In Svizzera chi usa i mezzi pubblici viaggia sicuro. Nel 2018, come già nei quattro anni precedenti, si è registrato un basso numero di morti e feriti gravi: 181 gli incidenti gravi e 27 i morti, per lo più riconducibili a comportamenti inadeguati di automobilisti o pedoni nella circolazione stradale e al conseguente loro investimento da parte di treni, tram o autobus nonché a presenze non autorizzate sulla sede ferroviaria. È quanto risulta dal rapporto sulla sicurezza 2018 pubblicato oggi dall’Ufficio federale dei trasporti UFT. Nel 2018 nel trasporto pubblico sono stati notificati 181 incidenti gravi all’UFT, con un numero di morti e feriti gravi simile a quello già basso dei quattro anni precedenti. Dei decessi in massima parte si è trattato di utenti della strada che non avendo rispettato le norme della circolazione stradale sono stati investiti da mezzi che percorrevano la carreggiata. Tra i morti un solo passeggero, deceduto per le ferite riportate in seguito a una brusca frenata cui l’autista di un autobus è stato costretto a causa del comportamento inadeguato di un automobilista.
Il trasporto pubblico è risultato quindi nuovamente molto sicuro. Stando a un’analisi dell’Ufficio federale di statistica, considerati gli incidenti per persona-chilometro, il rischio d’infortunarsi per chi viaggia in treno è 36 volte inferiore rispetto a chi usa l’auto e 381 volte inferiore rispetto ai ciclisti. Anche gli impianti a fune, la navigazione, i tram e gli autobus sono risultati molto sicuri, facendo registrare l’anno scorso solo pochi incidenti.
Nel raffronto europeo la Svizzera occupa la terza posizione, dietro la Gran Bretagna e la Norvegia. Nella sicurezza sul lavoro, tuttavia, i risultati delle ferrovie svizzere sono meno buoni.
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