Governo, Cantoni e Pro Familia invitano a sostenere l’articolo costituzionale sulla politica familiare
Il 3 marzo prossimo il popolo si esprimerà sul nuovo articolo costituzionale 115a sulla politica familiare, che incarica Confederazione e Cantoni di promuovere la conciliabilità tra famiglia e lavoro. Ai Cantoni è dato il compito di provvedere a un’offerta appropriata di posti di custodia complementari alla famiglia o alla scuola. Il Governo e i Cantoni nella loro presa di posizione hanno invitato il popolo a votare sì. “È compito dello Stato fare di tutto affinché le famiglie abbiano la possibilità di decidere come procedere nella conciliabilità tra famiglia e lavoro”, ha spiegato il consigliere federale Alain Berset. Oggigiorno in molte famiglie, per scelta o per necessità, servono due salari. Chi ha figli si trova spesso confrontato con molte difficoltà di conciliare meglio il lavoro e la famiglia. Secondo l’articolo in votazione spetterebbe allo Stato sostenere i genitori con figli a carico, creando condizioni quadro che permettano di promuovere la conciliabilità con risorse supplementari, sgravi fiscali e infrastrutture per la custodia dei bambini.
Un largo sostegno politico può vantare Pro Familia, l’associazione che riunisce le organizzazioni familiari e dei genitori, che ha lanciato la sua campagna “Sì per la famiglia”, sostenendo l’importanza della libera scelta nel conciliare famiglia e lavoro. La direttrice di Pro Familia, la deputata Lucrezia Meier-Schatz (PPD), ritiene fondamentale la modifica costituzionale, poiché “è necessario creare i presupposti per soddisfare i bisogni delle famiglie”. Le coperture attuali della politica familiare, come l’assicurazione maternità, gli assegni familiari o gli sgravi fiscali, così come le infrastrutture di custodia extra-familiare, sono insufficienti per i sostenitori dell’articolo. Di recente il Dipartimento federale dell’interno (DFI) aveva annunciato che i sussidi federali per gli asili nido non bastano più e che i 40.000 posti creati dal 2003 non soddisfano del tutto le richieste. Senza adeguate infrastrutture molte madri abbandonano in parte o del tutto il mondo del lavoro. Chi invece possiede eccellenti qualifiche, rinuncia alla maternità per esercitare la professione. Inoltre sufficienti posti di custodia promuovono la parità tra donna e uomo e contribuiscono alla lotta contro la povertà delle famiglie. Anche alle imprese gioverebbe assumere madri che vantano un buon livello di formazione e coprire in parte la penuria di personale qualificato.
Sulle conseguenze finanziare del nuovo articolo il comitato dei favorevoli non si è però espresso. Gli avversari, l’UDC e una parte del PLR, hanno sostenuto che ci sarebbe un aumento della spesa pubblica stimato a circa 3 miliardi di franchi. Inoltre l’articolo condurrebbe a un’eccesiva introduzione dello Stato nelle questioni familiari. Approvato l’articolo, toccherebbe ai Cantoni il compito di mettere a disposizione un numero sufficiente di strutture diurne, doposcuola o posti di asilo nido. Se le misure dei Cantoni non dovessero bastare, allora interverrebbe la Confederazione, mettendo a disposizione fonti finanziare per incentivare le misure. L’articolo era stato approvato con larga maggioranza dal Parlamento, sostenuto da socialisti, Verdi e PPD, da cui è nata l’iniziativa parlamentare presentata dal deputato Norbert Hochreutener circa sei anni fa.