Il cantautore romano vi aspetta per due eccezionali date, il 3 e il 5 maggio, al Volkshaus di Zurigo!
Stai vivendo un periodo intenso che ti vede impegnato in una tournée di successo, hai festeggiato 70 anni, ma anche gli oltre 40 anni di uno dei tuoi album di maggior successo con uno straordinario evento a Roma…
Sì, l’8 marzo ho festeggiato gli ormai 41 anni di ‘Sotto il segno dei pesci’ e io ho compiuto 70 anni! “Sotto il segno dei pesci” è del 1978, è un album importante che segna un passaggio epocale della mia storia musicale, lo considero un disco innovatore e in questo evento mi ha portato a suonare sia con la mia antica band che con quella nuova. Porto sul palco tutti gli anni della mia vita, tutti i dischi, è quindi davvero molto lungo ma il pubblico sembra gradire. Il concerto doveva essere solo un evento all’Arena di Verona il 21 settembre del 2018 ma il messaggio è stato così forte che non mi sono più fermato. A me piace molto e mi diverto nei concerti molto lunghi. Abbiamo fatto tappe con tre ore e 50 minuti di concerto. Il tempo passa in fretta, forse è solo la mia voce che ne risente, infatti non faccio mai due date una dopo l’altra, anche se a Roma ho fatto l’8 e il 9, pur avendo avuto una disavventura. La notte prima, infatti, stavo morendo soffocato. Per fortuna il nostro lighting designer, Max Tomasino, mi ha salvato con la manovra di Heimlich altrimenti sarei morto proprio il 7 marzo!
Un giorno particolare, l’8 marzo, ti ha permesso di fare anche un omaggio alle donne: puoi parlarci dell’importanza della figura femminile nelle tue canzoni?
Basta elencare tutti i miei brani: Marta, Lilly, Eleonora, Giulia, Sara, Cristina… sarà un caso, ma la figura femminile è sempre stata importante per me a cominciare dai tempi in cui ero un ragazzino quando ho avuto molti complessi. In quegli anni era molto forte la solitudine e la discriminazione e ho sentito il mondo femminile molto vicino. In questo modo la mia sensibilità si è sviluppata attorno alla donna che ho sempre considerato una compagna di viaggio, una compagna di vita. Per me è normale che l’8 marzo sia tutti i giorni.
Un altro punto fermo della tua vita è Roma. La tua città è spesso protagonista dei tuoi testi. Come vedi la tua Roma di oggi?
Roma è sempre la stessa città. I problemi di Roma sono gli stessi da anni e anni, però è talmente bella che rimane un sogno. È una città stupenda, basta un raggio di sole per mettere in evidenza le sue bellezze. Deve essere vista attraverso gli occhi di chi la vive. È vero che i problemi ci sono per i romani: chi come me vive a Roma può maledirla per benedirla subito dopo e ringraziare di essere nato in questa città stupenda. Non si può fare un discorso politico su Roma. Nelle mie canzoni Roma diventa poesia perché è fondamentalmente una città romantica, poetica, anche se, come tante altre, è una città che può essere cattiva.
Ma la politica è stata parte integrante del tuo percorso musicale. Oggi è ancora possibile fare musica e parlare di politica?
Certo, però la politica dei partiti è una cosa, poi c’è la politica delle canzoni, fatta di opinioni di vita. Le nostre opinioni si esprimono nelle canzoni, nella musica, nell’arte e si fa attraverso un punto di vista molto preciso. La politica che ci dovrebbe rappresentare, quella dei partiti, mi sembra di vedere che lavora più sulle parole che sui fatti, più sulla semantica che sulla realtà e ci rappresenta davvero poco. Le persone si fanno un’idea e cercano qualcuno che possa risolvere i propri problemi ma attualmente non c’è nessuna forza politica che riesca a risolverli. La politica di sinistra dovrebbe essere più vicina alla gente ma ultimamente non è stato così, spero che cambi e – mi riferisco al Pd – che Zingaretti riesca ad avere il linguaggio e gli argomenti sufficienti per andare tra la gente e risolverne i problemi.
