L’UE ha ribadito la sua posizione intransigente: nessuna rinegoziazione della libera circolazione delle persone e nuovi accordi bilaterali possibili solo se la Svizzera accetta il diritto europeo
I rapporti tra l’Unione Europea (UE) e la Svizzera continuano a non essere buoni e rimangono tesi. Lo scorso luglio Berna aveva chiesto di ritrattare la libera circolazione, ma la scorsa settimana ha ricevuto nuovamente una risposta negativa. I ministri degli affari europei hanno approvato tacitamente un documento apparso nel rapporto biennale sulle relazioni con i paesi dell’associazione europea di libero scambio, che ha confermato le posizioni di Bruxelles, peraltro senza sorprese, della linea dura nei confronti di Berna sulla libera circolazione delle persone. L’UE non farà concessioni su uno dei principi cardini dell’integrazione europea, né con gli stati dell’UE, tanto meno con la Svizzera. Inoltre l’UE metterà in discussione gli accordi bilaterali II e Schengen/Dublino se la Svizzera introdurrà i contingenti.
Dunque l’UE non collega l’iniziativa contro “L’immigrazione di massa” solo ai Bilaterali I, ma anche ad altri contratti di rilevanza, come Schengen. La questione di questi bilaterali significa niente più accesso al mercato interno, se Berna non s’impegna ad accettare il diritto europeo, ma anche la sorveglianza di Bruxelles, che solleverebbe problemi di sovranità della Svizzera. Il messaggio è chiaro: “L’Europa non farà concessioni, ma rimane aperta a discussioni senza derogare alla libera circolazione”, ha dichiarato Michael Roth, ministro tedesco per gli affari europei. La Svizzera non deve farsi illusioni e se vuole approfondire il rapporto con l’UE, “deve riconoscere l’importanza della conquista della libera circolazione”.
Il rapporto dell’UE non ha sorpreso il presidente della Confederazione Didier Burkhalter, che resta fiducioso e invita a “non avere paura del rapporto!” perché la Svizzera continuerà a difendere il proprio punto di vista. Trovare una soluzione con Bruxelles resta ancora possibile, anche se “il cammino da percorrere resta difficile”. Sulla minaccia che l’attuazione dell’iniziativa coinvolga Bilaterali I e II e Schengen, Burkhalter dichiara che “Schengen non è formalmente collegato con la libera circolazione” e l’UE ha un interesse che tutti i paesi del continente partecipino, anche la Svizzera. Comunque non sarà facile mettere d’accordo i 28 paesi e trovare in qualche modo la quadratura del cerchio. Le condizioni dettate all’UE da uno stato terzo come la Svizzera riducono il margine di manovra. Le relazioni UE-Svizzera non si svolgono solo tramite i rapporti bilaterali, ma anche con la partecipazione elvetica al mercato interno.