Alle urne bocciate le iniziative per l’autodeterminazione e vacche con le corna e approvata la legge del diritto delle assicurazioni sociali (LPGA) per le sorveglianze. Ha votato il 47% degli aventi diritto
Chiaro verdetto contro l’iniziativa dell’autodeterminazione che prometteva la salvezza della democrazia diretta contro il diritto internazionale. I cavalli di battaglia dell’UDC, le questioni vitali per la Svizzera, non fanno più breccia nella popolazione. A confronto con l’iniziativa contro l’immigrazione di massa di cinque anni fa, l’UDC non è riuscita nell’impresa di conquistare consensi al di fuori della propria base di elettori. Non le riesce più con facilità trovare maggioranze per le sue richieste. Neanche i cartelloni pacati, senza logo e privi di emozioni forti con un enorme Sì alla democrazia diretta, hanno attirato gli elettori fuori dalla sfera democentrista. Alle urne i votanti hanno deciso che per l’astratta richiesta dell’iniziativa di anteporre la Costituzione svizzera sul diritto internazionale non c’è urgenza, anzi una maggioranza della popolazione ha fiducia nelle istituzioni e non sente determinazione straniera. L’oggetto in votazione “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri” non ha avuto scampo ed è stato chiaramente bocciato dal 66.2% dei votanti e nessuno dei cantoni ha approvato. Il presidente dell’UDC, Albert Rösti, ha visto la sconfitta come il risultato della campagna dei contrari: “La campagna molto aggressiva e calunniosa degli avversari è riuscita nell’intento di seminare insicurezza”, mentre Hans Ueli Vogt, padre dell’iniziativa ha espresso il suo rammarico dicendo che “non era ancora arrivato il momento giusto per mostrare come la democrazia diretta stia lentamente morendo”. È presumibile che a fare lo sgambetto ai promotori sia stata la diversa interpretazione dell’oggetto. Puntare sulla volontà di salvare la democrazia svizzera, una arcaica questione di identità, anziché presentare il testo come un progetto costituzionale comprensibile, non ha funzionato. Una sconfitta che indurrà l’UDC a rivedere lo stile di politicizzare nell’anno delle elezioni federali, che inizierà non proprio con prerogative ottimali. Le discussioni sugli effetti del diritto internazionale continueranno però a impegnare la politica. Nel frattempo, anche in futuro in caso di conflitto saranno i giudici a decidere liberamente in singoli casi chi avrà il primato, la Costituzione federale o il diritto internazionale. Soddisfatta la ministra della giustizia Simonetta Sommaruga: “Servono compromessi. Parlamento, governo e tribunali dovranno continuare come finora a trovare soluzioni caso per caso”. Seconda la ministra, i cittadini apprezzano le istituzioni elvetiche, poiché “garantiscono equilibrio nelle decisioni”.
Le simpatie non erano abbastanza forti. Ad Armin Capaul non è riuscito fino in fondo “il miracolo di democrazia diretta”. La sua iniziativa con l’obiettivo del benessere e della dignità degli animali con le corna, finanziati con un contributo ai detentori di bovini e caprini che non li scornano, non ha superato l’ostacolo delle urne e le vacche cornute non saranno iscritte nella Costituzione svizzera. I votanti hanno bocciato chiaramente l’oggetto “Per la dignità degli animali da reddito agricoli (iniziativa per vacche con le corna)” con il 54.7% di no e l’approvazione di 5 cantoni. È però un risultato di tutto rispetto per il coraggioso contadino grigionese, che ha perlomeno riportato alla mente un simbolo della Svizzera, coinvolgendo gli svizzeri su un tema emotivo. Armin Capaul non desiste dal suo intento e dopo il risultato si è detto ancora battagliero e non si abbatte nonostante la sconfitta. “La comunità ‘vacche con le corna’ sopravvive” ha detto Capaul alla radio svizzera tedesca nel suo primo intervento “prossimamente discuteremo su come continuare. Il popolo con il ‘no’ ha decornato l’animale nazionale della Svizzera” e ha aggiunto che “dovremmo spiegarlo a tutto il mondo”. Rimane la constatazione che la società svizzera è pronta a sostenere finanziariamente il benessere degli animali. È anche un messaggio alla Confederazione di ripartire più sensatamente gli 2.8 miliardi all’anno destinati direttamente ai contadini. La prossima riforma agricola potrebbe venire incontro ai desideri di Capaul concedendo più mezzi a programmi per il benessere degli animali. Secondo l’iniziativa i sussidi per animali con le corna sarebbero stati di 190 franchi per una mucca e 38 franchi per una capra l’anno, una spesa annuale di 150 milioni. Ma il benessere degli animali non dipende solo dalle corna. L’iniziativa è stata una disputa tra benessere degli animali e la sicurezza dei contadini e delle stesse vacche nella stalle. È stato anche un confronto tra romanticismo urbano e la realtà in campagna delle fattorie. Alla fine, i votanti hanno deciso che non è proprio necessario iscrivere le corna delle mucche nella Costituzione. Il ministro dell’agricoltura Johann Schneider Amman si è “tolto il cappello” davanti a Capul e gli ha tributato rispetto per aver dimostrato che “gli impegni di un solo cittadino in politica possono avere successo”. Il “no” alle urne non è “una decisone contro il benessere degli animali, ma la fiducia alla attuale politica agricola” ha spiegato il risultato Schneider-Ammann.
Le assicurazioni sociali potranno impiegare investigatori privati allo scopo di verificare se c’è un abuso contro le assicurazioni sociali. I cittadini alle urne hanno approvato con il 64.7% la revisione della Legge federale sulla parte generale del diritto delle assicurazioni sociali (LPGA) sulla quale è stato indetto il referendum. Con la nuova LPGA si pongono le basi legali, ma anche regole per l’osservazione degli assicurati. Secondo i sostenitori della legge non si tratta di un nullaosta investigativo, ma devono esserci “concrete indicazioni di abuso” per impiegare un investigatore. Il comitato referendario non è stato contro il principio della lotta agli abusi, ma ha ritenuto che la legge “concede carta bianca a osservazioni arbitrarie e viola la sfera privata”, come le osservazioni nella camera da letto e nel soggiorno. Punti di discussione che entrami le parti non hanno saputo spiegare chiaramente e i votanti hanno deciso di approvare un quadro legislativo che definisce le osservazioni, anche se lascia spazio alle interpretazioni. Nella sua presa di posizione al risultato il ministro dell’interno Alain Berset prova a rassicurare i cittadini: “Si capisce da sé che la sfera privata dei cittadini sarà ancora tutelata”. Per i cittadini è importante “che le assicurazioni sociali siano solide e di fiducia” ha commentato il risultato Berset “che verifichino con accuratezza il diritto alle prestazioni. L’esecutivo si impegnerà a fare entrare in vigore la legge prima del 2020”.
Gaetano Scopelliti
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