La professoressa Maiken Nedergaard, che dirige il Centro di Medicina traslazionale presso l’Università di Rochester, vicino New York, ha dimostrato scientificamente perché “la notte porta consiglio”
Dopo una lunga giornata di lavoro, si sa, si ha voglia di riposo, non si è più così lucidi come al mattino, per cui, se uno deve prendere delle decisioni, queste possono essere non ponderate. Dunque, è meglio rinviarle all’indomani, quando si è freschi e reattivi mentalmente. Del resto, il proverbio è noto: “La notte porta consiglio”. Ora, ciò che sapevamo per esperienza, è confermato anche dalla scienza. Succede che dopo i lavori di un’intera giornata entra in funzione nel nostro cervello un sistema di tubazioni che raccoglie ed elimina tutte le sostanze nocive prodotte all’interno delle cellule cerebrali e che devono essere eliminate. Queste sostanze nocive affaticano la capacità della mente e quindi ci rendono mentalmente stanchi. Per risolvere i problemi, dunque, è necessario il riposo, perché durante il sonno entra in funzione questo sistema di smaltimento, per così dire, delle sostanze nocive e possiamo poi recuperare la nostra capacità di ragionare e di mettere a fuoco i problemi e le decisioni da prendere.
A dimostrarlo scientificamente ci ha pensato una scienziata americana di origini norvegesi, la professoressa Maiken Nedergaard, che dirige il Centro di Medicina traslazionale presso l’Università di Rochester, vicino New York. Ecco la sua spiegazione: “Non avevamo ancora compreso il motivo per cui molti, giunti al termine di una giornata di lavoro, accusano una vera e propria stanchezza mentale. Il cervello non è un muscolo: quindi, almeno finora, non potevamo spiegare che cosa producesse quel senso di mancanza di lucidità che dipende dal continuo sforzo intellettuale. Poi abbiamo fatto una scoperta. Abbiamo cioè individuato nel cervello una sorta di sistema di tubazioni indipendente da quello sanguigno. In questo sistema di tubazioni, che abbiamo chiamato “sistema glimfatico”, scorrono fluidi provenienti dalle singole cellule cerebrali. Si tratta di un sistema di collegamento e di raccolta. Ma ci siamo chiesti quale liquido scorresse al suo interno e quale funzione avesse”.
E’ a questo punto che la professoressa ha capito che questo sistema di tubazioni raccoglie in un fluido le sostanze di scarto delle cellule. Le cellule, nel corso della loro vita, accumulano e poi espellono sostanze che potrebbero danneggiarle. I muscoli sono quegli organi che purificano l’organismo da queste sostanze nocive; nel cervello, invece, dove non ci sono i muscoli, la purificazione viene eseguita dal “sistema glimfatico”, soprattutto la notte. In parole ancora più semplici: una volta smaltite le sostanze nocive, queste non possono più disturbare il funzionamento delle cellule le quali, a questo punto, recuperano tutta la loro efficienza e noi avvertiamo i vantaggi di questo processo con una maggiore chiarezza di pensiero.
Prima domanda: perché questo processo di purificazione avviene di notte? La risposta è semplice, dice la professoressa Nedergaard, ed è che “di notte il cervello è meno impegnato, il che consente alle cellule stesse di ritirarsi, cioè di ridurre momentaneamente le loro dimensioni. In questo modo, la rete di tubazioni del sistema glimfatico si allarga e ha più spazio a disposizione per trasportare con maggiore facilità il materiale di scarto. Verso il mattino, le tubazioni, esaurito il loro compito, si restringono e le cellule del cervello, depurate, possono estendersi in tutta la loro grandezza ed essere quindi pronte a riprendere il loro lavoro normale”. Si capisce adesso perché nell’espressione “la notte porta consiglio” è racchiusa la spiegazione del perché la mattina ci sentiamo più “freschi” mentalmente.
Seconda domanda: quali sono le possibili applicazioni? Ecco la risposta della professoressa Nedergaard: “Anzitutto, con questo studio offriamo una spiegazione importante sulla funzione del sonno notturno. Poi capiremo se il sistema glimfatico, cioè la rete di tubazioni che abbiamo individuato, si potrà sfruttare nella lotta contro alcune malattie definite neurodegenerative, cioè malattie originate dall’accumulo di sostanze tossiche nelle cellule cerebrali, come il morbo di Parkinson o di Alzheimer. Se riuscissimo a migliorare l’efficienza della rete di depurazione delle cellule del cervello, forse potremmo ottenere successi significativi anche da un punto di vista medico”.
C’è un’altra considerazione finale da fare, ed è facilmente intuibile. Dormire fa bene, se si dedicano più ore al sonno ristoratore si aiuta il sistema glimfatico a depurare le cellule da tutte quelle sostanze di scarto che fanno invecchiare le cellule stesse.