La rabbia rock delle origini, quella di brani come ‘El diablo’, torna a farsi sentire nel nuovo album dei Litfiba, ‘Grande nazione’, il primo dalla reunion del gruppo, avvenuta nel 2010 dopo 11 anni di separazione
“L’album live ‘Stato Libero’ è stato il primo episodio, dopo la nostra reunion, di una trilogia. Con ‘Grande Nazione’ continuiamo la nostra tradizione legata a dei progetti di più ampio respiro e non a degli album che hanno ragione di esistere solo per se stessi”. Queste le parole di Piero Pelù e Ghigo Renzulli in occasione della conferenza per il lancio di ‘Grande Nazione’, il nuovo e primo disco di inediti dei Litfiba dopo la reunion del 2010, uscito il 17 gennaio. “I Litfiba – ha proseguito l’inconfondibile e ritrovata voce del gruppo, Piero Pelù – sono tornati per rimanere. Abbiamo già fatto l’errore di litigare nel ‘98 e separarci nel ‘99. Non credo che faremo gli stessi errori. Magari ne faremo altri, anzi sicuramente. Abbiamo più di dieci anni di vita e di esperienze musicali in più. Il risultato è anche questo album inteso come la somma delle nostre esperienze”. “Sono stato io a fare il primo passo – ammette il chitarrista Ghigo Renzulli – mandandogli un sms di auguri per il compleanno”. Da quel primo approccio sono passati anni, in cui Piero e Ghigo hanno ritrovato quella comunicazione persa ai tempi di ‘Infinito’, che aveva sancito il loro addio. I Litfiba sono davvero tornati e questa volta non scherzano: lo fanno con dieci nuove tracce figlie del tour ‘Stato Libero’ da cui acquistano l’energia del live. “Questo – hanno affermato i Litfiba – non è un album molto pop. Non ci siamo preoccupati di estremizzare gli arrangiamenti in funzione di un tappeto di velluto per i contenuti. È un album che deriva dalle atmosfere live e ne rispecchia le energie”. La stessa scelta del primo singolo ‘Squalo’, come affermato da Ghigo “sulla carta il peggior pezzo del disco”, deriva dalla volontà di sottolineare l’impronta rock dell’album, seppure come da tradizione siano presenti anche delle ballate più soft. Da non sottovalutare anche l’attenzione riservata ai testi, a partire dal titolo da cui traspare la volontà di denuncia dai risvolti politici. “Ci è piaciuto fare un album molto spontaneo – dichiarano i due musicisti – in cui non abbiamo avuto problemi a raccontare il nostro punto di vista su quello che sta succedendo alla nostra nazione”. Se i suoni sono quelli di una ‘tempesta elettrica’, i testi sono una forte critica politica e sociale all’Italia di oggi, ma rispetto a quelli degli inizi sono dotati di una certa ironia “necessaria quando si ha la nostra età e si vive un periodo difficile come questo”. “Le rockstar nazionali si sgolano per stabilire chi è la più bella del reame, ma il rock – sottolinea Pelù – è critica sociale”.
Così ‘Fiesta tosta’ racconta l’Italia del bunga bunga, ‘Squalo’ è un’immersione nei bassifondi della finanza, ‘Tutti buoni’ è un attacco alla casta dei politici bravi e buoni solo in tempo di elezioni, mentre ‘Grande nazione’ descrive la Repubblica come ‘il paese dei balocchi per i ricchi’, tra mafie e massoni, furbate e raccomandazioni. La scrittura risale a un anno fa, “e non ci aspettavamo che Berlusconi potesse cadere così rapidamente, anche se il berlusconismo procede, come visto in questi giorni con Cosentino e l’abolizione del referendum, su Porcellum e Mattarellum”. Nonostante la brutta fama di cui godiamo all’estero (“da spaghetti e mandolino siamo diventati il bordello d’Europa”), i Litfiba non nascondono un certo orgoglio per il nostro paese: “abbiamo una grande storia, potremmo avere un grande presente nonostante la crisi”. Per questo Pelù rivolge un appello a Mario Monti: “Se vogliamo che nasca la terza Repubblica si deve togliere dai piedi i corrotti e i mafiosi e tutti coloro che hanno fatto arrivare l’Italia a questo stato preoccupante politico e sociale”. “Vorrei che la gente dicesse ‘mi piace Monti perché è fuori dai giochi politici’ ma – sottolinea – ce lo deve dimostrare”. Ciò che è sicuro è che – racconta il singolo ‘Lo squalo’ – “il potere cambia faccia, vestito, ma non lascia ciò che è riuscito a conquistare”. L’antidoto alle brutture del presente è quello delle ballate come il nuovo singolo ‘La mia valigia’, e gli inni anticonformisti come ‘Brado’ e ‘Anarcoide’, in grado di risvegliare anche le coscienze più intorpidite, soprattutto dal vivo, dove i Litfiba promettono di travolgere il pubblico con una tempesta elettrica che debutterà il 2 marzo a Firenze per fare tappa a Milano il 6, a Roma il 10 e sconvolgere poi l’Europa intera. Per avere un’idea di come sarà il tour, nel Litfiba day del 16 gennaio è stato presentato il documentario ‘Cervelli in fuga – Europa live 2011’, girato da Pelù nelle tappe europee del 2010, aperte dalla lettura della lista delle famiglie mafiose locali.