Il Consiglio federale intende sviluppare ulteriormente questo sistema
Il rapporto del Consiglio federale “Ridefinizione di Schengen-Dublino, coordinamento europeo e ripartizione degli oneri” osserva che non sono soltanto gli Stati Dublino alle frontiere esterne di Schengen a subire la pressione migratoria. In virtù delle loro condizioni d’accoglienza, delle possibilità di lavoro e della diaspora esistente, le persone in cerca di protezione prediligono anche gli Stati dell’Europa centrale e settentrionale.
Il sistema di Dublino è di grande importanza proprio per questi Paesi. Dal 2009 la Svizzera ha emanato 60’000 decisioni Dublino e nel 2015 è stata lo Stato che ha trasferito il maggior numero di persone a un altro Stato Dublino. In tale contesto il rapporto illustra l’importante ruolo dell’Italia per la Svizzera. Nell’ultimo anno la cooperazione tra i due Paesi è notevolmente migliorata, grazie soprattutto al fatto che da un po’ di tempo l’Italia registra praticamente tutti i migranti in arrivo. A causa delle diverse condizioni quadro vigenti negli Stati Dublino i migranti continuano tuttavia a spostarsi nello spazio Dublino con un conseguente indebolimento del sistema. Il Consiglio federale ritiene necessaria una riforma del sistema di Dublino e pertanto s’impegna attivamente per rafforzarlo.
Sostegno solidale all’interno dell’Europa
A livello europeo, il Consiglio federale si sforza affinché diminuiscano le grandi differenze relative alle condizioni d’accoglienza e alle quote di riconoscimento e di conseguenza si riduca l’incentivo per i migranti di spostarsi all’interno dello spazio Dublino. Inoltre, già da alcuni anni il Consiglio federale s’impegna per l’introduzione di una chiave di ripartizione europea e quindi per una distribuzione equa tra gli Stati Dublino delle persone in cerca di protezione, come chiesto dall’autore del postulato. La Svizzera aderisce anche ai programmi di reinsediamento e ricollocazione dell’UE. Infine, esperti svizzeri partecipano alle attività dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) e, trattandosi di Stati Dublino particolarmente esposti, sostengono in loco e in via bilaterale la Grecia e l’Italia.
Centri extraeuropei per richiedenti l’asilo
Il Consiglio federale ritiene invece difficilmente realizzabile l’idea di gestire centri extraeuropei per richiedenti l’asilo. A causa della situazione in molti Stati dell’Africa del Nord, appare impossibile concludere in un prossimo futuro gli accordi necessari per gestire tali centri. Inoltre, la loro istituzione solleva numerose questioni, ad esempio in riferimento alle basi legali, al finanziamento e allo statuto giuridico delle persone in cerca di protezione alloggiate nei centri. Inoltre, l’allestimento di questi centri potrebbe creare un incentivo alla migrazione ed è presumibile che molti richiedenti l’asilo respinti tenterebbero lo stesso di entrare irregolarmente nello spazio Dublino.
Gli ultimi anni hanno evidenziato che le sfide nel settore della migrazione non possono essere superate dai pochi Stati situati alle frontiere esterne dell’UE. Il Consiglio federale riconosce che, a causa della loro posizione geografica e di altri fattori, determinati Stati sono più esposti rispetto ad altri e che quindi hanno bisogno di un sostegno solidale. L’ulteriore sviluppo del sistema di Dublino è, in fin dei conti, nell’interesse di tutti gli Stati membri.
SEM
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