Lo rivela l’Istituto nazionale di statistica olandese e belga, dove il matrimonio gay esiste da circa dieci anni
In Francia la legge sul matrimonio gay è stata appena approvata definitivamente ma le proteste non accennano a diminuire, ma non è della Francia che vogliamo parlare, bensì dell’Olanda e del Belgio, dove il matrimonio gay esiste da circa dieci anni.
No, tranquillizzatevi, non vogliamo tornare sull’argomento del matrimonio gay, vogliamo mettere a fuoco una notizia di cronaca uscita proprio in questi giorni, e lanciata dall’Istituto centrale di statistica olandese. Qual è la notizia? E’ che ogni anno in Olanda si celebrano circa 1300 matrimoni gay, si sposano più le donne (circa 690) degli uomini (circa 610), ma che poi le coppie gay divorziano anche. I divorzi sono circa 150, 100 fra le coppie lesbo e 50 fra quelle gay.
Identica situazione in Belgio, dove fra il 2003 e il 2010 hanno chiesto il divorzio l’11% delle coppie lesbo e il 6,7% delle coppie gay. Da questi numeri parrebbe che le coppie gay siano più stabili delle coppie etero, che si separano in ragione ormai di un terzo, ma in realtà non è così. Si tratta di una percezione sbagliata. Oggi, infatti, si separano in percentuale così ridotta perché chi ha approfittato delle legge sono le coppie già collaudate da anni di convivenza. Non solo. Hanno approfittato della legge quelle coppie che in genere appartengono ad un’altra generazione, quelle dei cinquantenni. La convivenza tra costoro risulta più stabile, dunque, per i motivi prima indicati. Le nuove coppie, invece, quelle formate da giovani, si avvicinano agli stessi standard di separazione e di divorzio delle coppie etero. I divorzi tra queste, infatti, aumentano, al punto che negli Usa (negli Stati dove esiste la legge) e in Canada, ma anche in alcuni Paesi europei, spuntano come funghi gli studi legali specializzati in divorzi per le coppie gay. Si tratta di una vera industria, visto che i divorzi in questi Paesi toccano la cifra del mezzo milione di coppie, un volume d’affari colossale.
Il fatto è che ogni Stato (in Usa e in Canada) e ogni Paese affronta in maniera diversa la fine del matrimonio gay. I motivi delle dispute che portano in tribunali le coppie che si ritenevano inossidabili sono gli stessi: la divisione del patrimonio, l’assegno di sostentamento, l’affidamento dei figli (chi è riuscito nel frattempo ad adottarne uno o anche a farne, nel caso di una coppia lesbo con fecondazione eterologa assistita). Ma ci sono anche aspetti giuridici nuovi, che riguardano i patti sottoscritti prima del matrimonio o contestualmente ad esso e anche il destino degli eventuali figli naturali e legittimi. Ad esempio: in una coppia lesbo chi ha avuto un figlio o da un uomo o dalla fecondazione assistita eterologa ha gli stessi diritti sul bambino di chi nella coppia è rimasto estraneo alla vicenda ed è solo un genitore legittimo ma pur sempre solo giuridicamente? Tocca agli avvocati e ai tribunali decidere in materia. Si spiega così perché gli avvocati siano favorevoli al matrimonio gay o alle unioni civili: per loro, al di là della legittimità del diritto, è tutto lavoro che produce benessere.
L’anno scorso, negli Usa, quando il giudice ha chiesto ad una coppia lesbo cos’era andato storto nella loro tanto agognata relazione, l’interessata aveva risposto: “Non abbiamo mai detto che saremmo state perfette se ci avessero riconosciuto il diritto di sposarci, o che ci saremmo amate più di chiunque altro. In fondo siamo esattamente come tutti gli altri”.