Il Consiglio federale ha avviato la procedura di consultazione concernente l’Accordo con l’UE sullo scambio automatico di informazioni a fini fiscali
La Svizzera e i 28 Stati membri dell’UE intendono raccogliere i dati dei conti dal 2017 e scambiarli dal 2018, una volta create le necessarie basi legali. Con l’attuazione dello standard globale la Svizzera e l’UE contribuiscono in modo importante a ostacolare l’evasione fiscale. L’Accordo si iscrive nella politica del Consiglio federale in materia di mercati finanziari che mira all’imposizione conforme a livello internazionale.
L’Accordo bilaterale è stato firmato lo scorso mercoledì a Bruxelles dal Segretario di Stato, Jacques de Watteville, dal ministro delle finanze lettone, Jānis Reirs, in qualità di rappresentante della presidenza UE e dal commissario europeo Pierre Moscovici. L’Accordo sullo scambio automatico di informazioni a fini fiscali è applicabile a tutti i 28 Stati membri dell’UE e riprende integralmente lo standard globale per lo scambio automatico di informazioni a fini fiscali dell’OCSE (standard globale). Finora circa 100 Paesi, tra cui tutte le più importanti piazze finanziarie, si sono dichiarati favorevoli all’introduzione dello standard globale. Un primo gruppo di circa 50 Stati porrà in vigore lo standard già nel 2016. L’Accordo tra la Svizzera e l’UE dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2017 e il primo scambio di dati dovrebbe avvenire nel 2018, a condizione che le procedure di approvazione in Svizzera e nell’UE si concludano in tempo utile.
A livello formale l’Accordo firmato è un Protocollo di modifica che sostituisce l’Accordo tra la Svizzera e l’UE sulla fiscalità del risparmio, in vigore dal 2005. Nell’interesse della piazza economica svizzera il testo mantiene tuttavia l’attuale esenzione dall’imposta alla fonte di pagamenti transfrontalieri di dividendi, interessi e canoni tra società consociate.
L’Accordo è in linea con il mandato di negoziazione adottato dal Consiglio federale l’8 ottobre 2014. Formalmente non è possibile collegare l’introduzione dello standard globale ad altri temi fiscali e finanziari. Negli ultimi anni diversi Stati membri dell’UE hanno avviato o potenziato programmi di regolarizzazione. La questione della regolarizzazione del passato con gli Stati limitrofi e i maggiori Stati membri dell‘UE può pertanto essere considerata ampiamente risolta.
Nell’ottica di un miglioramento dell’accesso al mercato, sono stati condotti i primi colloqui esplorativi con l’UE concernenti la fattibilità e la possibile impostazione di un accordo settoriale sui servizi finanziari. Il loro proseguimento dipenderà dagli ulteriori sviluppi delle relazioni con l’UE in generale e della questione relativa alla libera circolazione delle persone in particolare. Per quanto riguarda le procedure di riconoscimento in corso sull’equipollenza della normativa e della vigilanza svizzere (Solvency II, controparti centrali), la Commissione europea ha prospettato una conclusione positiva a breve.