Potevamo stupirvi con effetti speciali. Ma preferiamo la realtà delle cronache in arrivo al termine del Formula 1 Dutch Grand Prix 2023, disputato sul circuito olandese di Zandvoort, località marina nel nord del paese, dalla meteo tanto poco solare quanto ci si possa aspettare sulle coste del nord Europa, come si è poi verificato.
Primo Verstappen di Red Bull. Secondo Fernando Alonso di Aston Martin. Terzo Pierre Gasly, di Alpine Renault.
Tre nomi, tre differenti scuderie con altrettante osservazioni per ciascuna. Ma prima di iniziare, soffermiamoci da chi e perché sul podio non è riuscito a salirci. Se gli assenti hanno sempre torto, stavolta hanno anche un nome: le Ferrari. Nella conferenza stampa pre-gara, i dirigenti delle rosse di Maranello lo avevano detto chiaro: per quest’anno non contate su di noi, saremo pronti nel 2024.
Insomma: chi si scusa si accusa, ed in gara si è visto.
La vettura di Carlos Sainz, malgrado il notevole divario tecnico dagli avversari, almeno ha raggiunto il traguardo.
Il collega Leclerc, invece, al 43° dei 72 giri regolamentari, si è visto costretto ad interrompere la gara causa la inaffidabilità della sua monoposto. Già nelle prove, l’impreciso assetto della sua Ferrari lo aveva portato a schiantarsi contro le barriere a bordo pista obbligando i meccanici a sostituire nottetempo cambio e motore. Tutto inutile. In gara la rossa del monegasco si confermava poco competitiva ed è stata costretta al ritiro dopo un contatto con Oscar Piastri di McLaren, escludendo Leclerc dalla zona punti.
Portiamoci sul podio. La Red Bull di Verstappen ha vinto. Potremmo ricordare che con questa vittoria, la 9° consecutiva nella attuale stagione, l’olandese ha eguagliato il record di Ascari, e di Sebastian Vettel ai tempi anche lui era al volante di una Red Bull. Ma servirebbe a poco, perché sappiamo che nelle gare che mancano al termine Verstappen batterà molti altri record, oltre a laurearsi nuovamente campione del mondo. Accontentiamoci quindi di emozionarci per il campionato degli altri, ovvero tutti escluso il solito capoclasse. Positiva quindi la prestazione del quarantaduenne Fernando Alonso, di Aston Martin, abile nello sfruttare gli errori altrui e decidere il cambio gomme al momento giusto. Benvenuto e meritato anche il terzo posto di Pierre Gasly, di Alpine Renault, che poche settimane fa aveva sostituito l’intero management della scuderia transalpina. Quarto Sergio Perez, l’altro Red Bull, che del compagno di squadra condivide la monoposto, ma non il senso tattico, cambiando gommatura troppo tardi in una gara che ha alternato tempo asciutto, pioggia battente, sospensione di gara decisa con bandiera rossa, e ripresa finale a soli sei giri dal termine ancora sotto la pioggia.
Come sempre, tocca al cronometro giustificare l’ordine di arrivo ed il divario tecnico che ancora rimane tra piloti e scuderie. Primo, dicevamo, è arrivato Max Verstappen. A seguire Alonso, ma distanziato di oltre 3 secondi. Subito dopo troviamo Gasly di Alpine Renault, ma con oltre sette secondi. Quarto è Sergio Perez, a più sette secondi. Quinto Carlos Sainz, di Ferrari, con oltre 12 secondi, mentre Lewis Hamilton ha terminato con un distacco di oltre 13 secondi.
Facile anche interpretare la classifica mondiale piloti: al comando, Max Verstappen con 339 punti, seguito dal compagno di squadra Perez a 201, poi da Alonso, Lewis Hamilton di Mercedes, ed i due ferraristi Carlos Sainz e Charles Leclerc, allineati da un distacco crescente, con 168, 156, 102 e 99 punti.
Confermata anche la graduatoria iridata per i team: Red Bull, Mercedes, Aston Martin, Ferrari e McLaren, rispettivamente a 540, 255, 215, 201, e 111 punti.
Vedremo se le gare rimanenti saranno in grado di sovvertire questi valori.
E lo vedremo presto, la prossima settimana, sul circuito italiano di Monza.
di Andreas Grandi