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22 November 2024
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STORIE di Gianni Farina

Gli eroi dimenticati della tragedia di ARSIA in Istria

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 185 minatori periti nella miniera il 28 febbraio del 40

Gli anni trenta quaranta del secolo che fu. Il sostegno passivo e di massa al dittatore che ha creato l’impero di carta in cui si infrangeranno i sogni della gioventù italica in terra abissina e libica.
“Faccetta nera, sarai romana e per bandiera tu c’avrai quella italiana!”
Povera fanciulla, Amhara e Tigrina, dell’altopiano etiopico, violentata nell’abbraccio al milite inviato dal duce Mussolini a soggiogare i barbari di Menelik. L’Italia ha creato l’impero e subisce il castigo della Società delle Nazioni per i suoi atti di dominio e repressione.
Scattano le sanzioni per colpire, dietro la facciata imperiale, la già fragile economia del paese. L’Italia ha bisogno di materie prime.
Nasce Arsia, conglomerato costruito dal regime fascista nel 36- 37 per l’insediamento delle famiglie dei minatori impiegati nelle vicine miniere di carbone. A causa di un insensato sfruttamento avvennero ogni anno incidenti mortali. Tredici nel 37, sette nel 39.
Il 28 febbraio del 40, il più grave: 185 minatori perirono tragicamente nel profondo della miniera. La stampa fascista di allora censurò la notizia. Dal 45, dopo la guerra, lavorarono nella miniera i prigionieri italiani condannati dal regime jugoslavo di Tito ai lavori forzati.
L’Istria fu perduta e si assistette all’esodo di massa di un popolo umiliato e sconfitto.
È storia di ieri. Oggi si ricompone la verità.
La penisola, il villaggio, il suo mare, un popolo in attesa dell’ ora in cui, 77 anni fa, il grisù, ribellatosi alla violenza dell’uomo, portò con se nel profondo dell’ Ade  185 musi neri italiani  ad Arsia ( RASA in Croato) nella terra istriana.
È una tragedia, da tempo immemorabile, dimenticata. Sia dal regime fascista italiano di quel tempo, che da quello jugoslavo che gli succedette. E per ragioni politiche vili per cui le anime di quegli eroi ancora vagano nell’ immensità dell’universo in attesa di ritrovare il sentiero che conduce all’eremo della pace eterna.
Da qualche tempo, il 28 febbraio di ogni anno, le autorità cittadine  istriane commemorano i minatori periti.
Alcuni dirigenti dell’emigrazione, in particolare Graziano del Treppo, sindacalista nonché esponente di prestigio della comunità italiana in Francia, hanno cercato il contatto con i connazionali dei paesi europei, in particolare del Belgio, perché si potesse  accomunare nella memoria e nel riconoscimento  la tragedia di Arsia a Marcinelle meta del pellegrinaggio ogni 8 Agosto di tanti connazionali venuti dall’Italia e da ogni regione europea a ricreare il senso di una storia permeata di tanta e intensa emozione e rimpianto.
Grazie ai contatti di Graziano, è scoccata l’ora del sogno perseguito attraverso il protagonismo di uomini e donne che hanno vissuto l’esodo di massa del triste dopoguerra italiano e costruito, nel corso dei decenni, le organizzazioni dedite all’affermazione dei valori di solidarietà e fraternità tra le genti. L’associazione “ Solidarité Internationale Mineurs,” presieduta dal grande sindacalista italo belga, Italo Rodomonti, ha raccolto l‘appello per scendere in Istria con un vasto gruppo di lavoratori.  Una forte emozione, una presenza, una storia, un cuore, un’anima in rappresentanza degli eroi di Marcinelle  nell’abbraccio con i fratelli della penisola istriana.
Marcinelle ha porto la mano ad Arsia perché anche questa tragedia, da troppo tempo dimenticata, trovi il suo spazio nel calendario di una memoria condivisa dell’Italia democratica fondata sul lavoro, come nel primo articolo della costituzione repubblicana.
All’avvenimento del 28 febbraio, organizzato dal sindaco della città mineraria di RASA-ARSIA, Glorija  Paliska Boltenstein, su iniziativa del “ Circolo Culturale Istro-Veneto di Trieste”, encomiabile esempio del superamento di atteggiamenti nostalgici, purtroppo frequenti nel mondo degli esuli istriani, hanno dato la loro adesione  le più importanti organizzazioni sindacali triestine, nonché il segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati,  il triestino Luca Visentini.
L’ora della storia ha sostituito l’oblio degli ignavi unendo Arsia e Marcinelle nell’abbraccio e nella commozione di un ricordo che non avrà fine.
Memoria e compassione per i minatori. Dio li crea e poi li accompagna nell’infinito del creato.

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