Sono aumentate le irregolarità di stipendio. Fra i settori sono l’industria manifatturiera e dell’alberghiera-ristorazione
Nel 2014 sono aumentate le irregolarità nelle aziende svizzere. Lo rivela il rapporto annuale della Segreteria di Stato dell’economia (SECO). Nell’ambito delle misure di accompagnamento alla libera circolazione, le commissioni tripartitiche e paritetiche hanno controllato le condizioni salariali e lavorative di più di 40.000 aziende con o senza Contratto collettivo di lavoro (CCL) e di 159.000 persone. Le misure di accompagnamento sono entrate in vigore il 1° primo giugno 2004 per garantire condizioni di concorrenza uguali per imprese svizzere ed estere e il rispetto delle condizioni salariali e lavorative in Svizzera.
Nei settori con CCL il 29% delle 9500 aziende ispezionate ha pagato stipendi minori al livello consueto, contro il 25% nel 2013. Anche tra i settori privi di CCL sono aumentate le irregolarità. I controlli sono stati eseguiti presso 8.900 aziende, delle quali il 10% non ha pagato un salario adeguato (nel 2013 era l’8%). I settori colpiti dal dumping salariale sono soprattutto quelli dell’industria manifatturiera, dell’albergheria-ristorazione e anche del commercio e dei servizi alle economie domestiche. In settori senza CCL è difficile costringere le imprese a pagamenti arretrati. Comunque le commissioni sono riuscite, tramite procedure di conciliazione, a provocare nel 60% delle aziende interessate dal dumping, il versamento a posteriori dello stipendio dovuto o il successivo aumento.
La Confederazione e i cantoni hanno fatto verifiche anche presso imprese straniere che inviano lavoratori in Svizzera per una durata determinata (lavoratori distaccati). Rispetto allo scorso anno nelle oltre 13.500 aziende ispezionate, sono stati registrati meno abusi. Nelle 7900 aziende con un CCL obbligatorio si è costatato un 28% d’infrazioni al salario minimo, -5 punti percentuali rispetto al 2013. Nei settori senza CCL il tasso è del 12% (-3%) nelle 5.600 aziende controllate.
I dati del rapporto dimostrano, secondo la SECO, “che le misure di accompagnamento sono molto efficaci per contrastare il dumping salariale”. Anche dieci anni dopo l’introduzione, il progresso è soddisfacente e ciò non impone inasprimenti delle disposizioni. Ma nonostante il bilancio positivo, ci sono ancora lacune da colmare come “l’acuire delle sanzioni”. Il Consiglio federale propone un aumento delle multe da 5.000 a 30.000 franchi. Le misure saranno rigorosamente applicate, finché è valevole la libera circolazione, che è a rischio dopo l’iniziativa contro l’immigrazione di massa. La Confederazione sta già pensando a probabili adeguamenti delle misure di accompagnamento con il nuovo sistema di ammissione.
Il risultato del rapporto è stato positivo e confortante per i datori di lavoro, che tramite un comunicato dell’Unione svizzera degli imprenditori (USI), hanno espresso sostegno al livello attuale di protezione, escludendo però un’ulteriore estensione. Di altra opinione i sindacati. “I controlli non bastano e dovrebbero essere estesi anche ai settori di giardinaggio, della salute e del sociale”, ha comunicato il sindacato UNIA, al quale non basta inasprire le multe. La situazione nei settori privi di CCL è molto critica e dà un’immagine preoccupante della realtà.