A due uomini di Grosseto è stata riconosciuta la trascrizione nei registri di stato civile del loro matrimonio all’estero
Quando i due uomini italiani di 68 e 57 anni, dopo il loro matrimonio nel dicembre del 2012 a New York, sono tornati in Italia, ovvero nella loro città Grosseto, in Toscana, e hanno chiesto al Tribunale di Grosseto di trascrivere nei registri di stato civile il loro matrimonio. La richiesta fu rifiutata e i due, assistiti dall’avvocato Claudio Boccini, avevano fatto ricorso.
Lo scorso 10 aprile 2014 il tribunale di Grosseto aveva ordinato “di trascrivere nei registri di stato civile il matrimonio” fra due uomini, italiani, celebrato con rito civile nel dicembre 2012 a New York. Secondo il giudice, nel codice civile “non è individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle condizioni necessarie” al matrimonio. Si tratta del primo caso in Italia.
“Sulla base dell’ordinanza del tribunale accoglieremo le decisioni del giudice e trascriveremo il matrimonio nei nostri registri, non faremo opposizione”. Lo afferma il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi (Pd), a proposito della sentenza del tribunale che ha disposto la trascrizione nei registri del Comune e del matrimonio contratto a New York da due uomini. Contro la decisione del tribunale, la procura ha annunciato che farà opposizione. “Vedremo se l’opposizione della procura comporterà una sospensiva – spiega Bonifazi – ma non credo. Comunque l’ordinanza non c’è stata ancora notificata e quando conosceremo i termini ci adegueremo”. Il primo cittadino di Grosseto chiede però un intervento del legislatore: “C’è un vuoto della parte legislativa, ci vuole chiarezza da parte del legislatore che deve esprimersi su questo tema etico perché l’assenza della politica apre dei vuoti su cui poi devono essere i giudici a decidere”.
Dorina Bianchi, vicecapogruppo del Ncd alla Camera, in una nota però sostiene che prima di decidere su possibili leggi sui matrimoni, ci sarebbero altre priorità da affrontare. “Per dare una risposta politica seria alla sentenza del Tribunale di Grosseto non ci possono essere iniziative frammentarie e a macchia di leopardo, le quali andrebbero piuttosto ricondotte al Parlamento con leggi nazionali. Peraltro in questa particolare fase storica, le priorità del nostro Paese sono le riforme economiche e istituzionali. Queste sono le risposte che prima di tutto dobbiamo dare ai cittadini, ferma restando l’esigenza di riconoscere garanzie a tutti i tipi di affettività” ha affermato Dorina Bianchi.
A pronunciarsi contro la decisione del Tribunale di Grosseto è anche la Cei, Conferenza episcopale italiana, che in un comunicato ha ribadito che la decisione con la quale il tribunale di Grosseto ha disposto la trascrizione, nei registri di stato civile del Comune, di un matrimonio contratto all’estero fra persone dello stesso sesso “suscita gravi interrogativi e non poche riserve” e “rischia di travolgere uno dei pilastri fondamentali” del matrimonio che è “unione tra un uomo e una donna” riconosciuto e garantito nel nostro ordinamento costituzionale. E continua “Come Presidenza della Conferenza episcopale italiana riteniamo che, al di là degli aspetti tecnici da approfondire adeguatamente in tutte le sedi competenti, sia doveroso da parte nostra sottolineare alcune questioni di fondo. La Cei ribadisce che “il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna, che in forma pubblica si uniscono stabilmente, con un’apertura alla vita e all’educazione dei figli. Il tentativo di negare questa realtà per via giudiziaria – si sottolinea nel comunicato dei vescovi – rappresenta uno strappo, una pericolosa fuga in avanti di carattere fortemente ideologico. In tal modo perfino si riducono gli spazi per un confronto aperto e leale tra le diverse visioni che abitano la nostra società plurale”, conclude la Cei.
“Siamo coscienti che in Italia non sarà mai possibile, ognuno deve fare la sua battaglia”, così In un’intervista di Francesco Collina, Giuseppe Chigiotti, uno dei due coniugi, ha commentato a caldo la decisione del tribunale di Grosseto di trascrivere nei registri di Stato civile il matrimonio con il marito Stefano Bucci. “Il nostro paese – ha concluso Chigiotti – è troppo ammantato di ipocrisie, non crediamo che la classe politica potrà mandare avanti queste lotte”.