Condannata a 33 anni e sei mesi di carcere e a 148 frustate
Ricorre al 13 giugno 2019, il primo anniversario dell’arresto della nota avvocata e difensora dei diritti umani iraniana Nasrin Sotoudeh. Per le sue attività in favore dei diritti umani – tra cui l’opposizione alla pena di morte e alle discriminatorie norme sull’obbligo del velo – nel marzo 2019 Sotoudeh è stata condannata a 33 anni e sei mesi di carcere e a 148 frustate.
Secondo la legge iraniana che si applica nel caso di tre o più condanne in un unico processo, dovrà trascorrere in prigione 12 anni cui saranno aggiunti i cinque anni previsti da una sentenza del 2016, sempre relativa al suo impegno per i diritti umani. Le sezioni nazionali italiane di Amnesty International consegneranno o trasmetteranno alle rappresentanze diplomatiche le oltre un milione di firme raccolte dalla petizione che chiede l’annullamento delle condanne e la scarcerazione di Nasrin Sotoudeh.
Le accuse
Le più recenti accuse contro Nasrin Sotoudeh si fondano sul suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, incluso il suo lavoro in difesa delle donne perseguitate nel 2018 per aver protestato pacificamente contro l’obbligo abusivo, degradante e discriminatorio di dover indossare il velo in Iran.
Nella sua incriminazione, le autorità hanno elencato sette capi di accusa contro di lei, quattro dei quali erano basati sulla sua opposizione all’obbligo del velo: “incitamento alla corruzione e alla prostituzione”; “impegnarsi apertamente in atti peccaminosi… apparire in pubblico senza un hijab”; “irrompere l’ordine pubblico”; e “disturbare l’opinione pubblica”.
Le altre tre accuse contro di lei – “la formazione di un gruppo con lo scopo di interrompere la sicurezza nazionale”, “diffusione di propaganda contro il sistema” e “raccolta e collusione per commettere crimini contro la sicurezza nazionale” – si sono basate sulle sue attività pacifiche che le autorità hanno considerato come “criminale”.
Queste attività includono l’appartenenza a gruppi per i diritti umani come il Centro per difensori dei diritti umani e la Campagna Step by Step per l’abolizione della pena di morte, la pubblicazione di notizie su Shaparak Shajarizadeh, che è stata condannata a 20 anni di carcere, 18 dei quali sono stati sospesi, per la sua protesta pacifica contro l’obbligatorietà del velo.
Anche l’insistenza di Nasrin Sotoudeh sulla scelta di un avvocato indipendente invece di uno dall’elenco dei 20 selezionati dal capo del potere giudiziario è stato riconosciuto dalle autorità giudiziarie come un atto criminale.
foto: Ansa