Vivendo anche io nella modernità, e intendendo l’uso degli strumenti digitali come emarginazione delle forme istituzionali tradizionali a favore di strumenti più veloci, flessibili e mutevoli e soprattutto individuali, vorrei fare la seguente riflessione. La politica segna il passo rispetto a forme private emergenti come le banche, le vere proprietarie dell’economia mondiale che determinano le cadute e destini dei popoli. Parlando di modernità, mi riferisco al mondo del Web2.O (i social network, i blog…). Non vorrei demonizzare l’uso o abuso della tecnologia sempre più invadente e presente. Il mio intento è di fare chiarezza sulle aziende che producono e diffondono un nuovo stile di vita con il nostro placido consenso, e di un uso e consumo delle nuove tecnologie per migliorarci la vita. Chiediamoci di come la nostra presenza digitale cambi i nostri rapporti di amicizie e sentimenti? Per gestori come Facebook o WhatsApp si tratta veramente di gestire amicizie e storie d’amore, o piuttosto di gestire una raccolta di dati spropositatamente illimitata, che è tutt’altro che gentile? Non nasce il dubbio che questa folle velocità digitale, stia cambiando la natura dei nostri rapporti personali?
Oggi alla velocità della luce nascono e muoiono le amicizie con un click, mentre più di vent’anni fa per più di un anno scrivevo alla mia futura moglie delle tenerissime lettere d’amore. Esse avevano oltre al pregio della frenetica attesa, il dono della lentezza, che faceva sì che la conoscenza dell’altra persona era più approfondita e spontanea oltre che limitata a due persone. Si entrava in un rapporto talmente intimo, che il resto del mondo era messo in disparte. Oggi al primo battito di ali o prurito, si proclama ad ogni “followers” e piattaforma il proprio gusto, stato d’animo, gioie e depressioni.
Spesso i rapporti terminano come sono iniziati. Con un gesto del dito indice, che cancella dal nostro gruppo di amici la persona non più interessante per noi. È appurato che molte relazioni grazie ai media sociali riescano ad incontrarsi, superando così le loro paure e timidezze. Grazie all’uso del testo ed evitando la presenza fisica, molte persone esprimono meglio il loro stato interiore e osano andare oltre un primo rapporto tradizionale. Tutto questo relazionarsi immediato tramite il nostro smartphone, favorisce la vita individuale di ognuno di noi. Siamo liberi di creare e disfare rapporti senza alcun senso di colpa. Acquistiamo in tempo reale viaggi, oggetti, droghe, armi e cose impensabile un decennio fa. Se dovessimo forzatamente rinunciare ad esempio a Facebook per un mese intero come reagiremmo? Ecco, dalle risposte, ognuno potrà capire che tipo di persona siamo, e il nostro stato di dipendenza. Alcuni dopo il mese di astensione reagirebbero in modo diverso. “Come se mi avessero tolto il mio giocattolo preferito”. “Come riprendersi una parte della propria vita, o il proprio diario”. “Facebook mi ha ridato finalmente accesso al mondo ecc.”.
La difficoltà maggiore penso sarebbe come riempire questa improvvisa quantità di tempo disponibile, prima così gestita senza sforzo e responsabilità alcuna. In definitiva staccare l’interruttore dei media sociali significa riprendersi la propria vita in modo intensivo, creando delle amicizie reali e gustando realmente il mondo e la natura attorno a noi. Se poi vogliamo indebolire le multinazionali dell’informazione, a cui il nostro destino e felicità non importa una cippa, faremo un servizio gradito a tutta la comunità.
Nonostante la nostra pigrizia mentale, sappiamo molto bene che i nostri interessi, vengono sfruttati come mangime digitale da usare per scopi commerciali, da vendere al miglior acquirente. Dunque un uso più mirato a rendere le piattaforme digitali un servizio, che snellisca molte faccende burocratiche, per il voto diretto su faccende politiche, che informi sull’andamento finanziario delle aziende in modo trasparente, sulla provenienza dei prodotti che acquistiamo, sull’andamento dei processi in corso da anni su faccende di mala politica, corruzione e stato di progetti edilizi aggiornati del mio comune.
Potrei proseguire per pagine ma il messaggio è chiaro. L’utilizzo di Internet per prendere in mano la mia vita, senza darla in mano ad altri. Attivarsi politicamente sulla rete senza più deleghe, a personaggi che fanno del mandato ricevuto un mestiere a vita, con tutti i previlegi che ciò comporta. Per questo non rispondo al gentile invito di un membro politico, che ultimamente mi invitava ad aderire e partecipare attivamente.
Fintanto che i partiti saranno uno contro l’altro, e regnerà l’odio e la dialettica della sopraffazione, i problemi dei cittadini verranno sempre messi in secondo piano. In un futuro non troppo lontano, questa nostro indolenza intellettuale e di partecipazione, farà in modo che un potere sempre più in mano a pochi, controlli intere economie e nazioni. Così da strumento di libertà e ipotetico villaggio globale degli amici e delle buone intenzioni, esso con nostro irresponsabile consenso diventerà l’oppressore principale di ogni democrazia e libertà. Se, invece, le persone cominceranno a punire economicamente i comportamenti furbeschi delle aziende, rendendosi conto che quei comportamenti sono a loro danno in quanto i soldi spesi non generano ricchezza, come dovrebbero, nella propria nazione, allora saranno le multinazionali a dover cambiare atteggiamento.
Rispettiamo il nostro tempo e le nostre risorse, senza seguire ogni moda e consumi sfrenati che ci obbligano a lavorare sempre di più, dimenticando i reali scopi che ci danno felicità e gioia di vivere. Sfruttiamo lo strumento digitale per sapere ad esempio che i 14 Mio. di euro raccolti per la ricostruzione delle zone terremotate nelle Marche, corrispondono ad un anno di spese per trasportare il nostro presidente del consiglio Renzi nel l’Airbus 340-500 che accompagnerà il premier nei viaggi di Stato. Perché questa notizia non appare nei Tg o quotidiani nazionali mi chiedo? Ecco con l’ausilio della rete, io ottengo questa informazione, che mi permetterà di valutare meglio le mie scelte nel giorno del voto. Lo stesso vale ovviamente anche per i nostri rappresentanti all’estero ecc.
L’HOMO DIGITALIS è in grado di mettere in crisi gli Stati (banche) e addirittura di spiarli e metterne a nudo la debolezza. Basta crederci, rimanendo uomini e non diventare sempre più degli algoritmi.
Mario Pluchino
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