La brutalità verso la donna, dentro e fuori le mura domestiche, è un triste fenomeno che anziché essere estirpato produce ancora dolore, tragedie, efferati delitti.
.“Femminicidio: qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitu’ o alla morte. Uccisione di una donna o di una ragazza”. Così recita il Vocabolario della lingua italiana del Devoto-Oli.
“Femminicidio” spiega con ferocia di cosa ci occupiamo, più di assassinio, di genocidio, che si riferiscono indifferentemente a più generi e classi sociali. Il richiamo alla femmina, creatura considerata infima, subordinata, è esplicito, brutale. E’ l’essere da punire per essere diversa dall’uomo e a lui superiore.
Parola di recente formazione, è entrata prepotentemente nei servizi giornalistici e televisivi di cronaca nera e nelle vicende giudiziarie per sottolineare il crescente fenomeno degli abusi e dell’uso della forza bruta contro spose, compagne, conviventi.
Alcune settimana fa in Italia, l’opinione pubblica è stata scossa dal brutale omicidio di una giovane, prima strangolata e poi data alle fiamme, per opera dell’ex fidanzato, roso dalla gelosia e insofferente alla fine della relazione con lei.
Nonostante l’inasprimento delle pene per chi usa atti di ferocia contro le donne, questi reati stanno registrando un aumento esponenziale. Non si tratta di episodi di improvvisa follia, di raptus, di offuscamento della ragione. Uomini cosiddetti normali infieriscono su spose, amiche, parenti spinti da una concezione ancestrale dei rapporti tra i sessi. Fallocrazia, misoginia vogliono relegare l’altra metà del cielo nei gradini più bassi del consorzio civile. Ma non viviamo in un paese arabo o africano dove vige il disprezzo per le figlie di Eva. Viviamo nella culla della cultura occidentale che ha dato all’umanità esempi di suprema intelligenza, manifestazioni artistiche eccelse, profonde elaborazioni filosofiche, suggestive scoperte scientifiche. E’ dunque una mentalità retrograda, reazionaria che occorre sconfiggere per far prevalere i valori e i principi delle pari opportunità, della democrazia e della libertà.
Scrivevo tempo fa:”La donna oggi non è più la moglie fedele, tranquilla, cuoca, lavandaia, sarta, stiratrice, collaboratrice casalinga, serva ubbidiente, che tiene la casa in ordine, prepara da mangiare, soddisfa le voglie del marito senza sapere e provare quasi nulla di sesso e di erotismo. La donna di oggi è impiegata in ufficio, nelle fabbriche, nei centri commerciali, fa parte dei consigli di amministrazione di importanti aziende, svolge ruoli di repsonsabilità nazionale nel Parlamento, nei partiti, nei sindacati, nelle organizzazioni popolari e a cinquant’anni è ancora giovane e attraente. E’ questa rivoluzione dei costumi, della vita pubblica e del mercato del lavoro che l’ha resa indipendente, non legata al miraggio del matrimonio come unico scopo della vita. Obiettivi importanti sono il successo professionale, l’autostima, una condizione di parità nella vita civile e lavorativa, nell’edificio dei diritti e dei doveri, l’accettazione dei principi morali. Non più vittima del più bieco maschilismo, ma interprete di esigenze di rinnovamento dei costumi, protagonista dele proprio destino”. Affermazioni quanto mai attuali.
Se non vogliamo emulare i paladini dell’oscurantismo e della conservazione, dobbiamo opporci ad ogni minimo atto di prepotenza e di soverchieria verso le rappresentanti del genere femminile.
Ma oltre a questa lotta senza quartiere, è necessario ugualmente combattere ogni forma di prevaricazione, di ostilità, di sopraffazione nei confronti degli indifesi, dei più deboli, delle minoranze, dei diversi, dei fanciulli, degli immigrati, dei rifugiati fuggiti dalle guerre e dalle persecuzioni. Per costruire, uomini e donne insieme, una nuova civiltà, una società più giusta retta dai sentimenti dell’accoglienza, della fraternità, dell’amicizia, della condivisione, del rispetto e dell’amore per il prossimo.
Articolo precedente
Prossimo articolo
Ti potrebbe interessare anche...
- Commenti
- Commenti su facebook