e libererà l’uomo dalla biologia ed’elevando la filosofia del transumanesimo a nuova religione globale. I governanti del vapore, perfetti e inutili buffoni, tramite la diffusione e imposizione di una neolingua “politicamente corretta”, ci inducono con canoni indotti dall’alto, “corretti” e modificati per corrispondere al criterio di bene e di male, di giusto o sbagliato, plasmandoci a loro piacimento. In un paradigma di contenuti “diversificati” e protetti dall’intangibilità della proprietà privata con il sistema dei brevetti, discende la nuova insidiosissima ideologia delle élite, il transumanesimo e il suo braccio armato dell’IA.
La nuova normalità, che sempre più persone abbracciano con ebete entusiasmo, si sostanzia per il fatto che, contrariamente alla parola del filosofo, loro esseri mediocri non vogliono abbandonare l’uomo domestico, ma accettare tramite l’IA un benessere infinito senza più sforzo e disponibilità per tutti. Il tutto includerà molti principi dell’Post umanesimo, che ci traghetterà verso una nuova era evoluzionistica post-darwiniana. Grazie ad una più intensa interazione con l’IA e le nuove scienze come la biorobotica, la bioinformatica, l’ingegneria genetica e la nanotecnologia realizzerà l’oltre uomo di Nietzsche? Nel suo filosofare con il martello, Nietzsche decretò la morte di Dio ponendo le condizioni per cui l’uomo potesse farsi a Dio stesso. Dovremmo passare all’oltreuomo, che è il senso della terra, perché l’uomo non è il punto di arrivo, come non lo è il transumanesimo che punta unicamente al business e al potere? La nostra missione è quella di accettare il mondo e imprimergli il sigillo della propria volontà creatrice che guarda all’evento passato e ad esso aggiunge: “così voglio che sia”. Senza dubbio siamo nella fase di accettazione all’interno di una Finestra di Overton, dato che sempre più illustri sociologi e il mainstream se ne occupano. Da decenni la fantascienza tramite la letteratura o il cinema ha dipinto il transumanesimo in varie forme come il filone cyberpunk, con riferimenti ancor più espliciti e settoriali nel nanopunk e nel biopunk. Il mondo dello spettacolo e della musica, ci propongono “Drag queen” sempre più sofisticate ed estrose, creando empatia e liberandoci dal binarismo sessuale perdendo le sovrastrutture, per esibire infine la parte più spontanea che è in noi. Ormai è popolare e sensata la presenza nei film di ogni genere, di personaggi omofili, imposti da copione o come un requisito.
Introduzione IA Pretendere una comprensione totale a questa mia narrazione senza una conoscenza di base è un’impresa ardua, ma l’asticella si alza sempre più entrando nelle complessità di questo mondo in continua trasformazione. Molti cadendo nell’errore di umanizzare l’IA fanno amicizia con Siri o Alexa, oppure con la loro auto a guida autonoma, convinti che abbiano a cuore i loro migliori interessi. Altri ignorano che giornalmente vengono tracciati e schedati dalle numerose videocamere nelle città, tramite riconoscimento facciale o geolocalizzati tramite i loro cellulari per migliorare il servizio clienti o la sicurezza (così dicono). Vi è poi la diffusa distorsione mentale, del “non ho niente da nascondere”. Così come chi è sano sa che esiste il diritto (e non l’obbligo) a ricevere delle cure, chi “non ha niente da nascondere” non dovrebbe ignorare il diritto alla privacy. Il Machine Learning (ML) (sottoinsieme dell’IA) si occupa di creare sistemi che apprendono e migliorano le performance in base ai dati che utilizzano. Uno di questi metodi più avanzati di ML è oggi rappresentato dalle reti neurali, che ricevono segnali esterni su uno strato di nodi d’ingresso, ciascuno dei quali è collegato con numerosi nodi interni organizzati in più livelli. Ogni nodo elabora i segnali ricevuti e trasmette il risultato a nodi successivi. Si tratta in sintesi di un modello matematico/informatico di calcolo che emula le reti neurali biologiche ma in realtà sono “miopi”. Vedono l’albero ma non la foresta. Potere dire “che la nuvola sembra un cane“, è umano potendo noi fare associazioni e metafore simili, cosa impossibile per una DNN (reti neurali profonde), utilizzate da Google Translate e il riconoscimento facciale di Facebook o Siri. E ancora, l’algoritmo del motore di ricerca di Google, che usa il ML in modo sempre più mirato e preciso, alimentando i BigData che generano un surplus miliardario da parte delle aziende. Sin dall’albore negli anni 40 quando nacque l’IA, si è speculato con dichiarazioni spesso di non addetti, definendola una minaccia. Se ne discute intensamente oggi, avendo da parte dell’opinione pubblica un contatto ed ‘esperienza diretta con tecnologie come ChatGPT, Chatbots e le numerose apps presenti nei nostri inseparabili cellulari. Come per il resto delle tecnologie vale la regola dell’uso o abuso che se ne fa, separando i rischi immediati, dalla speculazione su scenari apocalittici privi di ogni base scientifica. Preoccupa il ritmo con cui la tecnologia IA si sta evolvendo anche a livello psicologico e c’è una tendenza verso un ingentilire dell’IA dicendo che l’IA fa questo o quello e che abbia una propria volontà che potrebbe addirittura assumere il dominio del