Robinson, Simpson o Cesaroni, chi sono le famiglie della TV più amate
Il 15 maggio si festeggia la giornata internazionale della famiglia. L’Onu considera la famiglia come “fondamentale gruppo sociale e l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare i bambini”, una tematica importante anche virtualmente: la televisione ha trovato in questo argomento tantissimi spunti che, attraverso le serie televisive, hanno inchiodato davanti al teleschermo sempre una fascia ampia di telespettatori diventando anche un metro per monitorare il cambiamento dei tempi. Sì, le famiglie sono cambiate e lo possiamo dimostrare facendo un passo indietro nel tempo e pensando a quali erano negli anni 70/80 i programmi che andavano per la maggiore. Un esempio eclatante? Vi indichiamo solo i nomi dei membri di questa famiglia e vi sfidiamo ad indovinarli: Richie, Marion, Howard, Joanie con i loro amici Ralph Malph, Potsie e naturalmente Arthur Fonzarelli. Un Lp 33 giri che “girava” in un Jukebox era la sigla della, forse, più famosa serie televisiva dedicata alla famiglia, quella “Sunday, Monday…happy days” che vedeva le vicende di una famiglia americana degli anni 50 con la madre casalinga e i figli “perbene” confermando quello che doveva essere lo stereotipo di quel tempo. Chissà se il ruolo di sciupafemmine di Fonzie, nel 2019 avrebbe lo stesso successo!
Un altro specchio dei tempi erano “I Jefferson” la sitcom con i coniugi George e Whizzy, protagonisti di un’America che iniziava lentamente a dare un ruolo significativo alle famiglie di colore. George era un borghese arricchito grazie alle sue lavanderie, l’unica attività commerciale consentita ai “negri” di una cultura bigotta e retrograda che riusciva a far accettare il suo nuovo status proprio grazie alle battute e alle risate (anche i loro vicini di casa erano una coppia “mista” considerata una famiglia anomala per gli anni ’70). E che dire della numerosissima famiglia Bradford? Otto figli di difficile gestione per una serie andata in onda dal 1977 fino al 1981, sostituiti poi, nel cuore dei telespettatori, dalle gag comiche de “I Robinson” il cui protagonista ormai è famoso solo per le cronache giudiziarie che lo hanno coinvolto per molestie sessuali. In tv però il successo se lo sono meritato anche storie di adozione come quella in cui c’è Arnold e suo fratello Willis che allargano la famiglia trasformandola in un gruppo multiculturale che funziona. Valori positivi quindi, quelli degli anni ’70/80 che hanno lasciato spazio anche negli anni successivi ad un bisogno di concretezza famigliare più vivace e non politicamente corretto come quello de “I Simpson”: gialli, stravaganti, cinici, modernissimi ma in ogni caso sempre uniti.
Jefferson, Bradford, Robinson, Simpson… ma in Italia? Il cognome che vi suggeriamo è Cesaroni e sicuramente vi dirà qualcosa soprattutto riguardo alle famiglie moderne, allargate e complicate da storie di convivenza che se nelle prime serie degli anni ’70 erano impensabili ora sono all’ordine del giorno. E senza allargarsi troppo vi diciamo anche “Vianello”, in quella casa che, seppur senza la presenza dei figli, è stata considerata dagli italiani una delle più belle famiglie della storia della nostra televisione.
Ed ora? Nel 2019 come si chiamano e che ruolo hanno le famiglie in Tv? Il ruolo è quello cinico di gestione del potere in contesti che irreali o, fin troppo veritieri, sono ben lontani dalla televisione di 40 anni fa. E il cognome “Savastano” (Gomorra) o “Lannister” ( Game of Throne) la dicono lunga sulla poca importanza del ruolo della famiglia.
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foto: Ansa