L’organo artificiale di titanio, ancora in sperimentazione negli Usa, misura 5 cm di lunghezza e uno di larghezza, per un peso di 11 grammi
All’ospedale Bambin Gesù di Roma è stato trapiantato su un bambino di 16 mesi un mini cuore artificiale. Il peso dell’organo, per la prima volta inserito in un corpo umano malgrado sia ancora in sperimentazione e proveniente dagli Usa, è lungo cinque centimetri e largo uno. Il peso corrisponde a cinque monete da un centesimo. Il mini cuore è composto da una pompa al titanio di 11 grammi, capace di sostenere una portata fino a 1,5 litri di sangue al minuto. Essendo ancora in sperimentazione, il piccolo cuore artificiale è potuto giungere dagli Usa grazie ad un permesso speciale della Food and drug Administration (Fda) e all’autorizzazione del Ministero della Salute. Non c’era tempo per aspettare un donatore adatto all’età del bambino, che sarebbe morto senza possibilità di scampo. Di qui il ricorso all’organo in sperimentazione.
Ecco la spiegazione della vicenda illustrata dal dottor Antonio Amodeo, responsabile di unità di progetto assistenza meccanica del Bambin Gesù: “L’operazione era di estrema complessità ma attualmente, a due mesi dall’intervento, il bambino, successivamente sottoposto a trapianto cardiaco, sta bene e gode di ottima salute. Il piccolo cuore è stato applicato d’urgenza sul piccolo, affetto da miocardiopatia dilatativa con una grave infezione sul sistema di assistenza ventricolare precedentemente impiantato”. Il bambino, cioè, era stato già operato ed aveva ricevuto un cuore artificiale, ma successivamente ha avuto un’infezione che è avanzata attraverso le cannule fino al torace. “Un tipo di complicanza”, ha detto il dottor Amodeo, “purtroppo infausta. E dunque a quel punto l’unica soluzione era quella di rimuovere il cuore artificiale infetto, con tutte le cannule e di intervenire immediatamente utilizzando questo prototipo sperimentale”. Ecco quello che ha aggiunto il dottor Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Onco-ematologia pediatrica del Bambin Gesù: “Considerando che più il bambino è piccolo, più sono rilevanti le difficoltà di trovare un donatore adeguato, l’organo artificiale assume un’importanza strategica poiché spesso rappresenta la sola possibilità di sopravvivenza. Pochi dubbi che il trapianto di organo o cellule rappresenti una vera e propria rivoluzione della moderna medicina che ha largamente modificato la storia naturale di molte patologie pediatriche, congenite o acquisite, regalando prospettive di normale sopravvivenza a bambini altrimenti condannati a breve vita”.
Nel caso specifico, il dispositivo sperimentale americano è rimasto in funzione per 13 giorni: il tempo necessario per eliminare l’infezione e attendere un trapianto di cuore compatibile da donatore. L’ospedale Bambin Gesù vanta la più alta percentuale nazionale di trapianti di rene da vivente (40% contro il 10% circa in Italia), è l’unico centro d’Europa che ha un’offerta trapiantologica a 360 gradi e una capacità innovativa che l’ha portato a impiantare, per la prima volta al mondo, un cuore artificiale permanente in un ragazzo. Dice il dottor Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti: “Il Bambin Gesù è un centro di assoluta eccellenza europea, che coniuga l’attività trapiantologica per tutti gli organi ad un impegno etico, di servizio e di grandissima professionalità”. L’operazione è avvenuta nel mese di marzo, ma la notizia è stata diffusa solo recentemente, in occasione della Giornata nazionale per la donazione di organi.