Dopo otto anni al governo la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf non si ripresenterà alle elezioni del 9 dicembre. La sua decisione apre le porte a un secondo esponente UDC
Dalle elezioni del 18 ottobre la pressione su Eveline Widmer-Schlumpf è aumentata, fino a indurre la ministra delle finanze grigionese a gettare la spugna. Eletta il 12 dicembre 2007 dopo un colpo di scena ai danni dell’UDC, con l’estromissione dal governo di Chistoph Blocher, Eveline Widmer-Schlumpf, esponente del Partito borghese democratico (PBD), creato in quell’occasione da una scissione dall’UDC, ha rotto gli indugi sul suo futuro. “È una decisione presa personalmente prima delle elezioni federali e non c’è rapporto con la vittoria dell’UDC alle elezioni”, ha spiegato la ministra delle finanze. Adesso, dopo giorni di speculazioni, gira la giostra dei candidati sul seggio vacante che sarà verosimilmente appannaggio dell’UDC, rafforzata più che mai in parlamento. È invece fallito il tentativo del centro di trovare un accordo per legittimare un seggio al Consiglio federale, dopo l’annuncio di Derbellay del PPD di sostenere la richiesta UDC.
Nello scetticismo di non essere all’altezza del compito governativo, con la sua piccola frazione parlamentare, Eveline Widmer-Schlumpf ha dimostrato di sapersi opporsi al vento contrario di una politica avversa. Nel suo periodo al governo ha lavorato meticolosamente a dossier scottanti segnando la politica svizzera soprattutto quando le viene assegnato il Dipartimento federale delle finanze nel 2010. È stata lei a gestire nel 2008 (quando era ministra di giustizia) la crisi del più grande istituto bancario svizzero UBS, banca che aveva rischiato il fallimento dopo essersi esposta sul mercato americano. In quel caso sostituì l’allora ministro delle finanze Hans Rudolf-Merz ricoverato in ospedale. Quattro anni dopo ha messo in risalto le sue competenze di ministra pragmatica e solida nel “caso Hildebrandt”, presidente della Banca nazionale svizzera, sostenendolo fin quando è stato costretto alle dimissioni per insider trading. Eveline Widmer-Schlumpf sarà però ricordata per la riforma che ha portato alla soppressione del segreto bancario, che entro il 2018 permetterà lo scambio automatico d’informazioni sui clienti stranieri delle banche svizzere. Inoltre è stata sostenitrice della trasparenza in temi fiscali ed è stata capace di mantenere basso l’indebitamento della Confederazione.
Nell’era dal 1992 al 2015 Eveline Widmer-Schlumpf, rappresentante del governo di un partito minore, è stato un episodio. Nei cambiamenti del paesaggio politico svizzero si tornerà al passato. Matematicamente l’UDC, dove è ancora presente il padre stratega Christoph Blocher, che non ha mai perdonato alla grigionese di avere accettato l’elezione del 2007, ha il diritto a un secondo seggio al governo e probabilmente lo riconquisterà. Ma chi candiderà l’UDC? Il partito sta conducendo un attento selezionamento dei candidati per presentarne uno (non ci saranno donne) che avrà l’appoggio di tutto il suo partito. L’UDC si trova davanti però a un dilemma. Se cavalca la via dell’opposizione allora sarà un candidato che rappresenterà la linea dura anche in governo. Una proposta che non avrà un’elezione scontata davanti all’Assemblea federale plenaria che potrebbe non riconoscergli la facoltà di essere orientato al consenso nell’esecutivo e decidere di eleggere un candidato democentrista non proposto dall’UDC. La commissione interna al partito dovrà dunque tirare fuori dal cilindro “il candidato adatto” a garantire il bilanciamento tra parlamento e governo ed avere il totale sostegno della frazione parlamentare UDC. All’orizzonte non si vedono comunque avversari temibili per i democristiani e dopo l’addio di Eveline Widmer-Schlumpf si è allentata anche la pressione. L’UDC non potrà comunque presentare chi meglio gli si addice, ma il candidato dovrà avere la competenza si agire in favore delle maggioranze UDC-PLR che si creeranno in Consiglio nazionale e in Consiglio federale, per evitare che la politica si areni sui grandi temi politici, nei quali i due partiti sono molto distanti.
Gaetano Scopelliti