Un operatore del servizio sociale chiama “parassiti” e “lazzaroni” una famiglia di eritrei. Al parco giochi una donna araba, che gioca con i suoi figli, viene chiamata “araba di merda”. Due poliziotti dicono ad un uomo di colore che si avvicina alla sua auto: “Figuriamoci se uno come te può avere un’auto come quella”. Raccogliendo una serie di testimonianze su episodi di razzismo, denunciati presso una delle sedi della “Rete di consulenza per le vittime del razzismo”, creata nel 2005, la Commissione federale contro il razzismo – CFR – ha pubblicato un rapporto dettagliato sui casi di razzismo segnalati nell’ultimo anno. Il rapporto rivela che anche nel 2015, come negli anni passati, molti degli episodi segnalati si sono verificati sul posto di lavoro: con 47 casi è infatti l’ambito più colpito dalle discriminazioni.
Tra i più frequenti motivi di discriminazione, troviamo al primo posto l’intolleranza verso gli stranieri, subito seguita dal razzismo nei confronti dei neri, con 60 segnalazioni, e dall’ostilità antimusulmana che, con 53 denunce, ha subito un aumento dell’11% rispetto allo scorso anno. “I flussi migratori, la crisi siriana e soprattutto gli attentati terroristici compiuti in nome dello Stato islamico IS, spesso hanno innescato reazioni di rifiuto, più o meno esplicite, nei confronti dei cittadini di fede musulmana”, commenta Martine Brunschwig Graf, presidente della CFR.
Un’analisi più approfondita delle segnalazioni mostra due dati rilevanti: gli episodi di intolleranza si sono verificati soprattutto sul posto di lavoro o nel proprio quartiere o vicinato, e sono stati messi in atti perlopiù sotto forma di insulti.
Un balzo in avanti anche per gli episodi di antisemitismo e di ostilità nei confronti di persone provenienti da Paesi balcanici.
Malgrado rappresentino una percentuale relativamente esigua della popolazione, le persone di origine africana sono le vittime più frequenti degli episodi di discriminazione (85). Non sorprende, invece, che in seconda posizione si collochino le persone di origine europea (60), poiché la maggioranza della popolazione straniera residente in Svizzera proviene appunto da Paesi dell’Unione Europea, da Paesi balcanici e dalla Turchia. Tra le vittime registrate nel 2015, figurano anche numerose persone provenienti dal Medio Oriente (21) e dall’area Asia/Pacifico (15).
Infine, le discriminazioni nei confronti degli italiani sembrerebbero appartenere al passato, eppure ben 5 segnalazioni sono arrivate proprio da persone di origina italiana: e non sono poche, considerando che 9 casi hanno riguardato marocchini e 7 casi nigeriani.
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