Affossata l’iniziativa “1:12 – Per salari equi”, non ci sarà l’aumento della vignetta autostradale, no anche per l’iniziativa dell’UDC a favore degli sgravi per famiglie
In Svizzera i salari dei manager non saranno limitati. È stata bocciata nettamente l’iniziativa “1:12 – Per salari equi” che chiedeva di porre dei limiti alle retribuzioni dei dirigenti di livello più alto, che non avrebbero potuto guadagnare in un mese, quello che gli impiegati guadagnano in un anno: il salario massimo all’interno di un’azienda non doveva superare di oltre dodici volte il salario minimo. Nessun cantone ha approvato l’iniziativa dei Giovani socialisti e anche il 65.3% degli elettori ha depositato un no nell’urna. David Roth, presidente dei giovani socialisti si è detto deluso dei risultati, e fa mea culpa: “Non siamo riusciti a convincere gli elettori del fatto che gli esorbitanti salari dei dirigenti devono avere fine”. Comunque è solo il primo passo verso altre iniziative in questo senso. I contrari valutano la sconfitta dell’iniziativa come un’importante decisione per l’economia svizzera e come dimostrazione che la popolazione non desidera un’ingerenza dello Stato nella politica salariale delle imprese.
Non ci saranno deduzioni fiscali per i genitori che accudiscono personalmente i figli e resta la deduzione per i genitori che affidano a terzi, contro pagamento, la custodia dei figli. L’iniziativa dell’UDC è stata chiaramente bocciata sia da quasi tutti i Cantoni (20.5 contro 2.5) sia dalla popolazione con il 58.5% contro il 41.5% di favorevoli. Ha dunque graffiato la campagna dei contrari, che si sono detti soddisfatti per l’esito positivo della votazione. Gli argomenti di politica finanziaria, come i mancati introiti per l’erario di Confederazione e Cantoni, valutati a circa 1.4 miliardi di franchi, sono stati il cavallo di battaglia. Argomento che i promotori, per voce di Nadja Pieren, consigliera nazionale UDC, hanno timbrato come “falsità i numeri sui costi, con cui hanno operato”.
Sorpresa per il referendum contro la modifica della legge sul contrassegno stradale che prevedeva l’aumento del prezzo del contrassegno annuale da 40 a 100 franchi e che avrebbe finanziato la manutenzione e la sistemazione dei circa 400 chilometri di strade nazionali. La maggioranza degli elettori, il 60.5%, si è espressa contro l’aumento, come pure tutti i Cantoni. Il rifiuto dell’aumento è deludente per i Cantoni. Per Pascal Broulis, presidente della Conferenza dei governi cantonali, “la campagna è stata gestita male. Il Dipartimento federale dei trasporti non ha saputo dire chiaramente, dove sarebbero finiti i soldi”. Il Touring club svizzero (TCS) ha commentato il risultato “con la mancata trasparenza verso i cittadini, che vogliono avere garanzie e contropartite quando si aumentano le imposte”. Per la questione dei 400 chilometri di strade, sarà il Dipartimento federale dei trasporti (DATEC) a riprendere in mano la questione.