mondo. Mentre una mente critica considera ciò che maggiormente caratterizza la non-intelligenza dell’AI, ovvero l’assenza di una facoltà di comprensione delle proprie azioni e di conseguenza dell’intenzionalità. Negli anni Cinquanta, in un periodo di grande fermento scientifico vennero costruiti i primi grandi calcolatori e i loro sistemi “intelligenti”. Vennero poi le prime teorie di reti neurali, di IA forte e di IA debole, con le prime applicazioni industriali degli anni Ottanta. Oggi l’IA è ormai al centro delle scelte tecnologiche e di colossali investimenti di imprese e governi, nonché parte della nostra vita quotidiana. Secondo il noto test di Turing, una macchina è considerata intelligente se il suo comportamento, osservato da un essere umano, è considerato indistinguibile da quello di una persona. Grazie allo sviluppo dei superconduttori e chip ultraveloci, si dispone di una capacità adeguata, in cui temi di ricerca come il ML, l’elaborazione del linguaggio naturale e la robotica rappresentano uno dei principali interessi della comunità scientifica. La loro portata è talmente rivoluzionaria che solo le aziende capaci di sviluppare un’”AI Strategy” riusciranno a implementarla con successo e a coglierne il potenziale. Per chiudere questa breve introduzione un accenno sull’ IA Forte e Debole. La prima sostiene che le macchine sono in grado di sviluppare una coscienza propria, supportata dal campo di ricerca nominato IA Generale, che studia sistemi in grado di replicare l’intelligenza umana. Mentre per l’IA Debole il loro modello sviluppa macchine in grado di risolvere problemi specifici, prive d’intelligenza naturale e coscienza delle attività svolte, ma capaci di svolgere funzioni umane complesse e ripetitive.
Introduzione transumanesimo Le sue origini filosofiche possono essere rintracciate in due correnti principali. La prima è nell’umanesimo rinascimentale, che ponendo l’uomo al centro dell’universo possiede una visione razionale delle cose. La seconda si può trovare nell’illuminismo del XIX secolo, che si propone di sfruttare la conoscenza umana come strumento per il miglioramento dell’uomo e progresso della società. Il Transumanesimo per alcuni considerano un utopico movimento intellettuale (abbreviato con >H o H+ o H-plus) e culturale, non è legato a movimenti politici, anzi li subordina e ne modella radicalmente il corpo sociale. In un approccio radicalmente nuovo alla futurologia il transumanesimo si basa sul concetto che l’essere umano non è il prodotto finale della nostra evoluzione, ma solo l’inizio. La migliore definizione di Transumanesimo che ho trovato è la seguente: Il movimento intellettuale e culturale che propone come possibile e desiderabile l’alterare la condizione umana usando ragione e tecnologia, quindi abolendo l’invecchiamento ed aumentando le capacità intellettuali, fisiche e psicologiche della razza umana. Lo scopo del transumanesimo è la creazione di una nuova specie successiva all’Homo sapiens, più evoluta che superi i limiti dell’Homo Sapiens: una nuova specie postumana, che sarebbe poi il discendente di un essere umano che è stato incrementato fino al punto di non essere più lo stesso. Usando la mappa completa del genoma umano e intervenendo direttamente sul nostro DNA per personalizzare a nostro piacimento. La culla del transumanesimo, non poteva che coincidere con il cuore del potere economico, cioè la Silicon Valley, che poggia sul potere economico di Big Tech. Unendo i puntini, questa élite è oggi convinta che il transumanesimo, con il suo corollario del superamento delle differenze sessuali, sia l’ideologia più funzionale ai propri interessi, sostenendo concretamente il movimento Lgbt+ e il movimento “Woke”, con finanziamenti miliardari alla politica e all’informazione e a tutte le manifestazioni sui diritti civili come i Gay Pride unito all’utero in affitto. In una società disgregata dividere gli individui alienando gli uni e schiacciando gli altri, togliendo i diritti sociali ad’una maggioranza, per dare quelli civili ad una minoranza ricca e capricciosa, è appannaggio del tiranno, cinguetterebbe il filosofo.
Nuova Filosofia di vita Il movimento transumanista fa sua la definizione attribuita a Kant, che l’illuminismo è l’uscita dell’uomo dalla minorità di cui egli stesso è colpevole e intesa come incapacità, di servirsi del proprio intelletto. Traducendo il suo pensiero, in una critica severa alla Religione, riconosciuta come causa dell’entropia che inibisce il progresso, dato che promuove un credo irrazionale nei confronti di un disegno divino, incoraggia la rassegnazione ad una tragica condizione umana, resa sopportabile dalla credenza in qualcosa di ultraterreno. La nuova divinità guiderà la propria evoluzione in maniera autonoma, dirigendosi verso la graduale conquista del caso, della morte e di tutti quegli impedimenti che si frappongono fra lei e il suo istinto al perfezionamento. Mettendo in pratica la formula baconiana secondo la quale “sapere è potere”, e la scienza sta in tal senso aprendo pian piano la pista per raggiungere risultati un tempo inimmaginabili. Vi si contrappone come è giusto che sia l’essere umano che, si pone sempre delle domande, a cui