Ben ritrovati a tutti i nostri lettori, a quelli che continuano a seguirci, ma anche a coloro che, accolti da un caloroso benvenuto, ci incontrano per la prima volta! Con la pausa che ci siamo concesse la scorsa settimana non abbiamo avuto modo di raccontarvi la visita al cinema della terza classe del liceo; ma cerchiamo ora di provvedere nel modo migliore. Circa due settimane fa, infatti, la professoressa Franchini ha portato i suoi allievi di terza ad assistere alla proiezione di un film dal titolo “Westwind”. Questa produzione è stata acclamata da molti come il film d’amore dell’estate 2011, essendo appunto uscito nelle sale cinematografiche il 25 agosto. La vicenda narrata dal regista Robert Thalheim si basa su una storia vera, accaduta nell’estate del 1988, e questo ci riporta all’epoca della Germania unita. Isabel e DoreenvivononellaGermania divisa dal muro e decidono di fare una vacanza in Ungheria, a Balaton. Qui conoscono Anne e Nico, provenienti da Amburgo. Tra Doreen e Anne scatta la scintilla dell’amore, un amore che ben presto si riscatta dal potenziale pregiudizio della cotta vacanziera e assume tutti i connotati del grande amore. Sfidando il coprifuoco i due riescono ad incontrarsi e a far crescere il loro sentimento, ma quale futuro li attende? Può un amore trovar fine nelle circostanze avverse della storia? E quante altre coppie anonime, ma a questa speculari, hanno vissuto un destino tragico, schiacciate da eventi più grandi di loro? Speriamo vivamente di aver infuso in voi un po’ di curiosità che magari, chissà, vi poterà presto ad assistere di persona allo spettacolo! Ora, però, vorremmo cambiare argomento; abbiamo qualcosa di altrettanto interessante da raccontarvi: il viaggio a Milano. Adorganizzarequest’escursione di un giorno sono stati la professoressa Gasser e il preside Passannante, in collaborazione con il circolo Pertini. La partenza era al mattino presto di sabato 8 e possiamo assicurarvi che il clima era tutt’altro che mite! A quell’ora, sei e mezza del mattino, non ci si poteva certo aspettare un gran movimento nel bus che, tuttavia, ci ha accolti con “calore”! Al contrario c’era il tipico clima della mattina in cui l’umore oscilla tra l’entusiasmo della scoperta e la sonnolenza per il risveglio precoce. E allora vorremo portarvi proprio lì, in uno dei sedili del mezzo che ci avrebbe portato verso meraviglie ancora tutte da ammirare; vorremo farvi chiudere gli occhi per visionare le nuvole basse quando attraversavamo le valli, l’acqua dei ruscelli che, discreti ma eleganti, si gettavano dal-l’alto delle montagne; e, perchè no, anche quei fiocchi di neve che, non attesi, ci hanno sorpresi a Göschenen. In effetti un clima di questo tipo non invitava sicuramente ad uscire dal bus; fortunatamente, però, a Bellinzona abbiamo goduto, durante una sosta, di un’ottima colazione con caffè caldo e ottimi cornetti! In realtà, già allora il sole, insieme al suo calore, ci infondeva la speranza di un miglioramento. E così è stato: a Milano il cielo ci ha accolto terso verso la Pinacoteca di Brera, un palazzo costruito all’epoca di Maria Teresa, a molti nota come la madre della povera regina di Francia destinata alla ghigliottina durante la rivoluzione. La parte da noi visitata è adibita all’esposizione di opere d’arte, col fine di dare modelli da seguire agli allievi dell’Accademia. Essa infatti, insieme a quest’ultima, è una delle cinque sezioni che costituiscono il complesso di Brera insieme all’orto botanico, all’osservatorio e alla biblioteca. Sarebbe impossibile darvi un’idea di quante splendide opere d’arte abbiamo avuto modo di ammirare, sono tutti quadri illustri ed emotivamente toccanti. Citiamo “Il Bacio” di Hayez, che unisce la passione romantica alla strenua lotta per l’ideale dell’unificazione, il “Cristo Morto” di Mantegna, artista già noto quale pittore della corte mantovana sotto i Gonzaga, la “Fiumana” di Pellizza da Volpedo, una delle opere sperimentali che contribuiranno a dare alla luce il capolavoro del “quarto Stato”. Ciò che però non si deve dimenticare è il laboratorio di restauro aperto al pubblico; è un’iniziativa, a nostro parere molto interessante, che mette in luce quanto siano pazienti e precisi quelli che la nostra guida ha definito “medici dei dipinti”. La visita alla Pinacoteca ci ha permesso un rapido ed entusiasmante viaggio sia nel percorso della prospettiva nel tempo sia nello sviluppo delle tinte utilizzate nei vari periodi artistici. In seguito il programma prevedeva una visita anche al Museo del Risorgimento, ed eccoci catapultati in strenue battaglie contro l’acerrimo nemico austriaco, nelle paludi dove trovò la morte la dolce Anita e con essa l’amore di Garibaldi. Come non sentire il nitrito dei cavalli sudati al galoppo, i colpi di cannoni e le problematiche di un’unione questo nostro orgoglio di poter non poi voluta da tutti e nemdire che allora abbiamo trova-meno fatta in modo delicato; to in noi stessi la forza per al-come del resto gli anni passati zare la testa? Le tele esposte da Silvio Pellico quando venperò ci hanno anche ricordato ne rinchiuso da quella sentenza che noi abbiamo potuto leggere di persona. Usciti da quelle mura, siamo tornati nella realtà; e già, noi eravamo anche questo: gli uomini del Risorgimento e dell’unità. E ora? E ora chi siamo? Lo scetticismo e lo sconforto non portano a miglioramenti: confidiamo nella maestria di insegnamento sia dell’arte, ma soprattutto della storia. Come non procedere ad una salutare passeggiata fino al Duomo, che imponente si ergeva sulla folla che ci circondava? Tra le strade della città affollata, un profumo sottile di caldarroste che preannunciava l’arrivo dell’autunno; un autunno che non si faceva certo spaventare dal sole che non ci ha mai abbandonato. Il tempo ci scappò davvero di mano e si apprestava l’ora del ritorno. E invece no! Mancava ancora una “toccata e fuga” al Castello Sforzesco che custodisce l’ultima Pietà di Michelangelo: la “Pietà Rondanini”. Possiamo effettivamente dire che è stata un’esperienza stupenda che ha chiuso più che bene la giornata; una scultura particolare, complessa e flessuosa che imperterrita si erge maestosamente sullo scorrere del tempo. Immagino conosciate più che bene l’atmosfera dei viaggi di ritorno: ormai le stelle iniziavano a fare capolino salutando la luce diurna; nel bus chi si riposava, chi intratteneva gaiamente i compagni con battute spiritose, chi, ascoltando della musica, approfittava degli ultimi bagliori per inseguire con lo sguardo il paesaggio in corsa. Che giornata stupenda abbiamo passato, quante emozioni e novità abbiamo accolto; speriamo davvero di essere state in grado di suscitare un po’ di entusiasmo anche in voi! Intanto cogliamo l’occasioper salutarvi con un caloroso arrivederci!
Federica Breimaier & Merola Maria-Grazia