Paolo Gentiloni è il nuovo ministro degli Esteri
Giornalista, esperto di comunicazioni, portavoce del sindaco Francesco Rutelli, parlamentare di lungo corso, Paolo Gentiloni arriva alla Farnesina portandosi dietro una carriera politica cominciata nelle stanze del Campidoglio. Nato a Roma il 22 novembre del 1954, laureato in Scienze Politiche, giornalista e deputato dal 2001 con la Margherita, di cui è stato uno dei fondatori, Gentiloni si avvicina all’attività politica all’inizio degli anni ’90, quando Francesco Rutelli lo chiama per affidargli l’incarico di portavoce del sindaco e di assessore al Turismo e al Giubileo. In realtà l’impegno politico di Gentiloni comincia molto prima, all’epoca del liceo. È iscritto al “Tasso”, storico istituto classico tra i più antichi di Roma e poi all’università, dove milita nelle fila della sinistra extra parlamentare, con il Partito di unità proletaria. Terminati gli studi intraprende la professione di giornalista che interrompe proprio per seguire la campagna elettorale di Rutelli per il Campidoglio, dove lavora per sette anni, fino al 2001 quando viene eletto per la prima volta alla Camera. Con la Margherita ha fatto il responsabile delle campagne elettorali ed è stato responsabile della Comunicazione, settore che ha seguito anche da componente della IX commissione Poste-Telecomunicazioni e Trasporti a Montecitorio e, in seguito, anche da presidente della commissione di Vigilanza Rai nel 2005. Rieletto alla Camera, nel 2006 Romano Prodi gli affida il dicastero delle Comunicazioni che lascia nel 2008 alla caduta dell’esecutivo. Ha fatto parte del ‘Comitato dei 45’ che ha promosso la costituzione del Pd. Nel 2012 si è presentato alle primarie del centro sinistra a Roma per la candidatura a sindaco piazzandosi terzo, alle spalle di David Sassoli e dell’attuale sindaco, Ignazio Marino.
I dossier sul tavolo
Dalla crisi ucraina e dai rapporti con la Russia alla Libia, dalla sfida posta dallo Stato islamico al caso marò. Sono questi i dossier che il nuovo ministro degli Esteri Paolo Gentiloni si troverà sulla scrivania alla Farnesina, da cui si è congedata Federica Mogherini, pronta a volare a Bruxelles per ricoprire l’incarico di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea.
Ucraina – Quinto titolare della Farnesina in poco meno di un anno e mezzo, Gentiloni dovrà concentrarsi su una serie di fronti caldi anche nella sua veste di presidente di turno dell’Unione Europea fino al prossimo 31 dicembre. La prima delle crisi aperte è quella ucraina: mentre è uscita la notizia di un accordo tra Kiev, Mosca e Ue sulle forniture di gas, il nuovo ministro, nel solco di quanto fatto finora dalla Mogherini, dovrà lavorare, insieme ai partner europei, per incoraggiare le parti ad attuare gli accordi per una soluzione politica del conflitto, che porti alla fine delle sanzioni contro la Russia, di cui l’Italia resta un partner privilegiato. All’indomani del voto nelle regioni dell’est dell’Ucraina, Gentiloni ha affermato che “L’Italia non riconosce l’esito delle ‘elezioni’ tenutesi nelle autoproclamatesi ‘Repubbliche popolari’ di Donetsk e Lugansk”. Inoltre “L’attuazione delle intese di Minsk del 5 e 19 settembre rimane l’unica base negoziale per garantire all’Ucraina e all’intera area la stabilità necessaria. Non esiste alternativa alla soluzione politica della crisi – ha detto il titolare della Farnesina – come il governo italiano ha sempre ribadito, in particolare in occasione del vertice Asem del 16-17 ottobre a Milano”.
Libia – C’è poi il caos libico: nelle settimane scorse, su impulso del nostro Paese e con la mediazione delle Nazioni Unite, è stato avviato il dialogo per la riconciliazione tra le parti in lotta nel Paese che è vitale per le forniture di petrolio e per la gestione dei flussi migratori.
Marò – Altro dossier aperto è quello dei marò, una questione alla quale Farnesina, ministero della Difesa e Palazzo Chigi lavorano incessantemente ma mantenendo un basso profilo, per arrivare ad un’intesa con l’India a quasi tre anni dall’incidente per il quale sono stati arrestati Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. E infatti una telefonata ai due marò è stato il primo atto di Gentiloni. I “primi due colloqui” sono stati con i marò Latorre e Girone “per rinnovargli la continuità del governo” in quello che è un “impegno assolutamente prioritario”. A riferirlo è stato lo stesso Gentiloni spiegando che la telefonata con Latorre, che attualmente si trova in Italia e Girone, in India, ha voluto sottolineare l’importanza che ha per il governo il caso dei due fucilieri. “È in cima alla nostra agenda”, ha detto il neo titolare della Farnesina.
Medio Oriente – Sul fronte mediorientale, come sempre, sono numerosi i focolai di crisi. Si va dalla minaccia posta dall’avanzata dello Stato islamico in Siria e in Iraq, con l’allarme per i jihadisti partiti dai Paesi europei, tra cui l’Italia, e che potrebbero rientrare in patria per colpire i simboli dell’Occidente, al processo di pace in Medio Oriente, che procede, quando procede, a singhiozzo. Fino al dossier sul nucleare iraniano, in vista della scadenza del 24 novembre per arrivare ad un’intesa definitiva.