I datori di lavoro in tutta la Svizzera si trovano attualmente ad affrontare diverse difficoltà. Prendiamo ad esempio il proprietario di una piccola azienda gestibile. Da un punto di vista puramente economico, non è possibile chiudere semplicemente l’azienda per diverse settimane o addirittura mesi; d’altra parte, i dipendenti hanno diritto a un certo grado di protezione contro il virus. Lo stesso vale per le aziende più grandi, che devono aspettarsi perdite economiche importanti. È quindi necessario trovare una via di mezzo per proteggere i dipendenti da un lato e mantenere il più basso possibile l’impatto economico dall’altro.
1. Dovere di diligenza del datore di lavoro
I datori di lavoro sono tenuti ad adottare misure adeguate e proporzionate per proteggere i propri dipendenti. Di conseguenza, le norme igieniche della BGA devono essere ancora rispettate nei locali dell’ufficio e devono essere forniti tutti i mezzi necessari (come i disinfettanti).
Inoltre, da venerdì, non più di 50 persone sono ammesse in una stanza alla stessa ora. Si consiglia quindi di redigere piani di lavoro e, se possibile, di indirizzare i singoli dipendenti verso l’ufficio di casa.
Se un dipendente si infetta con il coronavirus durante il lavoro, il datore di lavoro può essere ritenuto responsabile se ha violato il suo dovere di assistenza. Per evitare tali situazioni, è quindi consigliabile che i datori di lavoro consultino regolarmente il sito ufficiale dell’UFSP e attuino coscienziosamente le misure precauzionali menzionate.
2. I dipendenti decidono da soli se vogliono lavorare in un ufficio a casa
In linea di principio, questo non è possibile. Fintanto che il datore di lavoro garantisce il rispetto di tutte le misure precauzionali della Confederazione, i collaboratori devono presentarsi al lavoro sul posto di lavoro. In caso contrario, possono essere licenziati senza preavviso.
Tuttavia, possono essere fatte delle eccezioni. Ad esempio, le persone che si trovano nel gruppo a rischio e temono un’infezione al lavoro hanno un maggiore diritto alla protezione da parte del datore di lavoro. Queste sono le seguenti condizioni preesistenti: alta pressione sanguigna, diabete, malattie respiratorie croniche, malattie e terapie che indeboliscono il sistema immunitario, malattie cardiovascolari e cancro. Si consiglia di parlare con i singoli lavoratori ed eventualmente di mandarli a casa se soffrono di una di queste condizioni.
3. Dipendenti in quarantena
Se un dipendente è messo in quarantena, il datore di lavoro non è obbligato a continuare a pagare il salario. Secondo l’art. 63 della legge sulle epidemie, l’autorità che ha ordinato la quarantena deve intervenire.
Si noti, tuttavia, che i giorni trascorsi in quarantena vengono detratti dai giorni festivi. Se non ci sono più giorni di vacanza disponibili, è necessario presentare un congedo non pagato.
4. Conclusione
In linea di principio, si consiglia ai datori di lavoro di consultare quotidianamente il sito ufficiale dell’UFSP e di attuare le misure ordinate coscienziosamente. In caso di ambiguità o controversie riguardanti i dipendenti, si raccomanda di contattare un avvocato il più presto possibile.
Avv. Dominique Calcò Labbruzzo
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