Con l’arrivo dei primi freddi, arrivano anche le influenze! E non se ne salva nessuno, colpiscono tutti, dai più grandi ai più piccoli! Esistono certi comportamenti che possono aiutarci a gestire meglio l’influenza e magari ci aiutano a sopportare i fastidiosissimi sintomi! Vediamo quali sono le ultime notizie sull’influenza di stagione e qualche trucco per prevenirla…
Cura per bimbi: nessun farmaco
Mamme di tutto il mondo, soprattutto le più apprensive, attenzione! Se il vostro piccino è in preda ad una bruttissima influenza, non ricorrete subito a farmaci di ogni tipo, soprattutto se non avete consultato il vostro pediatra, ma coccolatelo a dovere e aspettate che passi! Di recente, infatti, la
Food and drug administration (Fda), l’ente Usa che regola farmaci e cibi, che sul suo sito da’ alcuni consigli ai genitori su come gestire quello che è uno dei principali mali di stagione, ha diffuso la notizia che al di sotto di 2 anni di età è preferibile non far assumere ai bimbi nessun farmaco da banco, perché potrebbe avere gravi effetti collaterali. “Passa nel giro di 1-2 settimane – precisa la pediatra dell’Fda Amy Taylor – senza bisogno di alcun farmaco. Per i bambini sopra i due anni, alcuni farmaci da banco possono aiutare a migliorare alcuni sintomi, ma non rendono più veloce il decorso della malattia. La tosse è uno dei sintomi normali, e non sempre è un male perché aiuta il corpo ad espellere il muco dalle vie aeree e proteggere i polmoni. E’ bene far bere molti liquidi, soprattutto bevande calde”. Gli esperti sostengono che la prima cosa da tener presente è che il raffreddore è un’infezione virale, dunque non può essere trattata con gli antibiotici, ma anche che non tutti i raffreddori meritano una visita dal dottore. Senz’altro bisogna chiamare il pediatra ai primi segni di malessere se il piccolo ha 3 mesi e se compare la febbre in neonati con meno di 2 mesi. “Chiamare sempre il pediatra se la febbre supera i 38,8 – continua – per i bimbi di tutte le età, se la respirazione diventa difficoltosa, le labbra diventano blu, se il bambino non mangia o beve e ci sono segni di disidratazione, se ha dolore alle orecchie, se è troppo sonnolento, se la tosse dura da più tre settimana e se ci sono segni di peggioramento”. T Per quanto riguarda invece i consigli su quello che i genitori possono fare se il bambino sta male per la febbre o altri sintomi del raffreddore, gli esperti consigliano l’uso di un vaporizzatore o umidificatore per rendere l’aria più umida e meno secca, fare lavaggi nasali con acqua salata o soluzione salina nei neonati usando una siringa, e usare acetaminofene o ibuprofene per ridurre la febbre e dolori.
Preso il raffreddore, tutti a letto e a tavola!
Il riposo è un’ottima cura, seguire la terapia che il medico ci ha consigliato, bere molta acqua (temperatura ambiente!) e non trascurare l’alimentazione! “L’alimentazione da seguire deve essere leggera, digeribile e, allo stesso tempo, nutriente – dice Pietro Migliaccio, nutrizionista e Presidente della Società italiana di scienza dell’alimentazione (S.I.S.A) – Ecco perché, con la collaborazione delle dietiste Silvana Nascimben e Eugenia Cilla, abbiamo messo a punto un regime alimentare pensato per i primi tre giorni d’influenza, ovvero quelli che maggiormente fanno soffrire e durante i quali più fastidiosi sono i sintomi”. Infatti, tra dolori articolari e muscolari, febbre e disturbi vari, spesso non si pensa a mangiare, invece, per superare velocemente una malattia leggera, ma debilitante, come l’influenza, è fondamentale scegliere la dieta adatta. Secondo le esperte è consigliabile “consumare alimenti ricchi di vitamina C (soprattutto agrumi e kiwi), preferire tra gli alimenti proteici le carne bianche ed il pesce in quanto più facilmente digeribili. Nella dieta, è presente ogni giorno anche la pasta” anche se “è preferibile condirla con olio extravergine di oliva e pomodoro pelato fresco, ottime fonti di vitamine (A, C, E) e di antiossidanti, in particolare di licopene, presente in quantità maggiore nel pomodoro cotto. Con l’aggiunta nel condimento di proteine di origine animale (per tonno o carne trita o pesce sminuzzato) si rende il pasto equilibrato da un punto di vista nutrizionale e si permette di recuperare le masse muscolari perse con la scarsa attività fisica svolta” spiegano le dietiste. I carboidrati complessi della pasta, infatti, costituiscono la principale fonte di energia per il cervello, per i muscoli, per i globuli rossi e per l’organismo e rappresenta dunque il carburante indispensabile per svolgere le attività quotidiane.