Temperature record senza l’influsso del fenomeno El Niño
In un suo rapporto, l’organizzazione Meteorologica Mondiale ha reso noto che l’anno appena concluso è quello più caldo registrato in assenza del fenomeno El Niño, fenomeno per il quale la cessione di calore dalle acque del Pacifico orientale alla bassa atmosfera terrestre porta ad un incremento di temperatura superficiale pari a 0,1-0,2 °C.
“I tre ultimi anni sono stati i più caldi che si siano mai registrati e si inscrivono nella tendenza al surriscaldamento a lungo termine del pianeta”, ha sottolineato il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas. Tanto il 2015 che il 2016 hanno però subito gli effetti di El Niño, con il 2016 che conserva il triste primato di anno più caldo, mentre il 2017 si conferma l’anno più caldo di sempre mai registrato, tra quelli in cui non c’è stata l’azione del fenomeno climatico periodico di El Niño.
La temperatura media globale del pianeta, tra gennaio e settembre, è stata di 1,1 °C più alta rispetto all’epoca pre-industriale (1850), a causa del riscaldamento globale. Durante la scorsa estate, l’Italia è stata citata come uno dei paesi più bollenti del pianeta e con un calo delle precipitazioni più marcato. Con gli ultimi tre anni tutti sul podio, il periodo 2013-2017 diventa il quinquennio più caldo di sempre, da quando le temperature vengono registrate in modo scientifico. Il 2017 strappa il record al 2014, altro anno senza l’influsso di El Niño: rispetto a tre anni fa le temperature medie sono state più alte di 0,17 °C. Per fare un confronto, l’assenza di El Niño e il livello di attività solare hanno reso il 2017 simile al 1972, quanto a ‘condizioni fisiche di partenza’. Rispetto a 45 anni fa, tuttavia, le temperature sono risultate più alte di 0,9 °C.
Dal 1964 al 2017 le temperature globali medie sulla superficie sono salite di 0,17-0,18 °C a decennio, un dato ampiamente previsto dai modelli climatici che tengono conto dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo. Il rapido incremento delle temperature è dovuto anche al fatto che gli oceani terrestri, che assorbono la maggior parte del calore in eccesso dovuto all’effetto serra (fino al 90%, si stima), stanno cominciando a rilasciare in atmosfera questo ‘credito’ accumulato.
“La tendenza di lungo termine continuerà ad essere sicuramente al riscaldamento” ha spiegato Taalas. “Quest’anno abbiamo sperimentato temperature oltre i 50 gradi in Asia, una successione record di uragani ai Caraibi, nell’Atlantico e addirittura fino all’Irlanda, oltre ad alluvioni devastanti provocate da monsoni che hanno toccato milioni di persone e una siccità senza tregua in Africa.
Molti di questi eventi portano il segno dei cambiamenti climatici causati dall’aumento di gas serra dovuto alle attività umane”, ha aggiunto Taalas. Le anomalie sono state evidenti anche in Italia dove lo smog assedia le città e nelle campagne è scattato l’allarme siccità per il caldo record e la caduta a livello nazionale del 79% in meno di pioggia, con una punta del -92% al nord dove in molti territori è stata addirittura del tutto assente, stando ad un’analisi della Coldiretti secondo cui gli effetti dell’alta pressione sono solo l’ultima anomalia del clima pazzo che ha segnato tutto il 2017 durante il quale si sono registrate temperature più alte e precipitazioni nettamente inferiori alla media in tutti i mesi dell’anno, fatta eccezione per settembre.