La salute vien leggendo! di Tatiana Gaudimonte
Domande e risposte
Gentile Tatiana,
ho provato molte volte a seguire diete, senza ottenere grandi risultati e rinunciando subito dopo.
Ora ho intenzione di provare nuovamente a intraprendere una dieta, quali sono i primi passaggi da seguire? Quali sono gli alimenti che possono aiutarmi a perdere peso più in fretta senza sentirmi sempre stanca? Posso fare una dieta senza necessariamente farmi seguire da un esperto?
Elisa, 29 anni da Pfäffikon ZH
Cara Elisa,
Se recupera la serie dei miei articoli “A perdere peso sono capaci tutti!”, vedrà che io sconsiglio fortemente di “fare la dieta”, ossia di sottoporsi a un regime ipocalorico tra i tanti pubblicizzati sulle riviste e a volte, purtroppo, dati da cosiddetti specialisti che non hanno compreso che affamare il corpo significa abbassarne il metabolismo ed entrare in un circolo vizioso di diete, rinunce ed effetto yo-yo come quello che ha sperimentato Lei.
Anche perché, diciamolo: quanto è brutto soffrire la fame? La stanchezza che ha provato deriva proprio da un regime alimentare sconsiderato, che ha spento il suo metabolismo nell’illusione di farla dimagrire.
“Perdere peso in fretta”, come chiede Lei, significa perdere principalmente la cosiddetta “massa magra”, ossia quella attiva (da qui la stanchezza). Il peso perso con grandi sacrifici verrà recuperato, con interessi di ulteriore grasso, appena finita la dieta. Questo accade perché, quando rimangia troppo poco, il cervello (e nello specifico, l’ipotalamo), ordina al corpo di consumare meno energia per difendersi dalla “carestia” in cui si viene a trovare e in particolari modo di tenersi strette le riserve di grasso che per il nostro cervello, sono considerati preziosissimi perché potrebbero salvarci la vita in caso di digiuno prolungato (lui non sa che abbiamo il frigo pieno!).
L’unico modo di perdere grasso (non peso) raggiungendo un risultato stabile è quello di dare i giusti segnali di attivazione al nostro ipotalamo, la porzione del cervello che la funzione di “centralina metabolica” e che decide se orientare il metabolismo verso il consumo e il dimagramento o verso l’accumulo di riserve. Un dimagrimento fisiologico in genere non va oltre, in media i due chili al mese, anche se nei primi mesi è possibile sperimentare un calo più marcato se col nuovo regime alimentare si risolvono, per esempio, problemi di ritenzione idrica e/o di intolleranze.
Il colloquio con uno specialista è necessario per fare chiarezza su quali siano questi segnali (e non per farsi dare l’ennesima tabella di cibi pesati, divieti e compagnia bella) in modo che si possa raggiungere, in modo adulto e indipendente, un regime alimentare e uno stile di vita attivo da mantenere tutta la vita senza sforzi e senza “zavorre”.
Cari saluti,
Tatiana Gaudimonte