Archiviare dei documenti mentre si sta al telefono con un cliente e fare segni al collega o usare il cellulare mentre si guida: sembriamo veri geni nel multitasking, ovvero la capacità di fare più cose temporaneamente, invece non sarebbe affatto così
La NPR, National Public Radio americana, ha fatto un test in uno dei settori di cui si pensa maggiormente che il multitasking dovrebbe essere all’ordine del giorno: la gastronomia. Pubblicando la storia di un cuoco del Tastee Diner a Bethesda in Maryland, la radio dimostra quanto sia difficile, anzi perfino impossibile, riuscire a fare qualcosa con successo grazie al multitasking. Al più tardi dopo aver seguito le trasmissioni di Gordon Ramsey (reality come “Cucine da incubo”), ci è chiaro che il mestiere del cuoco è davvero stressante. Al Tastee Diner i cuochi hanno il duro compito di prendere vari ordini in una volta per convertirli poi in piatti deliziosi, gli ordini vengono fatti solo tramite la voce, senza annotare niente. Shawn Swinson, uno dei cuochi del ristorante, ha ammesso alla NPR che “Durante il mio primo mese qui, ero pronto più volte ad uscire dalla porta”, paragonando l’ora di punta ad un “manicomio”. Il manager Frank Long ha spiegato che “solo poche persone riescono a mantenere la calma. Quattro cuochi, cinque camerieri, l’altro personale…I clienti forse hanno commissioni da fare, tipo andare in banca, prendere la biancheria in lavanderia e pranzare. Tutto questo durante la loro breve pausa”.
È qui che si capisce che dai cuochi ai clienti, tutti sappiamo come sbrigare dieci cose in una volta, o almeno è quello che pensiamo. I ricercatori di diversi studi americani la pensano diversamente: “Il buon multitasking non è possibile e se le persone dicono di riuscire si auto-illudono – spiega Earl Miller, ricercatore in neuroscienze, aggiungendo – Il cervello è molto bravo a illudere se stesso”. Quello di cui noi siamo sicuri sia multitasking, in realtà sarebbe passare da una cosa all’altra, “semplicemente non possiamo focalizzare le nostre energie su più di una cosa allo stesso tempo”, spiega ancora Miller. Quello che invece possiamo fare è passare da una cosa all’altra con una velocità sorprendente, infatti, Miller spiega: “Passando da una cosa all’altra fa sembrare che si dia attenzione a tutte le cose allo stesso tempo. Ma non è così. Non si da attenzione simultaneamente ma facendo il passaggio molto rapidamente”. “Pensate a scrivere una mail parlando con una persona al telefono allo stesso tempo. Svolgere queste cose simultaneamente è praticamente impossibile – spiega Miller – Non si può focalizzare una delle cose mentre si fa anche l’altra. Quello che succede si chiama interferenza tra i due compiti…Entrambi coinvolgono la comunicazione parlando o scrivendo, questo crea il conflitto tra le due azioni”. Questa scoperta fatta da Miller e altri ricercatori hanno dimostrato questo concetto tramite gli scan della RM (risonanza magnetica) che confermano le teorie degli scienziati.
Per dimostrare il passaggio da una cosa all’altra gli scienziati della University of Michigan hanno usato la RM, il compito di chi veniva monitorato era il seguente: il monitor mostra due numeri in certi colori, se i due numeri sono dello stesso colore bisogna dire “rosso”, se invece i numeri sono di due colori diversi bisogna dire “verde”. Lo studio ha mostrato che “Quando la persona sotto scan vedeva il colore verde, il cervello ha fatto una pausa prima di rispondere – per mettere insieme tutte le informazioni che aveva sul colore verde, quando la persona vedeva il colore rosso, il cervello ha fatto un ulteriore pausa per mettere da parte le informazioni sul color verde e sostituirli con le informazioni sul colore rosso”. Un esempio più facile è il seguente: “se stiamo seguendo una trasmissione in televisione ignorando voci ad esempio da un bambino che gioca vicino a noi, il nostro cervello può dare priorità alle informazioni che ci da il televisore e attutire altre informazioni acustici, in questo caso quelli del bambino. Possiamo rimanere in quella posizione finché sentiamo il nostro bambino piangere, il grido del bambino annulla automaticamente la priorità, passando la nostra attenzione al piccolo”, spiega Daniel Weissman, il capo dello studio neuro scientifico.
Tutto questo significa semplicemente che dovremmo smetterla di pensare a svolgere i nostri compiti facendo multitasking, ma di focalizzare una cosa alla volta e passare coscientemente ad un’altra. Facendo i compiti della scuola, ad esempio uno in matematica, uno in inglese e uno in fisica, la miglior cosa, secondo i ricercatori, sarebbe prendersi venti minuti per ogni compito. Non solo ci si focalizza solo su un compito a volta e quindi ci si concentra maggiormente, ma si lavora anche su un punto di passaggio, il che può favorire la comprensione.