A proposito di opinioni, non ti sei mai risparmiato nell’esprimere le tue. Per esempio, sei molto attivo sui canali social: come ti rapporti con questi mezzi di comunicazione?
Molto male (ride!). Ogni parola che dico viene adoperata da una parte e dall’altra. Rischio continuamente di diventare contemporaneamente di destra, di sinistra, della Lega, del MoVimento, perché ho sempre detto quello che credo e tutti vorrebbero che la pensassi come loro. È un grande onore per me ma la verità è che sono delle opinioni molto semplici, lineari e decise. Qualcuno estrapola le mie parole, usandole a suo piacimento. Dovrei passare il tempo a querelare i giornali ma non fa niente, perché chi mi segue sa perfettamente come la penso e c’è una perfetta armonia tra me e il mio pubblico. A me interessa che il pensiero arrivi attraverso le mie canzoni dove deve arrivare, dritto al cuore delle persone.
Il tuo pubblico è davvero vario. Come riesce la tua musica ad incontrare i gusti di persone tanto diverse?
Semplicemente perché cerco di interpretare il tempo con il mio linguaggio e le mie idee. A me interessa vivere il mio tempo, non il passato, così come mi interessa anche avere idee per il futuro. Al contrario di alcuni colleghi, ho un pubblico fatto generalmente di ragazzi ma la cosa particolare che accade con il tour “Sotto il segno dei pesci” è che riesco a ritrovare anche il pubblico della mia età che finalmente rivedo ai miei concerti! In questo modo riesco a mettere in relazione diverse età: al mio concerto trovi la 16enne accanto al 60enne creando così con le mie canzoni un ponte generazionale che è una cosa che mi interessa molto.
Finalmente abbiamo l’opportunità di risentirti a Zurigo!
La Svizzera mi interessa tantissimo perché sono tanti anni che non vengo. Conosco benissimo la Volkshaus, ci ho suonato negli anni ’80, poi nel ’92 feci l’Hallenstadion. Ritornare adesso e alla forma del teatro mi piace molto perché suoneremo unplugged. Questo non vuol dire che non ci sono strumenti elettronici, la band è ridotta ma il prodotto non cambia, è sempre un grande concerto che promette grandi emozioni.
Quella che inizialmente doveva essere una sola data si è raddoppiata…
Sì, veniamo per due date: doveva essere solo il 5 maggio ma è sold out già da molto tempo. Per questo è stata aggiunta la data del 3 maggio. Con mio profondo piacere starò a Zurigo per qualche giorno. Sono stato a Basilea nel 2013 ed è stata una bella esperienza, per cui ho detto perché non fare tappa a Zurigo che è vicina e possono venire facilmente persone di lingua italiana ma anche tedesca e francese.
Nel frattempo sto anche scrivendo e registrando il mio nuovo disco che ha molto di me nel futuro. Nessun inedito però ai concerti di Zurigo: per quelli ci risentiamo magari tra un anno. Sono talmente tante le mie canzoni da far ascoltare! Mi riempie d’orgoglio che la gente torni sempre a sentirle tante volte, non mi occorre un disco nuovo per fare bellissimi concerti.
Ma allora cosa ci si deve aspettare dalle due date zurighesi?
Non sarà “Sotto il segno dei pesci” come quello che porto in Italia, seguirò un’altra scaletta. La cosa mi piace molto perché posso spaziare, sono molto libero quando faccio questi concerti molto forti e comunicativi, dove posso anche procedere con un piccolo racconto e dove c’è anche la voglia di vedere la faccia delle persone e comunicare con loro.
La scaletta è già pronta ma non ve la svelo. C’è un po’ di tutto: anni ‘70-80-90 e 2000, è un concerto che riguarda un po’ tutti. Sarà un bel concerto con una bellissima atmosfera da club e per me che arrivo dal folkstudio è l’ideale. Quindi ci vediamo lì e sono contento di questo. Mi sono chiesto perché per anni non son tornato… si vede che è questo il momento giusto!
Eveline Bentivegna
foto: Ansa