17.2 C
Zurich
15 May 2024
Image default
Cronache di vita, società e cultura

BASELWORLD 2019

Print Friendly, PDF & Email

Chi rinuncia oggi a usare internet per informarsi su un prodotto? L’ operazione è semplicissima. Rovescio della medaglia: toglie pubblico ai negozi e, come stiamo per vedere, alle fiere specializzate. In casa di MCH Group AG, gruppo basilese noto per la organizzazione di eventi come Art Basel, si allunga la lista delle esposizioni, fra cui Mustermesse Basel-MUBA, Comptoir Suisse di Losanna e Zürcher Spezialitätenausstellung-Züspa, ormai sconfitte dalla digitalizzazione. È su questo scenario che MCH ha chiuso ieri Baselworld, il salone della orologeria di alta gamma che anche per il 2019 ha rinnovato le sue debolezze e paradossi. Da un lato ha confermato la presenza di nomi famosi come Rolex. Ma Baselword ha anche ricevuto disdette importanti. Come quella dei 18 marchi del gruppo Swatch, che sino al 2018 investiva nell’evento renano ben 50 milioni di franchi all’anno. Anche Citychamp, holding cinese proprietaria di Raymond Weil e Corum, ha annunciato che questa è stata la sua ultima partecipazione. I giganti del settore debbono investire molto per confermare la loro visibilità. Ma le incertezze del mercato, come Brexit e le tensioni commerciali USA-Cina, non ripagano le aspettative, anche se l’anno scorso il settore ha complessivamente incrementato le esportazioni del 6%. La musica cambia per le piccole aziende. Con investimenti tutto sommato contenuti, anche di soli 30’000 franchi, grazie a Baselworld alcune realizzano quasi il 50% dei profitti annui. Tuttavia dobbiamo segnalare che MCH è vittima e non causa dei cambiamenti subiti dal mercato. E ha reagito. Rivoluzionando il suo management. Nominando Michael Loris-Melikoff nuovo direttore. Riducendo le spese. Ma MCH si è nuovamente dovuta arrendere alla impietosa evidenza dei numeri. Se nel 2017 Baselworld ospitò 1300 espositori, nel 2018 il loro numero era già calato a 700, precipitando quest’anno a soli 500. Nonostante la crisi, l’edizione 2019 della rassegna renana ha ancora proposto ben 56 eventi fra conferenze e presentazioni, e segnato la presenza di moltissimi rappresentati dei media internazionali che, malgrado anche la stampa sia un settore in difficoltà, hanno deciso seguire la esposizione di persona e non  sul web. Dunque il messaggio è chiaro: per queste manifestazioni l’interesse del mercato rimane. Resta solo da capire come soddisfarne l’evoluzione. Per il 2020 MCH ha avviato un partenariato con la consorella ginevrina Salon International de la haute horlogerie-SIHH e allineato le rispettive date espositive. Si svolgeranno una di seguito all’altra, tra fine aprile ed inizio maggio, in tal modo permettendo al pubblico di partecipare ad entrambi gli eventi con un’unica trasferta.

NL TOMEI

AN GRANDI

Ti potrebbe interessare anche...

Il LFF 2022 conferma le incertezze e le aspettative per i prossimi dodici mesi

Redazione

EVA E LE ALTRE: RELIGIONE E SESSUALITÀ

Redazione La Pagina

ITALIA: “UN PAESE SENZA LEADER”

Redazione La Pagina

Lascia un commento

I cookies ci permettono di garantire la funzionalità del sito, di tenere conto delle vostre preferenze e consentirvi una migliore esperienza di consultazione dei nostri contenuti. Continuando a navigare sul nostro sito l’utente accetta l’utilizzo dei cookies. Accetto Leggi di più