L’avvocato che è rimasto folgorato dal jazz taglia un importante traguardo
“Ci sono due Italie. Una è quella che quando si dice ‘l’avvocato’ pensa a Gianni Agnelli. L’altra è quella che pensa a Paolo Conte. Io sto con la seconda”, avrebbe detto nei suoi concerti Francesco Guccini.
Ed è questa seconda Italia che si è unita al coro degli auguri per il grande artista astigiano nella serata dedicatagli da Sky Arte per i suoi 80 anni. Un traguardo al quale il cantautore si è preparato, per dirla a parole sue “in qualche modo, con fatica, ma la speranza è che ci sia ancora qualcosa da sognare”. A festeggiare con lui ottanta invitati, tanti quanti gli anni da festeggiare: la famiglia, gli amici e i collaboratori e i musicisti più cari.
Sulla torta, alcuni dischi in vinile e una dedica che ha commosso l’aritsta. “Il maestro è nell’anima”. Quindici album in studio, cinque dal vivo, più di 15 milioni di dischi venduti nel mondo, il raffinato cantautore polistrumentista rappresenta una proiezione senza tempo di suo padre e suo nonno, di libri e film fra l’ante e il dopo guerra, disegni e dischi a 78 giri, di motori e concerti.
Compie gli anni proprio nello stesso giorno di un altro grande dello scenario musicale italiano, Adriano Celentano, interprete di uno dei suoi più grandi successi, ‘Azzurro’; suoi anche altri brani che fanno parte del patrimonio della musica italiana: dopo ‘Azzurro’ del 1968, è la volta di ‘Messico e nuvole’ scritta per Enzo Jannacci, nel 1970. Nel 1974 altro successone con ‘Onda su Onda’ interpretata da Bruno Lauzi e nel 1975 si bissa con ‘Genova per noi’ sempre interpretata da Lauzi.
Dopo ben 42 anni dal suo primo disco, ad ottant’anni suonati continua a riempire le sale dei teatri con continui sold out tanto da dover replicare numerose date. Un successo del quale lui stesso si dice ancora stupito, “ma va anche detto che ho sempre lavorato molto. La strada è stata lunga, soprattutto per portare la mia musica all’estero, ma non ho mai finto, sono sempre stato profondamente sincero in tutto quello che ho fatto”.
Nato il 6 gennaio del ’37, Paolo Conte ha seguito gli studi di legge e praticato la professione di avvocato per quarant’anni, ma ha da sempre coltivato una profonda passione per il jazz, fino a farla diventare la sua prima professione. I dischi a 78 giri che lo iniziarono al jazz e ai suoi miti, da Louis Armstrong a Count Basie e Duke Ellington, provenivano direttamente dal continente americano con i bastimenti che arrivavano in Italia. L’avvocato iniziò a mischiare il jazz sporco ed elegante, orchestrale e raffinato, con le atmosfere della provincia del Nord Italia, imbastendolo con le sue letture ricercate. Il risultato? Il successo che tutti conosciamo.
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foto: Ansa