La popolazione svizzera conferisce buoni voti alla qualità dell’ambiente nei dintorni di casa: il 95% dei residenti la considera molto o abbastanza buona. Leggermente meno positivo è invece il giudizio sulla qualità ambientale della Svizzera nel suo insieme, percepita molto o abbastanza buona dal 92% della popolazione. Il dato cala invece significativamente quando si tratta di valutare l’ambiente a livello mondiale: solo il 23% delle persone residenti in Svizzera ne considera la qualità molto o abbastanza buona. La percezione di una differenza tra la qualità dell’ambiente nei dintorni di casa e nell’insieme della Svizzera è una prerogativa della popolazione svizzero-tedesca. Anche nelle zone rurali viene fatta una distinzione più netta tra i dintorni di casa e il Paese nel suo complesso rispetto a quanto avviene nelle zone urbane. La popolazione residente di nazionalità straniera considera la qualità ambientale della Svizzera molto o abbastanza buona nel 97% dei casi, più spesso quindi degli svizzeri che non vanno oltre il 90%. Tuttavia, i primi, al contrario dei secondi, non percepiscono la qualità dell’ambiente nei dintorni di casa come migliore rispetto a quella del Paese nel suo insieme. Infine, il giudizio sulla qualità ambientale globale peggiora con l’avanzare dell’età e del livello di formazione.
Comportamento della popolazione
Il 45% della popolazione abbassa sempre il riscaldamento se l’abitazione resta vuota per almeno due giorni. Il 21% non lo fa mai anche se non vi sono impedimenti tecnici. Nell’acquisto di piccoli apparecchi elettrici o di lampade, il 35% dei residenti presta sistematicamente attenzione al loro consumo energetico, mentre l’11% non ci bada in nessun caso. Gli estremi sono quantitativamente più vicini per quanto riguarda i consumi alimentari: il 7% si nutre esclusivamente di prodotti biologici, il 9% non li consuma mai. Nel comportamento in materia di riscaldamento non emergono differenze significative fra i sottogruppi analizzati. All’acquisto di piccoli apparecchi elettrici o di lampade, badano più spesso al consumo energetico le donne rispetto agli uomini e le persone con formazione di grado terziario e secondario II rispetto a quelle in possesso di un titolo di grado secondario I.
Solo il 32% dei 15–24enni è sempre o spesso attento al consumo energetico, mentre fra gli altri la quota varia tra il 57% e il 78% a seconda della fascia d’età. In relazione al capitolo precedente, emerge inoltre che le persone che considerano molto o abbastanza pericolose le centrali nucleari sono attente al consumo energetico degli apparecchi elettrici con maggiore frequenza di chi non le considera un pericolo (67% contro 55%). Quali motivazioni o ragioni di fondo stanno dietro i comportamenti osservati? Il motivo indicato con maggiore frequenza per l’abbassamento del riscaldamento in caso di assenza prolungata è il risparmio energetico. A citarlo è il 54% delle persone che sempre, spesso, occasionalmente o raramente si comportano in questo modo. Circa un terzo indica esplicitamente ragioni finanziarie e un quinto ragioni ecologiche. Tra i sottogruppi analizzati non si riscontrano, a questo proposito, differenze significative. La ragione più frequente del mancato abbassamento del riscaldamento è invece la negligenza: questo è quanto afferma, per spiegare il proprio comportamento, la metà delle persone che non sempre mettono mano al
termostato. Per il 10% lo sforzo da fare è troppo grande, mentre il 7% lo considera un gesto inutile. Le persone che non abbassano mai il riscaldamento citano l’inutilità e lo sforzo eccessivo con maggiore frequenza rispetto a chi compie il gesto spesso, occasionalmente o raramente. Nella Svizzera tedesca lo sforzo necessario è indicato quale motivazione più spesso che nelle altre regioni linguistiche. A determinare un’ulteriore differenza è infine la situazione abitativa: la negligenza viene citata quale ragione dal 44% dei proprietari di casa, contro il 54% delle altre persone. Il 53% di coloro che prestano attenzione al consumo energetico al momento dell’acquisto di piccoli apparecchi elettrici o di lampade cita quale motivazione il risparmio energetico. Circa un terzo indica esplicitamente ragioni finanziarie e di protezione dell’ambiente. Alcune differenze si riscontrano poi in base alla coerenza del comportamento: il 59% delle persone che fanno sempre attenzione al consumo energetico adduce quale motivo il risparmio d’energia, contro il 49% di coloro che vi badano occasionalmente. I primi citano con maggiore frequenza anche la protezione dell’ambiente, una motivazione per altro fornita dal 38% delle donne e dal 32% degli uomini. Questi ultimi indicano invece più spesso le ragioni finanziarie. Le persone con formazione di grado secondario I citano la protezione dell’ambiente quale ragione per prestare attenzione al consumo energetico con minore frequenza di chi dispone di una formazione di grado secondario II o terziario. Lo stesso vale per il gruppo dei 65–74enni rispetto alle fasce d’età inferiori. Con il 31%, la negligenza è il motivo citato più spesso fra quelli che portano a non fare attenzione al consumo energetico al momento dell’acquisto di piccoli apparecchi elettrici. Il 17% dichiara di ritenere altre caratteristiche più importanti del consumo energetico. Per l’11%, la ragione è invece da ricercarsi nel prezzo degli apparecchi a basso consumo. Anche in questo caso emergono differenze in base alla coerenza del comportamento: le persone che non prendono mai in considerazione il consumo energetico all’atto dell’acquisto di apparecchi elettrici adducono con maggiore frequenza l’indifferenza e l’inutilità del comportamento rispetto a chi vi bada spesso, occasionalmente o raramente. Prezzo, sforzo necessario e mancanza di offerta sono invece impedimenti più frequenti tra chi presta occasionalmente attenzione al consumo energetico che tra coloro che non lo fanno mai. Le donne citano quale ragione di fondo la negligenza più spesso degli uomini. Infine, tra i 15–24enni negligenza e indifferenza giustificano con maggiore frequenza il fatto di non tenere conto del consumo energetico che fra i 25–74enni.
Fino a che punto le tematiche ambientali interessano alla popolazione? Il 20% delle persone residenti in Svizzera s’informa quotidianamente sul tema, mentre il 9% lo fa meno di una volta al mese. Nelle zone urbane il 41% della popolazione raccoglie notizie sull’ambiente ogni giorno o quasi ogni giorno, mentre nelle zone rurali il dato si ferma al 36%. La frequenza d’informazione aumenta inoltre con l’avanzare dell’età. Presso il 2% della popolazione, le tematiche ambientali sono oggetto di discussioni quotidiane in famiglia, tra gli amici o i conoscenti. Il 22% dei residenti discute invece di tali argomenti meno di una volta al mese. Nella Svizzera francese si parla più spesso di ambiente che nella Svizzera tedesca. Le persone con formazione di grado terziario affrontano inoltre il tema con maggiore frequenza rispetto a quelle con formazione di grado secondario. Vi è inoltre una relazione con i comportamenti che influiscono sull’ambiente: le persone che s’informano e discutono più spesso delle tematiche ambientali, in generale, si comportano in modo maggiormente rispettoso dell’ambiente. Ad esempio, l’80% delle persone che affrontano ogni giorno o quasi ogni giorno discussioni su temi ambientali, all’atto dell’acquisto di apparecchi elettrici prestano attenzione sempre o spesso al loro consumo energetico. Il dato scende invece al 51% tra coloro che parlano di ambiente o temi connessi meno di una volta al mese. Lo stesso dicesi per l’abbassamento del riscaldamento e il consumo di prodotti biologici.