Vi siete mai chiesti perché i colori hanno un certo significato? È vero che i colori hanno un’influenza su di noi?
Uno degli esempi più comuni parlando del simbolismo dei colori per i vestiti è l’uso di rosa per bambine e blu per bambini, ma non è sempre stato così. Sarebbe, infatti, solo dal ventesimo secolo che esiste questa tradizione. Il rosa o pink veniva una volta considerato come colore più forte e quindi andava bene per il sesso maschile, mentre il blu più delicato andava bene per il sesso femminile. In tante parti dei paesi occidentali, infatti, si usava il rosa per i vestiti dei bambini maschi, mentre per le femmine si usava il blu. È interessante inoltre che ancora oggi in Belgio questa tradizione sia rimasta. Il rosa nel mondo della moda cambia tra in e out, ma i banchieri britannici per decenni hanno sempre portato camice e magliette di questo colore, inoltre alle Bermuda il pink è considerato un colore fortemente maschile. I colori hanno diversi significati, in corrispondenza della parte del mondo in cui ci troviamo, proprio come per i colori bianco e nero per i quali troviamo differenze enormi.
Nei paesi occidentali il tradizionale abito da sposa è bianco, un colore che per noi rappresenta purezza e innocenza. In Asia però il bianco è il colore della morte, questo proviene dalla veduta della morte come un inizio e la rappresentazione della purezza che il morto porta nella sua prossima vita. È per questo che in Giappone o in Cina le spose portano abiti rossi nei matrimoni tradizionali. Anche in India il bianco viene associato alla morte, infatti le vedove portano abiti bianchi. Lì i colori più apprezzati per l’abito da sposa, ovvero i sari, sono rosso o pink. Se il bianco è il colore della morte, il nero allora in questi paesi cosa significa? Nell’occidente il nero viene percepito come colore forte, potente, serio, ma sia per cattivi che buoni. Streghe, il diavolo, i ninja etc. portano costumi neri, ma anche preti, suore, monaci e giudici. La cosa che questi personaggi hanno in comune forse è che vogliono dimostrare la serietà delle loro azioni, oppure vogliono essere visti come persone coerenti. Pensare ad una suora vestita magari di giallo, o la strega in azzurro, è vero che per “colpa” della nostra sensibilità e la tradizione, le percepiremmo come persone meno rispettabili? Come è nata questa nostra sensibilità che ci porta a giudicare la serietà di una persona per il colore dei suoi vestiti? Il rosso in tante culture è il simbolo della vita, la salute, la guerra, l’amore, il coraggio e il fervore religioso, la comunanza che lega queste cose è che richiedono passione. Se ci si arrabbia la faccia diventa rossa, se si è contenti e sani le guance sono leggermente rosa, quando due lottano, si vede sangue. In alcune culture al rosso veniva attribuito perfino la forza di trasmettere salute, a Roma i bambini portavano talismani rossi come protezione da malattie e in Cina, per motivi simili, i bambini portano sempre un pezzo di abbigliamento in rosso.
Non è assolutamente sorprendente che il giallo è simbolo di felicità e calore per la gran parte delle culture, essendo le caratteristiche del sole. Il viola però è considerato come colore reale e immane, simbolo di totalità e nobiltà, per la rarità della tinta e il suo prezzo. I commercianti trovavano il viola solo in una certa regione del mediterraneo, un posto che oggi si trova in Libano. Per un grammo della tinta erano necessari 9’000 molluschi, così per la rarità e l’alto costo il colore era associato alla classe imperiale romana, egiziana e persiana. Che il colore anche oggi è spesso simbolo di santità e spiritualità è perché imperatori, re e reggine erano considerati degli dei.
Già Sigmund Freud sosteneva che la percezione dei colori rappresenta un sistema parallelo e alternativo a quello verbale, un sistema che influisce in modo profondo sul nostro modo di essere e di comportarci. “Le sperimentazioni effettuate recentemente all’Università di Padova, hanno provato che le emozioni positive sono sempre accompagnate da colori chiari come il giallo o arancio, mentre quelle negative vengono associate ai colori scuri, tipo grigio, marrone, nero.
Inoltre, conta molto anche la saturazione e più la tinta è piena, più comunica positività; altro dettaglio è il modo in cui si combinano i colori tra loro: il rosso e il nero insieme, per esempio, esprimono rabbia, mentre giallo e nero incutono paura” spiega la psicosessuologa Bianca Fracas su amando.it. Ma perché i colori sono associati a delle reazioni? Secondo la pubblicazione di Fracas i colori sono sempre legati agli oggetti della nostra esperienza; il grigio ci sembra triste, perché è la tinta della morte. Il rosso (il primo ad essere percepito dalla vista quando nasciamo) si associa al sangue, alla vita e alla passione. Inoltre secondo la psicosessuologa le persone che vestono sempre nello stesso identico modo, spesso sarebbero persone conservatrici, negli uomini spesso si tratterebbe anche di pigrizia. “Diverso però il caso di coloro che non riescono proprio a staccarsi da un certo modello o tinta, perché altrimenti andrebbero in ansia; questo attaccamento può derivare da profonde insicurezze e l’indumento o il colore fungono da tipica “coperta di Linus”. Infine, vestirsi sempre nello stesso modo può anche nascondere una forte rigidità interiore e difficoltà ad aprirsi alle novità” conclude Fracas.