In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale che si è tenuta lo scorso 21 marzo, la Commissione federale contro il razzismo CFR ha voluto ricordare che la discriminazione razziale si manifesta in gran parte nella vita quotidiana: lavoro, alloggio, scuola, spazio pubblico. È dunque sul terreno che si deve prevenire e combattere il razzismo.
Stando all’indagine Convivenza in Svizzera pubblicata nel febbraio scorso dall’Ufficio federale di statistica UST, è nel mondo del lavoro che si verifica il maggior numero di casi di discriminazione (50%); seguono lo spazio pubblico (25%), la scuola (19%), la ricerca di un alloggio (10%) e il tempo libero (7%). Questi risultati confermano quanto è già stato osservato sul terreno, nei consultori cui si rivolgono le persone che si sentono vittima di razzismo e discriminazione razziale.
La discriminazione razziale non è dunque un concetto astratto, ma una realtà quotidiana vissuta da persone che dovrebbero esserne protette. Sta ai datori di lavoro, pubblici come privati, badare a che ognuno sia cosciente fin dall’assunzione degli obblighi comportati dalla non discriminazione. Sta alle istituzioni scolastiche fare della scuola un luogo in cui s’impara a rispettare le differenze e si lotta contro esclusioni e molestie di qualsiasi natura. E sta agli attori del mercato immobiliare adoperarsi affinché a nessuno sia negato un alloggio per motivi razziali. Fondamentalmente, siamo tutti responsabili di segnalare chiaramente con il nostro comportamento che ad ognuno è dovuto lo stesso rispetto. La lotta al razzismo ci concerne tutti. Spesso, infatti, il razzismo si nutre del silenzio e della paura di denunciare. Mentre regredisce sempre nelle società che sanno difendere il rispetto e i diritti di ognuno.
Quasi il 60% degli interpellati considera il razzismo un problema sociale d’attualità. È una presa di coscienza salutare, che dimostra come una fetta consistente della popolazione sia consapevole che il razzismo, in Svizzera come altrove, è un fenomeno da non sottovalutare. Un quarto degli interpellati ritiene che siano i singoli individui a doversi impegnare maggiormente. La Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale non basta certo a risolvere il problema, ma permette di ricordare che tutti possiamo contribuire a prevenire e combattere il razzismo.
Essere svizzeri non protegge dal razzismo
Alcuni mesi fa, nell’ultimo numero di TANGRAM, il bollettino del CFR, lo stesso aveva sottolineato che il razzismo non colpisce soltanto gli stranieri: un uomo svizzero di colore, una donna svizzera musulmana o di religione ebraica, oppure una famiglia jenisch possono essere oggetto di attacchi e discriminazioni di matrice razzista.
Anche gli stranieri perfettamente integrati sono esposti al razzismo e alla discriminazione. Né un’integrazione riuscita e nemmeno la nazionalità svizzera mettono al riparo dal razzismo.
Dove si verifica il maggior numero di casi di discrimazione?
- Nel mondo del lavoro (50%)
- Spazio pubblico (25%)
- Scuola (19%)
- Ricerca di un alloggio (10%)
- Tempo libero (7%)
foto: settimanacontroilrazzismo.ch