La primavera in Svizzera è frazionata da tante pause dovute a tutte quelle festività che si avvicendano. Si comincia con la Pasqua, poi le ferie di primavera, Sechseläuten, Ascensione e Pentecoste ci fanno vivere a singhiozzo questo periodo. Per chi vive in Svizzera tutto si traduce in diverse occasioni di viaggio e visite culturali o di divertimento. Le famose gite fuori porta sono le più gettonate, clima capriccioso permettendo, ma mentre in Svizzera ci giostriamo per incastrare al meglio impegni, lavoro, ferie e festività, altrove, la primavera sta risultando sempre più difficile e drammatica. Anche se siamo impegnati nel mantenerci in equilibrio tra continuità e interruzione della quotidianità, riusciamo a tenere l’occhio vigile a quello che succede intorno a noi, dove gli equilibri da mantenere sono altri, ben più rischiosi e tragici.
Si finge di negoziare tra Israele e Hamas, perché questa tregua realmente non la vuole nessuno, vogliono la guerra e da un lato il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che “Israele continuerà a combattere fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi”; dall’altro lato il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha accusato Netanyahu per il “proseguimento dell’aggressione e l’allargamento del conflitto, per il sabotaggio degli sforzi fatti tramite i mediatori e varie parti”. Ma nessun risvolto se non in drammatico: si prepara un’offensiva a Rafah e si invitano i civili ad abbandonare il posto mentre le trattative dovrebbero riprendere il 7 maggio, anche se queste premesse non fanno ben sperare.
Non meno inquietanti, invece, sono le notizie che giungono dalla Russia dove Putin si diverte a giocare con i suoi ordigni nucleari. Sarebbe la sua risposta a quelle che lui chiama “dichiarazioni e minacce provocatorie” da parte di “funzionari occidentali”, così ordina delle esercitazioni militari che includeranno l’uso di “armi nucleari non strategiche”. È una vera e propria minaccia all’Occidente, che comunque avrebbe già subito una serie di cyber attacchi nelle ultime settimane in alcuni Paesi europei secondo quanto rivelano alcune intelligence europee. La stessa fonte, come si legge sul Financial Time, avverte che Mosca avrebbe già iniziato “a preparare più attivamente attacchi occulti, incendi dolosi e danni alle infrastrutture sul territorio europeo senza preoccuparsi di provocare vittime tra i civili”.
La Svizzera, che non dovrebbe figurare tra i Paesi occidentali presi di mira, tra una vacanza e una festività, non sta a guardare e anzi entra in gioco offrendosi come mediatore di pace. Così il 15 e 16 giugno, presso il lussuoso resort di Bürgenstock, sul Lago di Lucerna, si terrà un summit con i leader del G7 che dovranno sviluppare un’intesa ampia e comune “sul percorso per una pace globale, giusta e duratura in Ucraina”, da consegnare successivamente alla Russia. “È un primo passo verso un processo di pace”, ha spiegato la presidente della Confederazione, Viola Amherd. Peccato però che la Russia non abbia intenzione di seguire quella direzione, non a caso l’ambasciata russa a Berna ha fatto sapere che nessun invito è stato presentato al Cremlino, e anche se dovesse arrivare, non sarà accettato. Anzi quel che arriva dalla Russia è una risposta derisoria e ironica da parte del vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale russo Dmitry Medvedev: “Grazie, Paese del formaggio e degli orologi!”. Ma, continua Medvedev, non sarà completamente inutile il summit di pace svizzero – definito anche tra quelle “stronze ‘iniziative di pace’ di qualcuno” – anzi permetterà un “triplice vantaggio” per la Russia al fine di raggiungere “il rapido ritorno dei nostri territori ancestrali alla Federazione Russa”: intanto stabilirà il crollo del cosiddetto “piano di pace dello stupido Zelensky”; poi che tale conferenza internazionale è la prova “della totale impotenza delle attuali élite occidentali”; e infine che porterà a ripulire “il territorio della Piccola Russia dai neonazisti senza interferenze”. Anche in questo caso, con queste premesse, non si spera nulla di buono. Però quando si muove la Svizzera, oltre a formaggi e orologi, non mancano i colpi di scena!
Redazione La Pagina