Per il Liverpool è la fine di un periodo senza grandi titoli. Per il suo allenatore Jürgen Klopp finisce la maledizione di eterno perdente nelle finali e del “senza titoli” da quando allena gli inglesi. Nella finale di Champions League al Wanda Metropolitano di Madrid, il Liverpool ha vinto la sfida contro il Tottenham Hotspur con merito 2-0, in una gara modesta, con poche emozione e non degna di una finale Champions. Dopo due finali perse, Klopp riesce finalmente nell’impresa di vincere la coppa europea più ambita. Per il Liverpool è la sesta della sua storia, 14 anni dopo l’ultima, quella storica in rimonta contro il Milan a Istanbul. I “Reds” sono una squadra superiore al Tottenham, arrivato in finale a sorpresa, ma che nell’atto decisivo non ha mai impensierito il Liverpool, al quale è bastata una prestazione media per avere ragione dei londinesi. Grande merito di questo trionfo è di Klopp, che avrebbe mal sopportato e digerito un’ulteriore sconfitta in questa stagione, dopo aver perso per un solo punto la Premier League a favore del Manchester City. Klopp è un allenatore stratega e metodico, capace di dare l’identità e l’assetto giusti ai giocatori alla sua corte. A Madrid il suo Liverpool ha curato più la fase difensiva, forse per la paura di sbagliare una seconda volta, partendo da favorito. Non è stato un grande Liverpool, valeva solo la vittoria e una prova concreta e accorta è bastata per fermare il Tottenham poco incisivo e mai in grado di raddrizzare una partita nata male e che ha sconvolto i piani di Pochettino. Non è bastato neanche il rientro del suo capitano Kean, un fantasma in campo. Il Livepool corona il sogno dopo l’ottimo lavoro di Klopp, che ha dimostrato capacità di condurre la sua squadra a grandi traguardi. Un grande allenatore che predica un calcio offensivo, ma capace di rinnegare i suoi principi e praticare la strada maestra del „conta solo il risultato“ quando la situazione lo richiede. Missione compiuta dopo sei finali in diverse competizioni perse e Klopp entra nell’Olimpo dei vincenti e a Liverpool, dopo la magica notte di Madrid, nessuno gli negherà più lo status di eroe. E con il Liverpool è appena agli inizi.
G.S.
foto: Ansa