la limitatezza della nostra mente non riesce a dare una risposta. Sul perché della propria esistenza e sulla temporalità della vita e sui limiti del proprio corpo. In “Essere e tempo”, Heidegger scrive: “L’essere autentico per la morte, cioè la finezza della temporalità è la base nascosta della storicità dell’uomo”. L’ossessione umana della sua finitezza, e al tempo stesso la sua forza propulsiva che ha dato un’impronta alla scienza degli ultimi due secoli. Nel nostro inconscio collettivo abbiamo questa marginazione delle idee della fine della vita, che uscita dalla gabbia della filosofia e religione, è entrato nei laboratori scientifici mostrando la sua limitatezza. Ancora non comprendiamo come si forma il linguaggio umano, che ha poi avviato lo sviluppo della cultura e della sua evoluzione rispetto alle altre specie. Abbiamo poi il paradigma cartesiano, che separa la mente dal corpo “Res cogitans e res extensa”. Con questo modello con cui si è formata la medicina dell’800, si è capito oggi, che non ha resistito alle nuove acquisizioni della scienza. Esempio classico sono le zone del cervello che si attivano quando un individuo è in uno stato di stress, e quindi si accendono le aree dello stress visibili tramite la risonanza magnetica, e azionano delle sostanze infiammatorie. Di conseguenza siamo legati sostanzialmente al nostro sistema emozionale e mentale, contrariamente al paradigma cartesiano quindi il corpo non può essere separato dalla mente, contrariamente al progetto Transumanesimo. Si azzarda un discorso in cui la mente portata su un supporto magnetico può anche cambiare organismo. Questa tecnologia in fase avanzata, ci porta all’interrogativo di cosa sia la coscienza. Ad ‘oggi la scienza non può svelarcelo in quanto pur conoscendo più intimamente la sua esperienza, non c’è niente che sia più difficile da spiegare. Gli scienziati hanno misurato le oscillazioni neuronali della corteccia celebrale che sarebbero correlate alla consapevolezza in diverse attività, come nei sistemi visivi e olfattivi. Indicando poi un meccanismo che permette di legare i contenuti delle informazioni di gruppi neuronali che oscillino alla stessa frequenza e nella stessa fase. Molti aspetti sono tuttora inspiegabili, come sul fatto che la mente ha a che fare con il cervello, mancando un accordo sulla natura esatta di questa relazione. Potremmo a breve archiviare il contenuto del nostro cervello nel cloud? Per cui mentre la civiltà umana si prepara alla fase successiva della sua evoluzione, coloro che consideriamo esseri umani si estingueranno o diventeranno transumani? Ossia dotati di intelligenza sviluppata in corpi cibernetici guidati da IA. Numerosi studiosi negano questa eventualità, sostenendo che un essere umano è qualcosa di più che un insieme di carne e ossa. Uomo vuol dire pensiero, idee e specialmente sentimenti che lo rendono un essere diverso da ogni suo simile e da tutte le altre creature viventi nell’universo. Dovremmo rassicurarci e motivarci mentre ci prepariamo per compiere il nostro destino ultimo: trasformarci in una generazione futura che esplorerà mondi per ora a noi lontani. Nell’ipotesi trasformista di Lamarck, che si ispira a un tipo non umano nel quale saranno aboliti il dolore morale, la bontà e l’amore, soli veleni corrosivi dell’inesauribile energia vitale. Solo interruttori della nostra possente elettricità fisiologica. Lamarck credeva possibile un numero incalcolabile di trasformazioni umane, e dichiarando che nella carne dell’uomo dormono delle ali.
Conclusioni Inevitabilmente tutte le applicazioni tecnologiche da me raccontate, avrà (e sta già avendo) un potente effetto devastante sulla condizione umana. Usciamo dalla nostra vita agiata e sforziamoci di rimanere umani e sovrani delle nostre azioni. Il cammino degli oligarchi tecnocratici deve essere interrotto da una rinascita spirituale che ricomponga l’unità interiore degli individui umani, e dell’umanità con la Natura. Se tendenzialmente mi sono espresso negativamente riguardo al Transumanesimo, non mi riferivo all’utilizzo terapeutico delle biotecnologie (volto a correggere patologia o difetti), ma ad interventi “migliorativi” che porterebbero ad uno stravolgimento dei fondamenti biologici. Il dispositivo tecnologico, oltre a non possedere dispositivi intelligenti di libero arbitrio non può esprimere sentimenti di felicità, disappunto, tristezza se non attraverso sterili simboli di “faccine” colorate. In questa fusione dell’uomo e della macchina non è quest’ultima a umanizzarsi, ma il primo a disumanizzarsi. Questo lento ma inesorabile processo già ampiamente in atto, con il pensiero umano imbrigliato sempre più nei protocolli della Tecnica e in divenire sempre più tecnomorfo. L’individuo definitivamente atomizzato è il consumatore perfetto: resiliente, socialmente e politicamente inerte, inconsapevole e disarticolato nell’identità sessuale come conseguenza dell’affermazione dell’individualismo competitivo e frammentato nelle relazioni sociali. Ecco a voi il manifesto del Transumanesimo, e se risulta di più facile comprensione con le parole di Benedetto Croce: Il legno in cui è ritagliato Pinocchio, rappresenta l’Umanità.
Mario Pluchino

