Si sente meno dolore quando ci si fa male
Lo facciamo quando sbattiamo il piede contro un comodino, quando ci bruciamo perché il tè ancora era troppo caldo o quando sbattiamo la testa…gridiamo “ahia”. Gli scienziati dell’Università di Singapore hanno rivelato le ragioni di queste grida spontanee e hanno dimostrato perfino come queste ci aiutano a tollerare il dolore. Lo studio ha visto 56 partecipanti a cui è stato chiesto di immergere le mani in acqua così fredda da causare dolore. Il risultato: quelli che gridavano “ahia” erano capaci di resistere più tempo al dolore degli altri. Ad alcuni partecipanti era stato chiesto di gridare “ahia”, mentre agli altri era stato chiesto di ascoltare la registrazione vocale di un’altra persona che grida “ahia”, di premere un tasto o di rimanere silenziosi. I gruppi, ai quali era stato chiesto di gridare o di premere il tasto, hanno dimostrato un effetto positivo per quanto riguarda la tolleranza del dolore. In media questi hanno resistito per 30 secondi, gli altri invece per 23 secondi. Questi risultati fanno credere che certe forme di espressioni vocali possono avere un effetto positivo su come affrontiamo il dolore. Una delle teorie dei ricercatori è che l’effetto potrebbe avvenire tramite i processi motrici, i movimenti dei muscoli, usati per gridare, potrebbero interrompere il messaggio di dolore che va dalla parte del corpo esposta al dolore al cervello.
I ricercatori hanno pubblicato i risultati dello studio sul “Journal of Pain”, scrivendo: “Questi risultati forniscono la prima prova che la vocalizzazione aiuta a far fronte al dolore. Inoltre è la prima prova che dire “ahia” modula il dolore. Fino a ora la teoria che la vocalizzazione sia analgesica non è mai stata esaminata”. I ricercatori inoltre hanno notato come le esclamazioni come “ahia” sono simili in tante culture, in Sud Africa ad esempio si direbbe “eina”, in Cina “aiyo” e “ouch” negli Stati Uniti. “È un suono semplice che richiede un minimo controllo di articolazione, mentre massimizza il volume. Così l’uso è molto facile e efficace se si ha dolori.”
Gridiamo più a lungo se qualcuno ci osserva
Gridare però secondo un altro studio non servirebbe solo per minimizzare il dolore, sarebbe soprattutto un mezzo dell’evoluzione molto utile. Il grido, infatti, fa capire anche agli altri che c’è qualcosa che non va. I bambini sono famosi per riprendersi subito da piccole ferite, lo stesso vogliono tutta l’attenzione se capita. Non sarebbe però assolutamente diverso per quanto riguarda gli adulti. Uno studio del 2003 ha osservato come i partecipanti hanno gridato più a lungo e più forte quando altri osservatori erano presenti. Questo dimostrerebbe come lo scopo della vocalizzazione è quello di comunicare agli altri il bisogno di aiuto e l’incoraggiamento di farcela insieme.
Quando gridare invece è controproducente
Gli scienziati affermano: sgridare o ignorare bambini birichini rendono il loro comportamento peggio. Secondo il rapporto della “London School of Economics” inoltre anche punizioni severe avrebbero un effetto sfavorevole, lo studio ha visto 19’000 bambini partecipare.
I ricercatori, sotto la direzione del Dr. Laure de Preux, hanno raccolto informazioni sul comportamento dei bambini a uno, tre, cinque e sette anni dai genitori, inoltre hanno intervistato anche altre persone della vita dei bambini, come insegnanti o fratelli. “Sgridarli eccessivamente, punirli o ignorarli fa aumentare i problemi comportamentali”, questo è il risultato dello studio.