Intervista a Mimmo Cavallaro di Manuela Salamone
I Taranproject conquistano le piazze d’Italia. Chi sono i taranproject?
I Taranproject sono un gruppo che nasce in Calabria, precisamente in Caulonia, in provincia di Reggio Calabria. È un gruppo che io ho iniziato a formare 15 anni fa. Ecco i nomi che lo compongono: Cosimo Papandrea (chitarra, acustica e lira, organetto), Andrea Simonetta (chitarra classica), Carmelo Scarfò (basso), Alfredo Verdini (percussioni, tamborelli), Gabriele Albanese (fiati e danza), Giovanna Scarfò (canto e danza) ed io, che sono una delle voci, suono la chitarra battente e la lira calabrese. Questo progetto nasce da tantissimo tempo, diciamo che è iniziato con il recupero della ricerca delle musiche della Calabria e della Ionica. Per poi proseguire anche nella produzione e nella scrittura di brani propri. Questo è il Taranproject, soprattutto è un gruppo che è nato quasi contemporaneamente alla Taranta-Power di Eugenio Bennato, al Tarantella-Festival a Caulonia. Da 11 anni è il festival più grande che ospita tantissimi artisti a livello internazionale, ma soprattutto ha la caratteristica di promuovere la musica della Calabria, del Meridione d‘Italia. Ogni anno offre stage, corsi e seminari sugli istrumenti tradizionali che sono la lira calabrese, strumento antichissimo di origine greco-bizantina, giunta in Calabria non si sa quando. Quanto poi alla danza, all‘organetto, alla zampogna, il festival si compone di due momenti: ci sono i concerti, dove partecipano migliaia di persone, e c‘è nel pomeriggio la possibilità di partecipare ai corsi, agli studi, ai seminari.
Da dove nasce la passione per i Taranproject e per la tarantella?
Questa passione nasce dal fatto che io già da bambino avevo mio nonno che suonava la zampogna, mia madre è una persona che conosce tantissimi canti popolari calabresi, mio padre anche. E‘ legata anche al fatto di aver abitato da bambino in una zona molto isolata della Calabria, dove ancora non c’erano né la luce, né l’energia elettrica, né le strade e né l’acqua potabile. L’unica cultura era quella contadina, che si è trasmessa soprattutto oralmente e questo significa soprattutto una selezione naturale delle cose più belle. La mia passione nasce da lì, è nata con me.
La televisione segue molto le vostre esibizioni. Che sensazioni provi quando ti vedi in televisione?
Guarda che quando vedo il gruppo in televisione mi fa un enorme piacere, perché vedo che c’è l’interesse anche da parte dei media. Però ascoltandomi e osservandomi, sto sempre attento alle cose che non vanno.
Sei molto critico con te stesso?
Diciamo che mi diverto più a suonare che a guardarmi e ad osservarmi.
In più avete fatto due cd. Raccontaci…
Il primo disco “Sona battenti” è uscito come Mimmo Cavallaro ed è stato prodotto da Eugenio Bennato e Taranta-Power. E‘ un disco che ha visto la luce dopo tantissimi anni di lavoro, con la grande partecipazione di Francesco Loccisano, che è uno dei più grandi suonatori di chitarra battente della zona ionica. Eugenio Bennato è veramente il più grande artista di musica popolare in Italia. Il secondo disco “Hjuri di Hjumari” è stato prodotto da noi, da Taranproject e distribuito a livello nazionale dalla CNI, compagnia Nuove Indye . Il due dicembre ci sarà la presentazione di questo disco a Roma al Teatro Centrale.
Da maggio siete in tour, non solo in Italia, ma anche all’estero. Come reagisce il pubblico all’estero?
Siamo stati a Toronto e la sensazione è molto simile all’Italia, perché c’era tantissima gente che ci ha apprezzato e aveva voglia di divertirsi con la musica, tant’è vero che, pur piovendo durante il concerto, la gente è rimasta con o senza ombrelli ad ascoltare ed a ballare. È stata una prova chiara per noi che la nostra musica piace.
Cosa ci aspetta il 21 gennaio al Volkshaus di Zurigo?
La Svizzera è stata sempre una terra di emigrazione dal Sud d’Italia, anch’io ho lavorato sui cantieri vallesi insieme a mio padre e mio zio che erano stagionali, ho lavorato lì per due anni. La Svizzera è sempre stata una seconda patria per la mia famiglia, conosco tantissime per-sone a Zurigo e suonare per loro per me è veramente un grande onore e una grande soddisfazione. Spero che quella serata sarà veramente una grande festa!
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Intanto, c‘è questo disco, poi saremo il primo e il due dicembre su Raidue, ospiti della trasmissione “I fatti vostri”, dalle 11.00 alle 13.00. Questo per noi è molto importante. Vi invito a vederlo.
Cosa dici ai nostri lettori?
Un saluto a tutti i lettori de La Pagina. Un grandissimo saluto e un abbraccio a tutti gli italiani che vivono in Svizzera. Venite ad ascoltare e a ballare con noi il 21 gennaio al Volkshaus di Zurigo!