Tra gli eventi che nelle scorse settimane hanno concluso la stagione congressuale sulle rive del Ceresio, il Lugano Finance Forum-LFF 2022 si distingue per avere esaminato in modo multisettoriale i principali temi della attualità economica (https://lapagina.ch/il-lugano-finance-forum-lff-edizione-2022/).
Distribuito in una ventina di workshops, ed organizzato dallo studio luganese Finlantern di Riccardo Esposito, il LFF 2022 ha animato un dibattito in parallelo tra finanza fondamentale, basata sull’esame dei dati, e finanza digitale, la cripto-economy, progettata da e per gli internauti ma seguita non solo da loro.
Entrambe queste metodiche oggi affrontano le complicazioni sanitarie e belliche, e scontano una inflazione i cui effetti appaiono solo agli inizi.
E’ quanto emerge, ad esempio, da una verifica dei fondamentali proposta nell’intervento dell’austriaco Gernot
Blümel, già Ministro Federale delle Finanze ed ora Direttore Generale del viennese Superfund Group, uno dei market leader mondiali nel risparmio gestito dalla Intelligenza Artificiale-AI.
Gli squilibri di bilancio tra i 27 della euro-zona ne ostacolano un rilancio coordinato e dunque efficace.
A cominciare dalla proprio dalla inflazione, partita da un tasso dell’1% nel settembre 2019 ed esplosa a fine ottobre ad un valore mediano dell’11%, ben superiore al 2% atteso e non compreso dalla Banca Centrale Europea-BCE.
Anche l’esame del saggio inflattivo su base nazionale mostra una curva ascendente che parte da un 6.2% della Francia, prosegue con il 9.4% e 10.9% di Italia e Germania, e raggiunge il 24.1% in Lettonia.
Oltre alle differenze regionali, altra fronte di instabilità é il rapporto tra debito pubblico e capacità industriale: il valore mediano di eurolandia si attesta sul 94.2% e quindi, ad un primo esame, il totale dei passivi statali dei 27 sembra equivalere alla redditività complessiva del settore produttivo.
Ma su base nazionale le differenze restano. Anzi: partono da un tasso del 16.7% della Estonia, salgono al 21.3% e 25.4% di Bulgaria e Lussemburgo, al 108.3% del Belgio, 113.1% in Francia, al 116.1% spagnolo, proseguono con il 150.2% dell’Italia, e raggiungono un inquietante 182.1% della Grecia, il cui sistema paese produce la metà di quanto invece necessario a garantire il debito interno.
Sinora, ha osservato Blümel, gli interventi della Banca Centrale Europea-BCE hanno sussidiato i deficit dei paesi comunitari.
Ma l’attuale rialzo dei tassi porta a censurare il comportamento della BCE, dato che l’obiettivo dei prestiti provenienti dalla tesoreria comunitaria, specie dai paesi beneficiati non deve essere inteso come una garanzia e neppure un sostituto del denaro che si é incapaci di produrre in modo autonomo.
A complicare questo scenario si aggiunge il crollo del tasso di cambio tra euro e dollaro USA, la divisa ufficiale degli acquisti mondiali di materie prime. E’ quindi confermato che le industrie di eurolandia stanno importando una inflazione da svalutazione monetaria che nei prossimi mesi si trasferirà nei listini al pubblico: non resta che attendere.
Procediamo con ordine, ed ora domandiamoci se la cripto-finanza rappresenta una alternativa alla odierna involuzione del mercato.
Malgrado i corsi borsistici muovano al ribasso,“ad un esame più attento si nota che la più nota delle criptovalute, il Bitcoin, ha avuto una performance allineata alla liquidità”, invece commentano gli esperti di 21Shares, uno dei più autorevoli global player nella finanza digitale. In particolare, prosegue 21Shares, la aggiunta di un 5% di cripto ad un tradizionale portafoglio ne aumenterebbe la redditività e limita il profilo di rischio, perché i fattori che determinano il valore delle monete decentralizzate, quelle artificiali, non sono comparabili con le incognite che agitano le cronache di giornata e le quotazioni borsistiche. Dunque, avvertono gli esperti di 21Shares, “in tempi così incerti dove le previsioni sul futuro si fanno sempre più difficili, sul fronte degli investimenti le criptovalute come parte di un portafoglio diversificato potrebbero giocare un ruolo importante nel generare rendimenti sicuri nel lungo termine”.
Ma anche la finanza digitale attraversa un periodo incerto: lo scorso novembre la bancarotta di FTX, una delle principali piattaforme di scambio del cripto, ha iniziato ad alimentare previsioni negative sul mercato delle valute decentralizzate e sulle molte, forse troppe, divise artificiali attualmente in libera e deregolamentata circolazione.
Tuttavia, puntualizza Massimo Siano, responsabile delle attività per il sud Europa di 21Shares, il valore delle monete digitali trova giustificazione non solo nelle quotazioni di giornata ma, in un’ottica più ampia, “dalla tecnologia blockchain” che ne permette le emissioni e gli scambi: “entro dieci anni la blockchain cambierà la nostra vita, e sarà proprio questo a dare supporto al mercato delle cripto”.
E siamo al punto: le criptovalute oggi interessano non solo la teoria economica, ma anche la pratica bancaria: “la finanza tradizionale si sta convertendo alle nuove procedure digitali”, ha infatti ricordato Massimo Butti, responsabile dello sviluppo dei prodotti e delle procedure presso SDX la principale piattaforma mondiale per la contabilizzazione delle movimentazioni finanziarie.
In particolare, ha proseguito Butti, è proprio grazie alla blockchain che oggi “si riesce ad offrire non solo prodotti alternativi, ma anche a soddisfare le esigenze di un nuovo pubblico: è questa la evoluzione che sta trasformando la tradizionale finanza in una finanza digitale”.
È un cambiamento che sta rivoluzionando le preferenze della società contemporanea, e che proprio con la tecnologia digitale replica alle incertezze legate alla affidabilità degli interessi personali e soprattutto economici.
Lo ha ricordato, ad esempio, Luca Ambrosini, direttore operativo e co-fondatore di Pepper, popolare piattaforma che permette di guadagnare anche criptomonete ai gamer, evoluzione di quelli che una volta erano gli utenti dei videogiochi.
In parole semplici, ha sottolineato il CEO di Pepper, la società si sta tokenizzando, sta creando dei gettoni digitali, dei token, che grazie alla blockchain non solo identificano e custodiscono gli assets, le nostre attività economiche, ma ne permettono lo scambio ed il trasferimento in modo informatizzato.
Attualmente, conferma Ambrosini, è possibile “creare un token, pubblicizzarlo, venderlo ed incassare il controvalore in pochissimi minuti grazie ad una piattaforma digitale”.
Facciamocene una ragione: tutto può essere tokenizzato.
Questa la opinione dell’avvocato Lars Schlichting, uno dei massimi esperti di legal fintech, ricordando che la Svizzera è uno dei pochi paesi al mondo a disporre di una specifica normativa per disciplinare le attività informatiche. Tramite token, per esempio, è possibile emettere le azioni di una società commerciale e cederne la proprietà senza piu’ bisogno di ricorrere, per esempio, ad un notaio.
Questi non sono che alcuni indizi, i più recenti e non certo ultimi, di una serie di innovazioni che nei prossimi anni permetterà alla blockchain di revisionare i valori sociali di quel nuovo villaggio, globale perché ormai totalmente decentralizzato, dove tutti ci troveremo ad essere cittadini.
di Andreas Grandi