La Close si fa uomo e sfiora l’Oscar con la delicata tematica dell’omosessualità femminile. Albert Nobbs sarà visibile in Svizzera dal 19 aprile
Celebre la sua interpretazione in „Attrazione fatale“ con Michael Douglas, quando veste i panni di una sensualissima e spietata donna in carriera, Glenn Close mette da parte i tacchi per indossare gli abiti più sobri e meno fatali di Albert Nobbs, un cameriere capace e affidabile. Non è la prima volta che la Close interpreta questo ruolo, lo ha già fatto in teatro qualche tempo fa, nel 1982, e da quel momento l’attrice è rimasta così legata al personaggio tanto che lo ha riportato in vita sul grande schermo. Un’interpretazione che le è valsa la nomination all’Oscar, perso per un soffio. Non dimentichiamoci, però, che si trovava a competere con la Lady di ferro di Meryl Streep. Ad ogni modo la sua interpretazione non è passata inosservata e non sono certo mancati gli apprezzamenti.La Close aveva amato fin da subito la storia di questo cameriere di un hotel di Dublino del primo novecento che decide di fare credere a tutti di essere un uomo pur di avere una carriera leggermente migliore di quella prospettata alle donne di servizio e guadagnare tanto da aprire successivamente una propria attività, una tabaccheria. Tratto dall’omonimo racconto breve dell’irlandese George Moore, Albert Nobbs di Rodrigo Garcìa, è un progetto riuscito per la volontà e la caparbietà di Glenn Close che, come abbiamo detto, dopo aver interpretato il personaggio a teatro ha tentato in tutti i modi di realizzare un film: „inseguo questo personaggio da quasi trenta anni. Lo interpretai a Broadway nel 1982, da allora ho fatto di tutto come attrice, ma non ho mai smesso di pensarci, tanto che, stavolta, ho voluto partecipare alla sceneggiatura ed esserci come produttrice, alla mia età i bei ruoli devi cercarteli, te ne offrono ben pochi. Credo che Albert sia un grande personaggio e la storia, in tutta la sua disarmante semplicità, è molto potente dal punto di vista emotivo“, spiega l’attrice. Da allora all’inizio delle riprese, partite nello scorso dicembre, sono passati quasi trent’anni. Un lasso di tempo che spiega bene quanto questo film stesse a cuore alla Close che è affiancata da un grandissimo cast fatto sia di attori affermati come Brendan Gleeson che da attori giovanissimi come Mia Wasikowska e Aaron Johnson.
La trama, quindi, ruota attorno alla storia di Albert, cameriere in un grande albergo della capitale irlandese. Albert è un tipo di poche parole, ma che svolge il suo lavoro in maniera impeccabile nell’albergo che sembra corrispondere a tutto il suo mondo. La sua vita tranquilla viene però sconvolta dall’arrivo in albergo di Hubert Page, un pittore col quale Albert è costretto a dividere la stanza. Hubert scopre subito che Albert in realtà è una donna, ma invece che rivelarsi una minaccia, si rivela un evento positivo perché in realtà Hubert è una donna che si finge uomo, proprio come Albert. Finalmente qualcuno con cui parlare, condividere ricordi ed esperienze e al quale confessare sogni e speranze come il fatto che Albert sta risparmiando fino all’ultimo scellino per poter rilevare un’attività commerciale da gestire possibilmente insieme ad una compagna, seguendo appunto l’esempio incoraggiante di Hubert, che dopo essere stata la moglie maltrattata di un imbianchino, ha cambiato vita ed è felicemente accompagnata ad una simpatica sarta. Albert spera di poter fare altrettanto e, magari vincendo un po’ la sua timidezza, dichiarare i suoi sentimenti alla cameriera Ellen, interpretata da Mia Wasikowska. Certo non si vedono spesso film di ambientazione storica che guardano da vicino le problematiche legate alla tematica dell’omosessualità femminile. Forse è anche questo aspetto che ha reso il film meno apprezzabile di quanto invece sarebbe dovuto essere sia per la delicatezza con cui si affronta la tematica che per il personaggio così amato dall’attrice.