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17 agosto 2011 • la Pagina cinema
Pardo d’oro alla coproduzione svizzero/argentina “Abrir puertas y ventanas” della giovane Milagros Mumenthaler
Il film svizzero-argentino Abrir puertas y ventanas di Milagros Mumenthaler ha vinto il Pardo d’Oro alla 64a edizione del Festival di Locarno. Ma l’Italia non resta a mani vuote: ha centrato il Pardo d’Oro nel concorso Cineasti del presente, il ‘Pardino’, con L’estate di Giacomo di Alessandro Comodin, e Sette opere di misericordia dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, nel Concorso internazionale, è arrivato secondo nel Premio giuria dei giovani e ha preso il premio Don Quijote.E ‘Sette opere di misericordia’ dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio è arrivato secondo nel Premio giuria dei giovani e ha preso anche un altro riconoscimento, il Don Quijote. ‘Abrir puertas y ventanas’ si svolge a Buenos Aires – la regista argentina ha vissuto a lungo in Svizzera per poi tornare in patria – verso la fine dell’estate. Protagoniste sono tre sorelle orfane, Marina (l’attrice Maria Canale, migliore interpretazione femminile), Sofia e Violeta che vivono – prima con la nonna e poi, dopo la sua morte, da sole – in una casa antica sui cui particolari spesso indugia la telecamera. La prima si dedica allo studio, la seconda ha un tenore di vita sospetto, torna spesso tardi la sera e si concentra sull’apparenza e i beni materiali. La terza si trascina dalla camera da letto al soggiorno e inizia una relazione con un uomo assai più grande di lei. Divergenze, scherzi, meschinità e gesti d’affetto scandiscono questo periodo finché ad un certo punto Violeta scompare. Nulla però sembra scomporsi: le due sorelle rimaste litigano e si evitano, fino a che Marina ha una storia con un giovane vicino di casa.
E il tutto finisce con un’immagine in salotto di loro che vedono la televisione. Questo universo, un po’ claustrofobico, viene narrato con molta delicatezza. È invece un film biografico e di formazione ‘L’estate di Giacomo’. Comodin inizialmente voleva fare un documentario sull’apprendimento del suono. Ma poi, girando con il protagonista, Giacomo Zulian, un giovane sordo fin da piccolo che grazie ad un’operazione ha riacquistato in gran parte l’udito e ora deve rieducare la parola, il cineasta ha deciso di cambiare strada. Ha raccolto materiale e ha scelto di raccontare il passaggio all’età adulta.
Giacomo in viaggio in un bosco, in una natura incontaminata è affiancato dalla sua amica d’infanzia Stefania, interpretata dalla sorella di Comodin. Con lei inizia un percorso di ricordi, di giochi infantili, di bagni in un’ansa del fiume che sembra magica. I due si attraggono, si provocano, ma nulla di più. Quindi l’esperienza più formativa: l’amore per Barbara, che è stata davvero la sua ex fidanzata, anche lei con seri problemi di udito. E qui la passione esplode ed è molto bello sentirla, poi, con voce malferma dire di come lo ama e ha bisogno di lui. Insomma un viaggio in un luogo perduto della memoria. Soddisfazione è stata espressa per ‘Sette opere di misericordia’, storia della redenzione di una clandestina moldava, da Luciano Sovena, ad di Cinecittà Luce, distributore del film: “I riconoscimenti confermano la validità delle nostre scelte e dell’opera di ricerca di nuovi talenti che saranno i maestri di domani”. “Onorato e felice” per il ‘Pardino’ è Comodin: “A questo punto – commenta il regista – sono obbligato a fare un altro film”.