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2 commenti

Renato 28 July 2023 at 10:36

Perfetta ricostruzione… molto, forse troppo articolata e profonda nei contenuti per essere assorbita in toto dai “Non completamente eruditi e Sul Pezzo”
Come sempre un ottimo lavoro…

.-)

Rispondi
Marco 15 August 2023 at 21:29

Bella riflessione signor Pluchino. Evidentemente lo stato di comfort e dipendenza mentale patologica, che supera ogni riflessione da lei fatta, ci rende passivi e allo stesso tempo attivi e parti ormai del meccanismo che la tecnocrazia propone come progresso per tutti. In realtà i vantaggi saranno per coloro che sempre più potranno permettersi tali sviluppi, gestiti sempre meno dalle istituzioni pubbliche a favore delle corporation e gestori della finanza, che decidono a seconda dell’agenda quale emergenza attivare. Hegel lo chiamava il mostro selvaggio del capitale, che si nutre delle merci e degli uomini unicamente come proprio tornaconto. Chiediamoci i nomi dei finanziatori dello sviluppo della intelligenza artificiale, e dei progetti del transumanesimo, e di coloro che avranno un vantaggio. Il solito leviatano che divora i risparmi della maggioranza per i pochi abbienti. Trovo il suo testo troppo tecnico per noi lettori de La Pagina, che a malapena sappiamo usare il nostro cellulare. Saluti Marco

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