Il volume del turismo degli acquisti è aumentato più del doppio (da 5 a 12 miliardi) in cinque anni e secondo una ricerca dell’Università di San Gallo il commercio al dettaglio svizzero perde 9.1 miliardi di
vendite. Soprattutto è aumentato il turismo degli acquisti online, il 37% dei consumatori. Per il Consiglio nazionale è un problema che preoccupa dal punto di vista dei mancati introiti IVA causati dal turismo degli acquisti. L’importo delle spese giornaliere all’estero è di 300 franchi, sui quali i consumatori non devono pagare l’IVA svizzera. Il Nazionale ha approvato un postulato della sua Commissione delle finanze che chiede al Consiglio federale di fare il punto su questo tema e se il problema si possa combattere con un nuovo regime IVA. Il Governo fino ad ora non ha presentato misure politiche, ma ha fatto intendere la sua disponibilità a elaborare un rapporto per un’eventuale diminuzione del limite libero dell’IVA. Dallo studio dell’Università di San Gallo è emerso che l’abbassamento a 50 franchi del limite d’acquisto, ridurrebbe il turismo degli acquisti di un terzo. Ueli Maurer, responsabile del Dipartimento delle finanze, sottolinea che a preoccupare “è lo sviluppo degli acquisti online”, mentre il ministro dell’economia, Johann Schneider-Ammann si è detto disposto “a forzare con i colleghi la lotta contro “l’isola dei prezzi elevati” Svizzera, ricordando però, che non si può “prescrivere alle persone, dove fare gli acquisti”.
Gaetano Scopelliti
foto: Ansa