Il leader di Forza Italia non ha dubbi: se passa la riforma costituzionale, sarà un ritorno al regime
“Oggi in Italia la democrazia è sospesa”, ha detto senza mezzi termini Silvio Berlusconi, pronunciandosi dal palco del teatro Manzoni di Milano dove ha presentato la lista azzurra delle comunale. Il duro attacco dell’ex premier si riferisce alla riforma costituzionale affermando che se avrà il via libera al referendum di ottobre, la riforma costituzionale “con il combinato disposto della legge elettorale”, si arriverà a una cosa che “non possiamo chiamare altro che regime”.
Berlusconi non dimentica certo qualche riferimento diretto al presidente del Consiglio Matteo Renzi che “governa con passo militaresco occupando tutte le posizioni che gli sembrano possibili. Ha bulimia di potere”. “Quando noi governavamo lasciammo il 40% dei posti all’opposizione; poi – ha aggiunto il leader di Forza Italia – arrivò il centrosinistra e all’opposizione diede il 20%. Oggi non c’è stata data alcuna occasione per scegliere un posto, nemmeno in Rai. Renzi vuole cambiare la Costituzione, costruire su di sé una sola Camera, un solo partito e un
solo leader che deciderà il Consiglio superiore della magistratura. Vuole instaurare un regime”.
Nel frattempo, passati i dissapori con la Meloni e Salvini, è pronto un programma preparato da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, in vista delle prossime elezioni politiche. Sempre dallo stesso palco, Berlusconi accenna che la squadra di governo sarà composta per lo più “da persone che vengono dalla vita vera. L’accordo è per tre ministri di FI, tre della Lega, due di FdI (e 12 che vengono dalla vita vera). Stiamo cercando la squadra, finora ne abbiamo individuati quattro”. Secondo Berlusconi, infatti, “le nuove elezioni che verranno subito dopo” ottobre, se la riforma costituzionale sarà bocciata “dagli italiani che aspirano alla libertà”.
Ma tornando al referendum di ottobre, il dibattito coinvolge anche il ruolo dei magistrati che per il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, interpellato nel corso dell’Intervista di Maria Latella, su SkyTg24 sulla partecipazione di magistrati alla campagna sul referendum costituzionale, non possono partecipare attivamente alle campagne politiche.
“Esiste il diritto di qualunque magistrato a esprimere proprie opinioni su referendum e sulle riforme. È un principio costituzionale che si applica a tutti”, ha detto Legnini, ma tutt’altro discorso è partecipare attivamente a campagna politiche, su cui c’è “un divieto”. “Il referendum si colloca in una posizione intermedia”, ma quello sulla riforma costituzionale “si è caricato di significato politico” e dunque un “problema si pone”. “I partiti hanno approvato quella riforma, si sono già schierati, un magistrato potrebbe trovarsi schierato a fianco dei partiti”, per questo motivo ci sono diverse ragioni “che richiederebbero più cautela” da parte dei magistrati.
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